The Crown 3×07 – MoondustTEMPO DI LETTURA 5 min

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Un altro episodio iconico per la serie storica più amata degli ultimi anni. Un evento epico della nostra storia, che ha segnato l’immaginario collettivo delle generazioni passate e che continuerà a far sognare quelle a venire, viene vissuto a Buckingham Palace come dentro le case di altre migliaia di famiglie comuni in giro per il mondo. È il luglio del 1969, e la missione dello sbarco dell’uomo sulla Luna fa da sfondo ad una puntata in cui protagonista assoluto è un invecchiato Principe Filippo in piena crisi di mezza età. Uno dei personaggi più riusciti della serie, che è riuscita abilmente a raccontarne la natura energica e lo spirito competitivo in continuo contrasto con la fragilità emotiva la sensibilità intellettuale, viene ripreso dal già apprezzato Tobias Menzies che in quest’occasione tira fuori il meglio della propria interpretazione.
I due argomenti che si alternano ritmicamente durante tutta la puntata sono quelli di ambizione e fede: la prima così umana e terrena, la seconda così divina e mistica. Eppure, in partenza ad essere divini sono i tre astronauti che compiono uno dei gesti più eroici della storia mentre umani sono una decina di preti in crisi esistenziale che passano i pomeriggi a piangersi addosso nell’ala abbandonata di un palazzo. La prospettiva iniziale del protagonista è chiara e ricalca esattamente il personaggio come lo abbiamo conosciuto nelle precedenti stagioni. La brama per la fama e per la gloria che lo hanno da sempre caratterizzato gli fanno vivere l’evento dell’allunaggio intensamente, e la regia coglie l’occasione per sottolineare la distanza di Filippo dal resto della sua famiglia, che sembra invece non comprendere la crucialità del “grande passo per l’umanità”.
L’ammirazione per i piloti dell’Apollo 11 non è però vissuta in maniera sana, al contrario alimenta in Filippo un angosciante senso di inferiorità che, per quanto il principe provi tramutarlo in uno stimolo, lo porta solo a realizzare la sua totale mancanza di scopo nella vita. Questo senso di inarrivabilità viene poeticamente messo in scena con il momento del volo oltre la quota di crociera per ammirare la luna il più vicino possibile, in cui lo spettatore è confuso tra la paura del copilota e la voglia di vedere fin dove si possa arrivare, rimanendo poi estasiato dalla visione del satellite oltre le nuvole.

Filippo: “God, isn’t it beautiful?”
Co-pilota: “I’m sure, but we’re currently at the very limit of what this aircraft can do.”
Filippo: “Perhaps, but look. We’ve also lived. Just for a minute.”

Il punto di vista viene però completamente stravolto dall’incontro con gli astronauti, che sul finire della puntata demolisce l’enorme idealizzazione sotto cui Filippo si era sentito schiacciato. Che l’immagine di Armstrong, Collins ed Aldrin rispecchi fedelmente la figura dei piloti o meno, fatto sta che qualcosa avrà contribuito alla disillusione del principe e lo abbia portato a riflettere diversamente sul senso della vita.
Il riallacciarsi al rapporto di Filippo con la fede e al lascito spirituale della madre è stata una scelta molto efficace per raccontare la crescita del personaggio in questa densa ed intensa puntata. La figura del nuovo arciprete che cerca di guidare i propri fratelli attraverso una fase di transizione sia spirituale che vita terrena, fa da contraltare ai paladini del momento e finisce per diventare un rifugio dalle insoddisfazioni e dalle insicurezze. Come per le persone comuni, ancor di più per un membro di una famiglia reale, apprendere quale sia il proprio vero scopo e non vivere in funzione degli obiettivi degli altri è una delle più grande lezioni di vita che si possano imparare. E questo va fatto, esattamente come l’episodio ci tiene ad evidenziare nelle parole di Elisabetta, sempre più saggia e consapevole in questa nuova stagione, avendo rispetto del proprio ruolo e contezza delle proprie possibilità. Vivere la vita appieno non significa riuscire a fare l’impossibile ma significa imparare a saper cogliere ogni opportunità, e per questo la ricerca interiore (che non necessariamente è da identificarsi con la fede) viene rinnovata di valore a fine puntata.

Filippo: “The faith. I’m here to admit you that I’ve lost it. And, without it what is there? The loneliness, and emptiness and anticlimax of going all that way to the moon to find nothing but haunting desolation, gostly silence, gloom. […] The solution to our problems, I think is not in the ingenuity of the rocket, or the science or the technology or even the bravery. No, the answer is in here, or here, or wherever it is that… that the faith resides.“

Questo è proprio uno degli aspetti più apprezzati di The Crown: è una serie tv che fa riflettere sulle cose così come appaiono per accompagnare poi lo spettatore nella comprensione di come veramente sono, facendolo crescere insieme ai suoi protagonisti. La qualità è ormai indiscussa, la serie è riuscita a maturare la singolare capacità di raccontare efficacemente concetti profondi e parti complesse della storia contemporanea, in soli 50 minuti, e senza distogliere mai l’attenzione dai dettagli tecnici cinematografici. Come è già stato notato, la terza stagione ancor più delle precedenti sta riuscendo a confezionare un piccolo capolavoro per ogni singola puntata, non rimane quindi che godere delle ultime tre.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tobias Menzies
  • Il binomio scienza e fede
  • La crisi e la rinascita del principe Filippo
  • Regia e fotografia sempre impeccabili
  • Troppa ironia sugli astronauti americani

 

The Crown ci fa sognare come ragazzini per poi ritornare grandi, in un episodio che riesce magistralmente a parlare della disillusione di uomo in piena crisi di mezza età. Letteralmente alle stelle questa puntata che mostra grande talento narrativo e impeccabile qualità cinematografica.

 

Tywysog Cymru 3×06 ND milioni – ND rating
Moondust 3×07 ND milioni – ND rating

 

 

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