La canzone che apre l’episodio (oltre che a dargli il titolo) è anche, in un certo senso, il riflesso ironico della vicenda a cui si sta assistendo.
Appare sempre più evidente, infatti, l’imbroglio che si nasconde dietro Theranos e i suoi co-fondatori. Eppure, solo in questa puntata (che non a caso è la penultima prima del season finale) la minaccia dello svelamento della truffa diventa più reale che mai.
Tuttavia, anche in questo caso, il tono usato è sempre molto ordinato e ironico piuttosto che sensazionalistico o da “fanta-thriller politico”, come si sarebbe tentati di fare in questi casi. Ed è soprattutto in questa scelta stilistica che sta tutta la potenza narrativa dello show targato ABC.
WE CAN BE HEROES?
Almeno nelle prime sequenze dell’episodio il tono è fortemente ironico. E non solo per lo straniamento che genera la canzone di Bowie affiancata alla routine giornaliera da giovane-startupper-di-successo di Elizabeth Holmes (Amanda Seyfried).
Allo spettatore infatti non sfuggirà la presenza di due “guest-star” particolari che qui vengono mirabilmente mostrate con filmati di repertorio (e una di queste con un fotomontaggio mirabile, come se stesse effettivamente parlando con Amanda Seyfried). Queste “guest-star” sono l’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e l’attuale inquilino della Casa Bianca Joe Biden. La scelta ovviamente non è casuale dal momento che i due sono stati, all’epoca, forti sostenitori del progetto Theranos. Allo stesso tempo, rappresentano quella filosofia prettamente americana che vedeva nella Silicon Valley il futuro dell’imprenditorialità giovanile. Tale visione “boomeristica” e ottimista ha un palese intento ironico considerando ciò che lo spettatore già conosce, ossia che tutto questo si basa sul nulla.
ELIZABETH E SUNNY: FAMOLO STRANO
O meglio, si basa sul forte carisma che proiettano sulle altre persone i due co-fondatori Elizabeth Holmes e Sunny Balwani. I quali però fanno leva più sulla paura e sulle minacce che non sulle loro reali abilità imprenditoriali.
L’episodio in questione fa luce proprio su questo aspetto, concentrandosi sulle difficoltà, da parte del giornale Wall Street Journal, di infrangere il muro dell’omertà che si cela dietro Thanatos.
In questo The Dropout si rifà a tutta una tradizione di cinema e serie tv d’inchiesta, con una narrazione climatica e piena di tensione in cui i “buoni” sono all’inizio in difficoltà, schiacciati dallo strapotere degli avvocati e delle clausole di segretezza. Tutto questo serve ovviamente a rendere lo spettatore molto più empatico nei loro confronti e, poi, soddisfatto quando la risoluzione finale sembra far pendere la bilancia a favore dei giornalisti che smascherano la truffa.
Ma lo show aggiunge una componente ulteriore a questi cliché narrativi: proprio la già citata love story fra Elizabeth e Sunny. Questa si svolge quasi all’insegna della sit-com, con continue frecciatine fra i due, minacce, ritorsioni e strani “giochi erotici” (nascondino). Elementi che mostrano l’evidente fragilità che si cela dietro la facciata di potere di tale coppia.
Anche in questo caso, ottima l’interpretazione della Seyfried, mentre Naveen Andrews appare qui in perenne over-acting, anche se non si comprende se lo fa per dare al suo personaggio un’ulteriore vena ridicola o per altre motivazioni non comprensibili.
PRONTI PER IL FINALE
Molto convincenti, invece, tutte le interpretazioni dei cosiddetti “personaggi minori”, a riprova che il cast dello show è stato particolarmente azzeccato. Anche perché sono stati scelti alcuni fra i maggiori caratteristi americani come William H. Macy, Ebon Moss-Bachrach (il cui John Carreyrou risulta ottimo come eroe morale della storia), Sam Waterston e Kurtwood Smith.
Risulta forse un po’ troppo prolissa la storyline di Tyler (Dylan Minnette) e Erika (Camryn Mi-young Kim), che sembrano aver già esaurito la loro funzione all’interno della vicenda. Ma, a quanto pare, agli autori piace ricacciarli ogni tanto nella mischia a forza, forse per sfruttare ancora di più l’effetto-13-Reason-Why che ormai accompagna la figura dell’attore Minnette in qualsiasi produzione a cui prenda parte.
A parte questo comunque, la puntata è ben strutturata e porta direttamente al finale della vicenda. Dopo la mirabile scena plot twist dello scontro al Wall Street Journal e l’intenso dialogo finale, infatti, è solo questione di ore prima che la truffa di Elizabeth Homes venga finalmente a galla.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Cade finalmente il castello di carte costruito intorno a Theranos. Il primo match fra la start-up e i giornalisti del The Wall Street Journal finisce al momento 1-1, ma è solo l’inizio dell’imminente fine di Elizabeth e soci. In compenso, è molto divertente vedere chi c’era tra i “fan” di Theranos dell’epoca.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!