The Flash 3×16 – Into The Speed ForceTEMPO DI LETTURA 6 min

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“Good Lord! Multiverses, breakages, aureas. Easy, bloody easy”

Savitar is come to town. Questo il riassunto della precedente puntata di The Flash. Una puntata-chiave che ha emozionato non poco gli spettatori e ha lasciato dietro di sé mille interrogativi (come salveranno Wally? Chi si nasconde sotto Savitar? Ho spento il forno prima di uscire di casa? ecc…) e numerosi commenti positivi.
In genere dopo un episodio simile, vero e proprio midseason stagionale, le possibili strade da intraprendere sono due: o fare una classica puntata di raccordo in modo da far prendere fiato allo spettatore (e accrescere la tensione fino alle puntate finali), oppure proseguire avanzando nella trama e sperando (per quanto possibile) di restare sulla stessa onda lasciata dallo scorso episodio, operazione difficile perché presuppone di dover aumentare ancora di più l’hype (già altissimo) dello scorso episodio.
Gli sceneggiatori scelgono, invece. una strana via di mezzo facendo una puntata di puro raccordo verticale (quindi optando per la prima possibilità), ma nello stesso tempo ne danno un’impronta molto orizzontale che riemerge soprattutto nelle scene finali.
Tale scelta ha come risultato il fatto che la puntata sembra svegliarsi improvvisamente verso la fine, dopo aver avuto un ritmo altalenante che, nel complesso, è molto lento e ripetitivo.
Era chiaro fin da subito che replicare i fasti di “The Wrath Of Savitar” non sarebbe stato facile ma fatto in questo modo la cosa risulta veramente irritante.
Anche perché il teaser iniziale dell’episodio non fa mistero del fatto che si tratti di una puntata di raccordo: il monologo iniziale di Barry è un puro recap degli avvenimenti appena trascorsi (scelta inutile considerando che ce n’è già uno all’inizio dopo la sigla) e annuncia fin da subito quello che sarà l’obiettivo specifico e verticale dell’episodio: il salvataggio di Wally intrappolato nella Forza di Velocità dopo lo scontro con Savitar.
L’escamotage del multiverso parallelo della Forza (chiamata così da ora in poi per semplicità, e da non confondere con l’altra Forza ovviamente) è perfetto e permette di sviluppare in maniera parallela le diverse storylines tra coloro che scelgono di entrare nella Forza e chi ne rimane fuori. Inoltre, permette un ulteriore elemento di interesse che è il “ritorno”, sebbene momentaneo e virtuale, di numerosi personaggi storici della serie che servono a far salire enormemente l’hype dello spettatore puntando tutto sul cosiddetto “effetto-nostalgia”. Risulta difficile, infatti, non emozionarsi nel rivedere personaggi che hanno fatto la storia del Flarrowverse come Eddie Thawne, Leonard Snart (che si ricollega anche a DC’s Legends Of Tomorrow) e, soprattutto, Jay Garrick (John Wesley Shipp, i cui cammei all’interno della serie sono sempre molto apprezzati) il quale ha la funzione di ridare linfa vitale allo show facendo da deus ex machina per l’episodio e dando al suo personaggio un ulteriore sfaccettatura che lo rende ancora più mitico e umano allo stesso tempo.
Meno interessanti, invece, risultano le storylines al di fuori della Forza che sembrano essere fatte apposta solo per allungare ulteriormente il brodo della puntata e fare qualche pausa ogni tanto dalla storyline principale. Il che, beninteso, non è un male di per sé (ci vogliono anche le pause e i mid-point di puntata), ma qui risultano particolarmente irritanti perché pieni di dialoghi inutili, gag comiche al limite della trivialità, supercazzole spiegoni pseudo-scientifici e scene prettamente soapish che vogliono essere drammatiche e ironiche allo stesso tempo non riuscendo, peraltro, in nessuna delle due modalità.
L’unico elemento che salva questo mondo “al di là della Forza” è la scena finale con lo scontro tra Jesse Quick e Savitar, la sola veramente “action” dell’episodio e quella più importante per la trama orizzontale della stagione.
All’interno della Forza, invece, la modalità a “livelli di gioco” (come in un videogame) funziona discretamente e mantiene costante l’attenzione. Ma la sensazione finale rimane comunque quella di aver assistito a una lunga pausa introspettiva del personaggio di Barry, utile a far prendere fiato allo show e a fare da collante per l’apparizione di tutti i personaggi storici. Per il resto viene sbrigato abbastanza in fretta il “problema-Forza”, talmente tanto in fretta che viene da chiedersi quali fossero i timori iniziali dei protagonisti. Tutti i problemi che il protagonista incontra all’interno di essa non sembrano poi così insormontabili (compresi i Fantasmi del Tempo realizzati con una pessima CGI) per cui tutta la prima parte sembra quasi una presa in giro per lo spettatore e va a discapito della tensione lanciata dallo storia che si perde nel giro di pochi minuti.
In sostanza “Into The Speed Force” è solo una puntata “di pausa” (più che di raccordo) che non riesce (forse neanche vuole) eguagliare i fasti del suo predecessore e quindi facilmente dimenticabile all’interno della stagione (e della serie in generale). C’è di buono che, in genere, puntate del genere servono per dare spazio a fatti successivi più rilevanti e la rivelazione finale dà speranza per le prossime puntate del Velocista più famoso di Central City.

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per The Flash? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELDMarvel’s Agent CarterGotham e Constantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.
  1. HR paragona la Speed Force al “Negative World” di Super Mario. Questo “mondo negativo” potrebbe riferirsi al Minus World.
  2. “By George, I think he’s got it!” è una citazione al film My Fair Lady.
  3. In questo episodio compaiono ben 6 velocisti.
  4. Quando Cisco sta per portare Barry nella Forza di Velocità esclama “verso l’infinito e oltre!” citando la famosa frase di Buzz Lightyear di Toy Story.
  5. Le differenza tra Terra-1 e Terra-19 continuano. Nella versione Earth-19 dei Peanuts, è Charlie Brown a suonare il pianoforte e non Schroeder (che confondere con Schrödinger).
  6. La Forza di Velocità, quando Jay appare sulla scena, gli dice che “is getting slow in his golden age”- La Golden Age è il periodo in cui Jary Garrick apparì e debuttò.
  7. HR esclama una frase che recita così: “He’s not a god, he’s just a man baby!” parodiando la frase di Austin Power: “That ain’t no woman, it’s a man baby!”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ritorni importanti
  • Jay Garrick
  • Scontro Jesse Quick-Savitar e rivelazione finale
  • Dialoghi imbarazzanti
  • Scene che dovrebbero essere comiche ma non lo sono
  • Vanno bene i ritorni importanti ma non si può basare una puntata solo su quello 
  • Perdita in bicchieri (piscine) d’acqua

 

Puntata di raccordo che diventa una palese scusa per inserire personaggi storici della serie, rallentando all’inverosimile la trama. A che pro tutto ciò?

 

The Wrath Of Savitar 3×15 2.52 milioni – 0.9 rating
Into The Speed Force 3×16 2.39 milioni – 0.9 rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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