The Flash 5×05 – All Doll’d UpTEMPO DI LETTURA 3 min

“We’ve got eyes and ears!”
(Cisco entusiasta dopo aver visto Siamo fatti così)

Continua la piega discendente degli episodi di The Flash.
Ad una buona verticalità e intuizioni che, se sfruttate bene, potrebbero salvare lo show, fanno seguito puntate che poco o nulla hanno da raccontare ormai ai propri spettatori. Si fa molto presto a dire quello che ha funzionato in questo episodio: da un villain veramente inquietante e creepy come il Clown-contorsionista (aka Bob Marley indemoniato), che unisce effetti artigianali ad una CGI incredibile, ad un riferimento nostalgico e affettivo al Doctor Stein (sempre compianto!).
È molto più lungo (e spossante per il recensore), invece, descrivere quello che non ha funzionato per niente. Fondamentalmente, le storylines principali della serie si riducono a due grandi tronconi: le vicende famigliari della famiglia West, che rappresentano il lato più soapish dello show, e le indagini del Team-Flash per ritrovare Thomas Snow.
Per quanto riguarda la prima storyline, tutto l’episodio si concentra sul difficile rapporto tra Nora e Iris che, inevitabilmente e con una quotazione alla SNAI di 1.01, si risolve con una riconciliazione tra le due a seguito della scoperta (o riscoperta a seconda dei punti di vista) delle qualità della (futura) madre. Questo mini percorso di formazione, abbastanza prevedibile nel suo esito, pecca di dialoghi assurdi e imbarazzanti atti solo a portare avanti le scene per arrivare ai canonici 40 minuti. Non si spiegherebbe altrimenti tutta la parte di corteggiamento di Barry nei confronti di Iris (i quali, anche da sposati ormai da mesi, si comportano come due adolescenti usciti da un libro di Moccia) con annessa scena di ballo completamente inutile ai fini della trama generale.
Per quanto riguarda invece la storyline del Team-Flash, questa procede solo grazie alle “visioni” di Cisco (che qui fa la parte della Allison Dubois della situazione), un espediente abbastanza elementare e banale per cercare di sbrogliare tutte le difficoltà incontrate. In questo modo si creano numerosi buchi di sceneggiatura causati da autori pigri che, semplicemente, non avevano voglia di sforzarsi a trovare un altro espediente narrativo più elaborato. Il che è praticamente la morte per qualunque serie televisiva abbastanza discreta, figurarsi per The Flash che non brilla di certo tra le serie dell’Arrowverse (numero di spettatori a parte).
A fatica, dunque, si procede verso il finale della puntata che, coerentemente con quanto mostrato, si rivela alquanto mediocre. Più che altro perché la trovata di hackerare Google per controllare i satelliti del Pensatore è un qualcosa a cui avrebbe potuto pensare una qualunque persona con la licenza elementare. Ma originalità delle svolte narrative a parte, quello che colpisce è la totale mancanza di espressione gioiosa nel volto degli attori che lascia la puntata in un clima di sospensione, come se mancasse qualcosa. E quel qualcosa in effetti è proprio un cliffhanger d’effetto che lasci almeno una parvenza di curiosità nello spettatore. Invece nessuna delle due storylines sembra riuscita in questo senso e la puntata si conclude con un finale che non fa né caldo né freddo, privo di emozioni esattamente come le espressioni facciali dei suoi protagonisti.
C’è solo da sperare in un ritorno istantaneo e fulmineo di Cicada (worst nome da villain di sempre) che smuova un po’ l’ambiente caramelloso e piatto in cui si sta impantanando lo show, altrimenti si fa fatica a trovare ancora una ragione per proseguire nella visione.