The Flash arriva al fatidico episodio con cui si sarebbe dovuta aprire questa settima stagione. Un episodio visibilmente distante dalla battaglia contro Eva e dagli avvenimenti collegati al Mirrorverse, non tanto a livello temporale quanto piuttosto a livello narrativo. Central City e Flash, in particolare, hanno necessità di andare avanti, di immagazzinare l’ennesimo brutale lutto e continuare per la propria strada. La città viene rimessa in sesto proprio dal team Flash che si adopera al motto di “Central City Strong”, titolo della puntata.
Se la città cerca di andare avanti elaborando l’ennesima distruzione, lo stesso non si può dire di Barry che si ritrova a rimuginare per delle sue probabili colpe rispetto a quanto accaduto ad Eva, Iris, team Flash e Central City compresa. Non c’è elaborazione da parte sua, quanto piuttosto un voler mascherare il dolore fingendo di essersi ripreso. Una finzione che dura poco e che sfocia nell’ennesimo dialogo in cui un supereroe si addossa le colpe di tutto ciò che gli ruota attorno. Un espediente quantomeno banale, utilizzato spesso e volentieri proprio dai personaggi principali di The CW: Arrow è terminato da poco più di un anno, ma il ricordo di un Oliver Queen corrucciato, triste e pronto a darsi addosso e a prendersi le colpe per tutto è ben fisso nella mente degli spettatori della serie con Stephen Amell.
THE STRENGTH FORCE
Per riaprire le danze, The Flash si rifugia nel passato andando a ripescare Abra Kadabra (precedentemente apparso nella diciottesima puntata della terza stagione) giusto per dare ancora qualche assaggio di viaggi temporali, influssi di universi paralleli, nemici credibili ed un pizzico di dettagli direttamente dal mondo della Forza. Il prestigiatore che arriva dal 64esimo secolo, infatti, porta con sé alcuni indizi interessanti riguardanti la sceneggiatura di questa stagione: in conclusione di puntata infatti, dopo la stretta di mano tra Flash e Philippe (Abra Kadabra) una figura animalesca irrompe in scena con una forza disumana, tanto da provocare delle forti scosse di terremoto. E sembra possa trattarsi di un character noto nei fumetti come Fuerza.
Philippe viene ucciso e Flash viene quasi spremuto a morte: l’essere è presumibilmente il possessore della Strength Force, forza cosmica al pari delle Speed Force (custodita da Allen e compagnia), Sage Force, Still Force. Il richiamo a questa parte della narrativa di Flash potrebbe dar modo di arrivare a nuovi sviluppi, movimentando quella che sembra essere una partenza tutt’altro che convincente.
DETTAGLI E POCO ALTRO
Ad indebolire ulteriormente la scena è poi da sottolineare la totale mancanza di veri e propri scontri: Abra Kadabra e Flash combattono a suon di dialoghi e per quanto pregni di significato e valori sentimentali mancano totalmente di magnetismo. E insomma, quaranta minuti di dialogo sull’importanza della bontà e della gentilezza con il prossimo risultano ad un certo punto anche troppi.
Giusto per non farsi mancare nulla, poi, Barry ed il suo irreprensibile gruppo di amici parla di Abra Kadabra (dopo che quest’ultimo è stato ucciso) come di un eroe che ha sofferto quasi quanto loro per gli effetti della Crisi. Non importa che in questa puntata abbia ucciso poveri innocenti in giro per Central City e quasi scatenato una bomba di antimateria tentando di annichilire l’intera cittadina: basta una stretta di mano con Flash per passare subito dal lato dei buoni ed essere ricordati con affetto. Una certa incoerenza e sufficienza umana da parte di tutti, in particolar modo degli sceneggiatori, ma finché la morale è lasciata in mano ad Iris interpretata da Candice Patton, forse non c’è nemmeno da lamentarsi troppo.
La puntata, a parte il dettaglio della Strength Force presentato, cerca di lasciare altri appunti allo spettatore giusto per creare quel poco di hype per poterlo rivedere seduto sul divano nelle settimane a venire. Il primo riguarda Killer Frost, divisasi da Caitlin Snow dopo un terribile mal di testa (ecco cosa succede a non curare le proprie emicranie); il secondo, già più interessante, è la menzione di Abra Kadabra relativamente ad un futuro nemico di Flash, Chronarch.
Molti dettagli, quindi, alcuni interessanti ed altri meno. Il vero cruccio è il resto della puntata che a fatica si trascina verso la conclusione tra un Mecha-Vibe, dei dialoghi presi dalla peggior commedia sentimentale che si riesca a pensare e dall’incoerenza, elemento fondamentale di “Central City Strong”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La precedente puntata doveva rappresentare, in un mondo idilliaco, la conclusione della sesta stagione e si è dimostrata essere orribile.
Questa quarta puntata avrebbe dovuto presentare un cambio di passo, di prospettiva e di energia. Niente di tutto ciò sembra però essersi realizzato, visto che ad essere stati conservati sono solo gli elementi peggiori (dialoghi rosa confetto); inoltre l’inserimento di alcuni dettagli, seppur positivi, non bastano per rendere sufficienti gli oltre quaranta minuti di puntata. Non resta che sperare nel futuro a questo punto.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.