Volendo essere puntigliosi si potrebbe tranquillamente bollare l’episodio come perfetta continuazione spirituale del precedente episodio e bocciarlo su tutta la linea. E nessuno avrebbe probabilmente da ridire.
Purtroppo risulta difficile a RecenSerie non essere puntigliosi quindi, purtroppo, occorre notare alcuni accorgimenti positivi della puntata che la elevano quasi alla sufficienza.
Quello più evidente è chiaramente la comparsa di Bart Allen, figlio futuro di Barry, che scombina i piani di un 2049 che Flash si immaginava già scritto e rende maggiormente interessante anche il presente.
Ma si tratta dell’ultimo, brevissimo, scorcio di puntata questo. Cosa regalano invece i precedenti quaranta minuti? Tantissime sottotrame, per lo più inutili.
SOTTOTRAME INUTILI E POCO ALTRO
Quelle più evidenti, anche perché totalmente distanti dalla guerra in atto tra Godspeed e Flash, sono le storie riguardanti Joe ed Allegra.
Il primo si ritrova a spalleggiare Kramer nella sua personale ricerca della verità; la seconda dopo aver aiutato Esperanza a liberarsi del chip di Black Hole vede proprio Ultraviolet morirle tra le braccia dopo aver tentato (riuscendoci?) l’attacco ad un commando Black Hole.
Per gettare ulteriore carne al fuoco, la serie vede il ritorno di John Diggle desideroso di aiutare Barry ad intrappolare uno dei cloni di Godspeed e successivamente interrogarlo. Un ritorno che sa di rimpiazzo (d’altra parte Joe è scomparso di scena ormai da diversi episodi) e poco altro visto e considerato che sì, John arriva per aiutare, ma sembra portarsi appresso una crisi mistica-mentale in grado da inabilitarne l’utilità.
Circa mezz’ora di puntata viene racchiusa attorno a queste sottotrame che potrebbero essere semplicisticamente essere additate come inutili, ma che hanno il difetto di allontanare l’attenzione della trama principale (guerra Godspeed-Flash) e da problematiche di carattere ancora non identificabile (Iris e Deon costretto a proteggerla nascondendola nelle varie linee temporali).
I restanti minuti a disposizione della puntata vengono sfruttati da Barry prima lottando contro i vari cloni, poi tentando di andare a spiare il futuro (Nora nel 2049) salvo essere costretto a tornarsene agli Star Lab con la coda tra le gambe a causa sempre dei cloni che sembra non essere in grado di indebolire.
Sintomatico di una sceneggiatura che sembra fare acqua da tutte le parti c’è la sequenza dell’interrogatorio dove uno dei cloni viene richiuso nelle celle dei laboratori che inibiscono i poteri meta (che quindi non intaccano il clone), salvo poi riuscire a fuggire nello stupore generale che ben presto si tramuta in “ah già, vero che con lui non ha effetto”. Sceneggiatura approssimativa e declinata a favore di progressioni narrative che altrimenti non si avrebbero.
ARIA DI CAMBIAMENTO?
“P.O.W.” a differenza di “Enemy At The Gates” ha sicuramente il pregio di contestualizzare la lotta tra i vari cloni, il perché si ritrovino a Central City, aiutando lo spettatore a collocare nello spettro “buoni-cattivi” i vari personaggi in scena. Il vero problema è che dare un banale contesto, a due episodi dalla conclusione, non può essere sufficiente. Soprattutto se più di metà episodio viene sfruttato da storyline disunite dalla trama principale e ben lontane dal poter essere definite interessanti. Anche in questo episodio, inoltre, l’assenza di Candice Patton viene gestito in maniera pressoché oscena fino a quando, fortunatamente, si decide di riesumare l’attrice per farle spiccicare giusto due parole e salvare le apparenze e dare una giustificazione all’entrata in scena di Deon.
I prossimi due episodi (evidentemente collegati, considerati i titoli) sanciranno definitivamente cosa è stata questa settima stagione, nata male (con episodi sottratti alla sesta stagione e riadattati in questo nuovo ciclo narrativo), proseguita anche peggio (emorragie di personaggi principali ogni due episodi) e che si sta per concludere in maniera decisamente anonima e priva di pathos. Allo show occorre una scossa e forse l’arrivo di Nora e Bart potrebbe essere quello di cui The Flash ha veramente bisogno: nuova energia, nuovi volti credibili, nuove storie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Due episodi alla conclusione alla conclusione e The Flash colleziona l’ennesimo episodio sottotono per una stagione nata male e progredita anche peggio. Nora e Bart Allen riusciranno a risollevare “le sorti dell’umana stirpe”?
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.