The Good Wife 7×02 – InnocentsTEMPO DI LETTURA 4 min

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Nella metà degli anni dieci di questo nuovo secolo e millennio, alla luce di tante e continue rivoluzioni nel campo seriale, alcune stelle non smetteranno mai di brillare. Persi nel caos di serie evento, di kolossal del piccolo schermo, di remake, di annunci, esistono quei lavori che indisturbati proseguono il loro percorso iniziato in tempi televisivi ormai remoti, senza soffrire alcun tipo di stanchezza. E sono pochi a dire il vero.
In un periodo in cui tutto quello che deriva da un canale generalista cerca esclusivamente, a dispetto della qualità, lo spensierato intrattenimento, rivolto a grandi e piccini, giovani e meno giovani, qualcosa ancora riesce a tenere testa ai giganti del via cavo. Sono due show della CBS: Person Of Interest e The Good Wife. Il primo sta pagando le conseguenze di una non facilissima accessibilità intellettiva, con una (probabilmente ultima) stagione dimezzata, il secondo si erge in un piedistallo, guarda in basso i polizieschi con vita breve, gli ennesimi reboot o rifacimenti, le solite storie mediche/poliziesche/horror/supereroistiche, e ride.
“Innocents” è un episodio tosto. E’ un episodio che ci si potrebbe permettere solo in una settima stagione, con la coscienza di non aver sbagliato quasi niente in precedenza. Il tema della pedo-pornografia, mischiato al dilemma sull’inattaccabilità dell’arte, è quanto più oggi rappresenti l’essenza di The Good Wife. Temi pesanti narrati con piglio leggero e frizzante; questioni libertine attaccate ferocemente dalla nostra protagonista perché l’unica cosa che importa è la legge scritta. E quanto più se ne possa guadagnare da questa.
Alicia si è rinnovata per l’ennesima volta. Dalla gavetta nello studio legale Lockhart&Gardner, a socia, a fondatrice di uno studio a suo nome, a candidata eletta a procuratrice, di nuovo a fare gavetta come avvocato per le cauzioni. Un’epopea, scritta e fatta evolvere con equilibrio magistrale, non senza qualche colpo improvviso, con la capacità di affrontare casi verticali che dopo sette anni mantengono ancora un’originalità utile a intrigare gli spettatori immersi in un’aula di tribunale.
Si sceglie un tema che in altri casi sarebbe censuratissimo, aggiungendoci il particolare morboso del genitore libertino, lo si affronta senza particolare gravità e lo si fa equivalere a qualsiasi altro tipo di caso che sia capitato precedentemente. Lo spettatore ovviamente assorbe tale impatto non senza qualche difficoltà. Ma questo è The Good Wife, questa è stata la vera filosofia sin dal primo momento. Non si deve avere una direzione precisa dal punto di vista dell’ideologia o dell’etica, di ciò che è giusto o di ciò che è sbagliato. L’avvocato deve fare il suo lavoro, interpretando e richiamando all’attenzione, come moderni predicatori, ciò che è scritto in articoli, codici e comma.
C’era amarezza per come erano finite le cose lo scorso anno sul versante politico. L’ambiziosa scelta narrativa, poi, di far candidare Peter a vice di Hillary – mischiando così pericolosamente la finzione con la realtà – potrebbe regalarci non una grande attesa sull’esito di tale trama elettorale. Tuttavia ci pensa Eli e una grandiosa Margo Martindale, quanto odiosa Ruth, a ridestarci con i soliti intrighi e sviluppi paralleli alle vicende di tribunale. Il coinvolgimento di Alicia con l’ambiguo Landau, chissà, potrebbe non chiudere definitivamente la porta della politica alla signora Florrick.
Staticità ma anche curiosità, invece, per quanto riguarda lo studio di Diane e Cary (come si chiamerà ormai? Si è perso il conto). Lo scontro tra Howard e Cary rappresenta l’ultima spiaggia, nel creare un qualche tipo di dinamica all’interno di un ambiente tanto stravolto quanto stantio. Certo è che una figura come quella dell’anziano avvocato necessitava un qualche tipo di scossa per non essere considerato sprecato in funzione di sola linea comica. Chissà che non si riescano a trovare nuove strade per il nuovo ma anche storico studio legale, teatro di tanti eventi passati.
Come il resto di The Good Wife ci ha sempre insegnato, non sono i primi due episodi utili per tracciare ciò che potrà avvenire nella stagione (ricordate il fulmine a ciel sereno di “Hitting The Fan” o, peggio ancora, di “Dramatics, Your Honor“). Con la freschezza data dalle new entry e dal nuovo status della protagonista, attendiamo fiduciosi.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un caso forte, scomodo, fastidioso
  • Il giudice a digiuno
  • Il nuovo detective, intrigantissimo nella sua esagerazione
  • Le trame di Eli
  • Un nuovo, ben costruito, ruolo per Grace
  • Lucca nuova tipologia di avvocato, più diretto e con meno scrupoli, ergo ottimo acquisto
  • Ciò che avviene dentro la Lokhart&Agos (o come si chiama) ancora deve essere ben decifrato
Non è un episodio che fa urlare al capolavoro, eppure sono 40 minuti che scorrono rapidi, divertendo e incuriosendo. Occorre ringraziare ed avere fiducia perché stiamo pur sempre parlando di una settima stagione gestita da chi, nelle prime sei, ha sbagliato poco e niente.
Bond 7×01 9.25 milioni – 1.2 rating
Innocents 7×02 8.82 milioni – 1.2 rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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