“Get out.”
Un episodio intimo. Pochi scenari, pochi cambi di fronte, pochi temi. Un caso del giorno caratterizzato dalla classica ambiguità di fondo dipinta dal mondo legale di TGW, conflitti interiori da parte di persone il cui lavoro è non avere scrupoli.
Non ci sono corse sfrenate, sentenze dell’ultimo secondo, cervellotici intrighi politici, guest star d’eccezione.
“KSR” è un episodio – un midseason finale – che da un lato pone un punto, dall’altro apre delle porte verso cui i personaggi avevano sempre girato intorno, senza sognarsi mai di toccarne le maniglie.
Che la moralità di Alicia si sposasse alla perfezione con l’ambiente ambiguo della corte, non staremo certo qui a ripeterlo. Il caso verticale, infatti, non fa altro che presentare l’ennesima situazione in cui la giustizia, la legge scritta laicamente su carta, si va a scontrare con una legge interiore e soggettiva. Si può forse fare un processo alle intenzioni? Dove finisce l’intenzione e inizia l’associazione a delinquere? Che l’intenzione poi riguardasse il simpatico trittico Kidnap Sedate Rape è un dettaglio che la giuria ha avuto la mala accortezza di considerare “troppo”. E’ stata quindi ingiusta la delibera del giudice di liberare un personaggio dalle fantasie socialmente inaccettabili, eppure chirurgo capace di salvare molte vite?
Non ce ne frega niente. Quello che realmente ci importa è l’influenza che Alicia ha esercitato nei confronti del giudice. Qualcuno un tempo diceva “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Ecco, noi, per la settima stagione consecutiva, altro non facciamo che guardare una persona che ha grande potere, grandi influenze, il cui unico desiderio è fare bene il suo lavoro, lasciando da parte la sua fama, i suoi – appunto – “poteri”. Ma come ogni persona potente, spesso capita di approfittarsene incoscientemente. Il ricattabile giudice di “Cooked” ce ne ha qui dato una dimostrazione, con il suo fragilissimo sguardo finale. Ciò che spaventa Alicia, però, non è certo la possibile fragilità e paura di un uomo che non è mai stato troppo retto, pur nel suo importante ruolo. Ciò che Alicia teme è l’ambiguità. Siamo forse noi spettatori certi al 100% che la decisione finale del giudice sia semplicemente dovuta alla sua debole posizione nei confronti di Alicia? Sappiamo soltanto, per ora, che Alicia, consapevole o meno, ha usato la cosa a suo vantaggio.
Porte che iniziano ad aprirsi, quindi. Persone che hanno girato intorno ad un potenziale ruolo ma che non si sono mai sentite di abbracciarlo del tutto.
Prendiamo Cary, ad esempio. Sempre al confine tra la brava persona che in fondo potrebbe essere e lo spregiudicato rampante avvocato in carriera. Lo abbiamo visto fuggire dalla parte dei “ribelli”, al fianco di Alicia. Lo abbiamo visto umanamente vicino anche a personaggi a lui opposti. E’ per questo motivo che risulta così forte la “coltellata di gruppo” che attua nei confronti di persone che, tutto sommato, sono quello che lui era un paio di stagioni anni prima. Con una piccola differenza, quella piccola differenza che caratterizza così tanto gli scontri generazionali. Cary è convinto – e forse convince anche noi spettatori – di essere meglio di loro. Cary e Alicia, nella quinta stagione, inseguivano il sogno di uno studio tutto loro. Abbiamo visto questo studio emergere all’interno di un appartamento, lo abbiamo visto pessimisticamente essere fagocitato geograficamente da quella che a tutti gli effetti era la Lockhart&Gardner. Per questo motivo una smorfia di disgusto si dipana nei nostri volti quando sentiamo i fuggiaschi esprimere il loro grande sogno di unirsi al tentatore Canning. Figura verso cui Alicia ha sempre eretto un’enorme barriera.
Ma c’è anche chi ha più che mai stravolto il nostro ruolo di spettatori. Eli, colui che ha fatto affezionare un fandom intero ad un lobbista senza scrupoli. Forse proprio perché era possibile scorgere in lui quel barlume di umanità soffocata da chili di strategie politiche che tutto avevano tranne che umanità. La cotta nei confronti di Courtney Page è stata solo il punto finale (abbastanza breve, a dire il vero) di un processo di umanizzazione definitiva, iniziata con l’enorme rabbia nei confronti dell’abbandono di Peter, con conseguente gelosia per la nuova arrivata Ruth. E’ stato un attimo, prima di vedere le cose sotto un’altra prospettiva. Alicia non è più la “santa” arma vincente di agguerrite propagande elettorali. Alicia è una donna, una buona donna e brava moglie che vorrebbe solo avere una sua vita e che vorrebbe solo essere lasciata in pace. Non si sognerebbe mai di intralciare la vita politica del marito, le piacerebbe soltanto che non venisse intralciata la sua.
Questo Eli alla fine lo capisce. Forse, però, troppo tardi. La sua strada di redenzione apre un armadio da cui cade l’ingombrante scheletro di Will Gardner. Quel segreto che aveva tanto tormentato l’intera seconda stagione, che anche noi ad un certo punto avevamo lasciato perdere. Alicia finalmente sa e, da seduta, con reazione silenziosa, sembra far nascere qualcosa di nuovo. Ma noi lo sapremo solo nel 2016.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Discovery 7×09 | 7.94 milioni – 0.9 rating |
KSR 7X10 | 8.49 milioni – 1.1 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.