Esistono dei buchi, delle zone grige che non suscitano poi questo grande interesse per la narrativa.
Esistono poi delle tematiche il cui progresso è in continua evoluzione, come la medicina. Per questo motivo, raccontare un medical drama nei giorni nostri vuol dire predisporre il racconto ad un anacronismo quasi immediato.
Unendo questi due fattori, otteniamo l’anti-serie: una tematica in continua evoluzione indietro nel tempo, in una zona temporale di cui si parla sempre molto poco. Boardwalk Empire raccontava il proibizionismo, delimitando i fatti con l’inizio e la fine di tale periodo storico. The Knick non vuole raccontare progressi, che non siano sporadiche intuizioni mediche, in ogni caso antiquate e tanto distanti dalla nostra concezione. E’ tutto così fermo e cristallizzato, in quella che abbiamo definito anti-serie, che ogni secondo dei 55 minuti dell’episodio è assorbito con rapimento estatico. La trama passa in secondo piano quando lo scenario presentato, con sfumature così accentuate di nero e rosso, ci porta indietro in un periodo così sconosciuto e fuori dai radar della narrativa di costume.
Le luci sono uguali in quasi tutte le sequenze, idem per le scenografie, senza contare il look dei personaggi: l’impressione è quella di un unico fluido contesto onirico, dove ci rendiamo conto di cosa stia effettivamente accadendo a sequenza già abbondantemente iniziata.
Poco Thackery in questo episodio. Il medico è ricaduto in tempo record nella spirale della droga, mai come ora eccitato dalle possibilità combinatorie delle due sostanze con cui ha avuto modo di fare conoscenza. Senza contare i nuovi esperimenti per la cura della sifilide che, insieme ad Edwards, inizia ad intraprendere. Sicuramente gli appassionati nel campo, sebbene in un contesto estremamente arcaico, avranno di che gioire.
Il resto dei personaggi sta invece subendo quell’espansione a macchia d’olio che caratterizza le migliori storiche serie via cavo. Prendendo un sommo esempio, The Wire aveva la straordinaria capacità, in ogni stagione, di potenziare il parco personaggi, rendendo indipendenti e principali quelli che, la stagione o l’episodio prima, erano dei comprimari. Quando una serie riesce a mantenere vivo l’interesse per personaggi esterni al protagonista o a eventuali co-protagonisti, senza dare l’impressione di divagare dal soggetto principale della serie, allora si può parlare di una scrittura come si deve. L’entropia dovrà essere la principale legge che, come nella vita, regnerà nella serialità televisiva di un certo livello. In caso non si voglia (o non si possa) seguire quella strada, allora occorrerà concentrare tutti gli eventi su un solo carismatico personaggio che tenga alta l’attenzione.
Che il carisma di Clive Owen sia così poco presente, in questo terzo episodio, è la dimostrazione che si sta procedendo per la giusta strada.
Quella che era un’impressione nei primi due episodi si trasforma in conferma in questo terzo, dove la concentrazione nell’ospedale Knick, tipica della prima stagione, si va smantellando, seguendo i singoli personaggi nella loro privacy e nella loro quotidianità. Questo sia per chi ha abbandonato l’ospedale – come Cornelia o Bertie – sia per chi sta subendo un approfondimento familiare particolarmente accurato – vedi Lucy. Proprio quest’ultima ci mostra, grazie al simpatico siparietto con il padre predicatore, di come quelli mostrati siano veri e propri secoli bui, disegnati alla perfezione dalla già citata scenografia, oltre che dalla claustrofobica, anacronistica e azzeccatissima colonna sonora.
Che siano progressiste opinioni di eugenetica, veri e propri crimini di religione sull’aborto, matrimoni nascosti, esperimenti su maiali, il nostro voyeurismo si spinge agli estremi. Vorremmo vedere di più, con il nostro apprezzamento che aumenta in maniera direttamente proporzionale alle dimostrazioni di arretratezza regalateci da questi primi anni di ormai lontano ventesimo secolo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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You’re No Rose 2×02 | 0.23 milioni – ND rating |
The Best With The Best To Get The Best 2×03 | 0.20 milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.