The Late Night With Recenserie 2×03 – Teen Drama… C’Eravamo Tanto AmatiTEMPO DI LETTURA 7 min

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The Late Night With Recenserie

Buona notte a tutti.
Ritorna per la seconda stagione il Late Night Show, l’appuntamento bimensile più atteso dagli appassionati delle serie tv e dagli stessi recensori di Recenserie, finalmente chiamati a dire la loro con opinioni non richieste al di fuori delle “restrizioni” delle recensioni. Così come i famosi Late Night Show americani da cui traiamo apertamente ispirazione, anche questo appuntamento, previsto ogni due giovedì notte, è necessariamente costituito da alcuni “ospiti” che in quest’occasione portano il nome di Eros, Michela e Martin Moody. Il tema di questo terzo appuntamento riguarderà i teen drama, genere televisivo sempre più presente oggi come oggi nei palinsesti televisivi (e nei canali streaming) ma senza un effettivo modello di riferimento moderno. 

 

  • I cambiamenti tra una una generazione e l’altra sono innegabili, da questo punto di vista come pensi si siano evoluti i teen drama nel raccontare le realtà correnti?

    EROS: I teen drama, come tutti i prodotti televisivi, calcano le orme della cultura, delle mode e delle novità dell’epoca. Oggigiorno, e forse non solo oggi, il pubblico vuole vedere ciò in cui crede e cosa in cui si ritrova. Le difficoltà che affrontano ora i giovani sono diverse da quelle dei loro genitori, così accade nei teen drama. Inoltre, anche la sensibilità ora è differente, cosa che porta le serie odierne ad essere più dirette, più veloci e senza limiti.

    MICHELA: Ogni generazione, o meglio, ogni decennio ha avuto il suo teen drama portabandiera (sebbene ultimamente questo fenomeno stia scemando) ed ogni periodo ha portato con sé nuovi soggetti, nuove prospettive e nuove tematiche da analizzare e rappresentare. E’ normale, dunque, che un teen drama si adegui all’epoca e al pubblico di riferimento. L’unica differenza con i prodotti dedicati agli young adults di dieci o venti anni fa è l’accesso a queste determinate produzioni, la loro disponibilità ed il modo di “viverle”.

    MARTIN: Rispondendo magari in maniera scontata, sicuramente il connubio social network + internet ha letteralmente allargato i confini che c’erano prima nei decenni passati dove solamente TV e passaparola erano necessari. Di conseguenza anche la riproposizione di classici teen drama non può più funzionare e Gossip Girl è probabilmente stato l’ultimo della sua specie (nonostante il reboot stia venendo attualmente girato). Onestamente non credo che i teen drama siano riusciti a stare al passo col tempo e gli unici che attualmente stanno acquistando un po’ di attenzione sono Euphoria e Genera+ion, entrambi prodotti da canali via cavo (anche considerando HBO Max come tale). La difficoltà fondamentale secondo me è proprio relativo al rapido salto generazionale che c’è stato negli ultimi 5 anni e che, di conseguenza, non ha prodotto così tanti sceneggiatori in grado di “tenere il ritmo” e produrre qualcosa di appetibile e attuale.

 

  • Dall’overdose di Marissa a Tijuana (The OC) alla rappresentazione più cruda della tossicodipendenza in Euphoria. Pensi che il cambio di passo sia il prodotto di un target ormai meno morigerato o è frutto di un approccio più diretto sviluppato dalla TV negli ultimi anni?

    EROS: Come accennato nella domanda precedente, i teen drama seguono l’attualità. Ormai in televisione non ci sono più inibizioni e quando si cerca di portare un messaggio lo si fa nel modo più crudo possibile, per colpire il cuore sempre più duro dello spettatore. I teen drama, per andare nel segno, hanno bisogno di essere efferati e non avere paura di osare, altrimenti rischiano di finire dimenticati o di venire etichettati come “serie per ragazzini”. I produttori, quindi, sanno che ciò che lascia il segno non viene dimenticato, allora puntano in tutti i modi di restare nella memoria degli spettatori.

    MICHELA: I due concetti sono concatenati e l’uno la diretta conseguenza dell’altro. Prendendo l’esempio della tossicodipenza, il problema della droga c’è sempre stato, non è caratterizzante di una generazione specifica. Ad essere cambiata è la società che ci circonda e che, quindi, circonda gli adolescenti o i cosiddetti young adults (target principale dei teen drama). La televisione è anch’essa specchio della società e, naturalmente, si è adeguata ai cambiamenti. Il pubblico non è diventato meno morigerato, semplicemente si è abituato ad un determinato prodotto e sua rappresentazione. Logicamente, l’obiettivo dei i teen drama è quello di essere il più possibile esemplificativi, modificandosi ed adeguandosi alle richieste dei fruitori.

    MARTIN: Credo che sia dovuto principalmente alla domanda sempre più variegata e anche “adulta” che si è sviluppata negli ultimi anni. La morte di Marissa è stato il vaso di Pandora che si è aperto, ma i veri cambiamenti stanno avvenendo proprio ora grazie alla libera fruizione di un enorme catalogo che sta abituando lo spettatore a molte cose diverse.

 

  • I teen drama puntano ad un taglio di pubblico, come prevedibile, adolescenziale. È il puro e semplice bisogno di binge watching che costringe dei quasi (o oltre) trentenni alla visione di questi prodotti oppure si nasconde altro sotto la superficie?

    EROS: Probabilmente sono entrambe le opzioni. Chi fa incetta di serie, con i teen drama, si trova davanti dei prodotti generalmente non troppo difficili da digerire, senza doversi impegnare troppo nella visione. Dall’altra parte, gli ultratrentenni che si piazzano su Netflix a guardare questa tipologia di prodotto, potrebbero trovare nei giovani ragazzi che si vedono in scena dei punti di riferimento, da prendere ad esempio, oppure rivedere se stessi da giovani, con tutte le difficoltà del caso. Le possibilità possono essere molteplici, così come le volontà degli autori, che possono puntare all’una o all’altra opzione.

    MICHELA: Come già accennato nelle due risposte precedenti, i teen drama odierni sono cambiati rispetto al passato e si sono omologati al pubblico che vogliono rappresentare. Naturalmente, questo ha comportato una modifica delle tematiche, ma soprattutto, nel modo di riprodurle sul piccolo schermo. Inoltre, il concetto stesso di teen drama non è più così definito come una volta e può contenere al suo interno tante accezioni diverse. Proprio per questi motivi anche un pubblico più attempato (come la sottoscritta) potrebbe benissimo apprezzare un prodotto di questo tipo, purché fatto bene.

    MARTIN: E se tutto fosse frutto semplicemente di un’adolescenza che non si vuole abbandonare?

 

  • Ogni generazione negli ultimi decenni ha avuto sempre un teen drama di riferimento: Beverly Hills 90210, Dawson’s Creek, The O.C., Gossip Girl. Tu pensi ci sia un teen drama di riferimento oggi come oggi? Nel caso in cui non ci fosse, attorno a quali elementi dovrebbe girare uno show per essere visto come prototipo del teen drama moderno?

    EROS: E’ difficile pensare ad un unico teen drama di riferimento. Attualmente, grazie alla golden age dei prodotti televisivi seriali, il pubblico ha un enorme scelta che può ricoprire quasi tutti i gusti di una persona. Se si vuole prendere ad esempio il pubblico generalista Riverdale e 13 Reasons Why sono negli ultimi anni i teen drama più chiacchierati, quelli che sono riusciti a riscuotere più successo tra i giovani ragazzi. Passando dall’altro lato, per chi cerca show più ricercati ed innovativi, Euphoria e We Are Who We Are sono decisamente un punto di riferimento.

    MICHELA: Purtroppo è uno dei grandi difetti di questa nuovissima generazione di series addicted: non avere un teen drama con la T e la D maiuscole che riesca ad essere per loro un comune denominatore. L’inizio di questa peculiare mancanza ha cominciato a delinearsi qualche anno fa con l’espansione a livello mondiale di Netflix e Prime Video che hanno completamente trasformato la fruizione delle serie tv da parte del pubblico. Allo stesso tempo, la quantità di show è aumentata esponenzialmente rispetto agli anni passati. Il calderone dal quale scegliere è molto ricco, ma, proprio per questo, si è persa quella incisività, impatto culturale ed innovazione che, invece, hanno avuto altri teen drama. Basti pensare a Beverly Hills, Dawson’s Creek o The O.C.: a distanza di vent’anni (o anche di più) se ne continua a parlare. Penso sia fisiologico, proprio in virtù di questa nuova esperienza seriale; tanti prodotti disponibili, alcuni sicuramente migliori di altri, ma che faticano ad emergere come “rappresentanti” di una generazione. Aggiungiamoci pure che i tempi sono cambiati (non è semplicemente un modo di dire) ed essere originali nel 2021 è un’impresa ardua ed il gioco è fatto.

    MARTIN: Credo che Euphoria sia il teen drama di riferimento, soprattutto grazie all’attenzione acquistata per avere Zendaya come protagonista e per gli Emmy vinti (uno tra l’altro proprio da lei). Tuttavia la vera domanda che mi sorge, visto e constatato quanto Zendaya sia un fenomeno mediatico, è: avrebbe avuto lo stesso successo se non ci fosse stata lei come protagonista? Perché da questo si può veramente contraddistinguere il teen drama di riferimento da quello che è invece famoso per via di un attore famoso. E direi che in questo caso la fama è principalmente dovuta a Zendaya.

Grazie e buona notte a tutti.

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