“This visit is false. We are false.”
“How false? Your father is the Emperor. As one day you shall be.”
“My father allowed his generals to use his throne as a shield for their ambition. We merely preside over its undoing. […] I’m worried about the Nazis. Don’t you see? We travel on ocean liners, and they on rocket ships. A stark difference in technology. We are but an island nation losing our grip on our colonies while the Nazis tighten theirs.”
Più si guarda The Man In The High Castle e più si percepisce un rumore di fondo, un white noise, che si fa sempre più forte e che nel giro di qualche puntata diventerà chiaro e udibile a tutti. Non si tratta di un vero suono presente all’interno della puntata, quanto piuttosto di una sensazione sempre più vivida che le cose peggioreranno (in senso buono per noi spettatori) a breve. L’equilibrio costruito tra il Greater Nazi Reich e i Japanese Pacific States sta venendo sempre meno, andando verso uno spostamento della bilancia in favore dei tedeschi, in tal senso l’analisi fatta dal figlio dell’Imperatore giapponese è fin troppo lucida. C’è un divario via via sempre più grande nel mondo ucronico dipinto da Philip K. Dick, un divario non solo di pensiero ma soprattutto tecnologico che, per forza di cose, porterà ad un’altra inevitabile guerra, questa volta per la supremazia del mondo intero.
I Giapponesi sono consci del loro status di inferiorità nei confronti dei tedeschi, tuttavia tentano in ogni modo di mantenere intatto il loro potere non cedendo, ove si può, alle pressioni naziste. Con Hitler gravemente malato ed una lotta al trono i cui echi già si sentono, è chiaro che il conflitto tra le due potenze è una questione di tempo e non esiste un “se”, solo un “quando”.
“The Illustrated Woman” rende molto bene la situazione e, per la prima volta dopo il “Pilot” e “Sunrise” che hanno funto da prologo all’intera serie, si comincia a vedere la trama imbastita da Frank Spotnitz. La situazione nella Neutral Zone si fa finalmente intensa con l’introduzione di un personaggio che, se usato adeguatamente e non bruciato subito, potrebbe innalzare ulteriormente il livello della serie: The Marshall. Il character interpretato da uno splendido ed impassibile Burn Gorman è un mastino senza pietà totalmente devoto al lavoro, lavoro che vede nella caccia agli ebrei fuggiti dai campi di concentramento la sua attività primaria. Nell’istante in cui compare nella serie si respira già un’altra aria e la storyline di Juliana e Joe cambia totalmente atmosfera, evolvendosi in una più sofisticata gara di sopravvivenza. Se per Juliana questo rappresenta il naturale evolversi degli eventi che ci si aspetterebbe da una ribelle che porta con sè il filmato di The Man In The High Castle, per Joe è un cambiamento non pianificato. Il suo doppio gioco lo sta portando in una situazione in cui per forza di cose dovrà scegliere uno schieramento e, in tal senso, è già abbastanza scontato che l’ormone galoppante batterà la paura e la reverenza dell’Obergruppenführer. Magari non è una decisione immediata ma nel giro di un paio di episodi o si trasformerà in un triplo gioco o si dissolverà nell’aere definitivamente. Qualsiasi scelta compia, comunque, da Canon City ne uscirà cambiato.
Il character che sta subendo la maggior miglior trasformazione è però Frank Frink, l’attuale fidanzato di Juliana. Se nel “Pilot” non aveva convinto granchè, dalla scorsa puntata in poi è stato dato il via ad un processo di crescita che lo sta portando via via ad assumere una posizione sempre più rilevante, superando addirittura il ruolo di Juliana (anche a livello interpretativo basta poco per superare la performance di Alexa Davalos). Quello che colpisce di lui è il modo in cui viene reso vivido il cambiamento di logica e di comportamento, un cambio esistenziale in un uomo che per sua stessa ammissione voleva vivere la sua libertà a testa bassa, senza dare nell’occhio, in un mondo dove la libertà di fatto non esiste perchè essa stessa concessione di un regime autoritario in cui non è nemmeno idealizzata. La libertà che viveva Frank non era reale, d’altronde non può esistere libertà sotto un regime autoritario e totalitario come quello Giapponese o Nazista. Ora se ne sta rendendo conto anche lui, inconsciamente ancora per adesso, ma già il fatto di progettare un attentato fa capire a che punto si è già spinto il personaggio e fino a dove potrebbe spingersi. Siamo solo alla terza puntata e le potenzialità sono enormi. Non aspettiamo altro.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sunrise 1×02 | ND milioni – ND rating |
The Illustrated Woman 1×03 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.