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Dopo i primi due episodi volti a presentare la storyline di Karim e a seguire le vicende di Praire/Nina catapultata in una realtà alternativa, il focus di questo terzo episodio, intitolato “Magic Mirror”, si sposta in Michigan dagli altri protagonisti della prima stagione dello show. Il gruppo dei sopravvissuti alla sparatoria deve affrontare non solo la “morte” di Praire Johnson (che noi sappiamo essere in realtà Nina Azarova), ma anche le conseguenze degli eventi del season finale. Ancora scossi dalla sparatoria e tormentati dal fatto di essersi salvati, mentre Praire, il collante del gruppo, colei che aveva unito personaggi e personalità così diverse ma allo stesso tempo così uguali nelle loro fragilità, si ritrova distesa in una bara aperta, i ragazzi cercano di dare un senso a ciò che è avvenuto. Il confronto tra Alfonso e Steve mette in risalto i due diversi modi di reagire al dolore e agli incredibili racconti di Praire. French si dimostra razionale, più cinico e distaccato, complice anche il fatto di avere seri dubbi sulla veridicità di quanto narrato dalla giovane Johnson; Steve, invece, legatosi a OA più di tutti (questo, infatti, è il nome con il quale Steve parla della ragazza, mentre Alfonso usa sempre e solo Praire), continua a vederla come l’unica via di fuga da una quotidianità “shitty and pathetic”, come detto da lui stesso. Spetta a Buck essere l’ago della bilancia, infatti la sua figura, scelta come tramite da Rachel, non è casuale. Arrivati a questo punto della storia, gli spettatori avranno cominciato a unire i puntini e a raccogliere gli indizi lasciati dagli sceneggiatori: quel Mrs. Vu pronunciato più volte, ha ridestato nella mente del pubblico delle informazioni, dei dettagli assopiti, che pensavano di essersi dimenticati, ma che ora hanno un peso gigantesco nel meccanismo della trama. Come un fulmine a ciel sereno ci ricordiamo che il vero nome di Buck è Michelle e allora scorriamo indietro alla season premiere, per ritrovare la scena in cui la Mrs. Vu della realtà di Karim mostra la foto di sua nipote. In una sorta di mindblowing plot-twist ci chiediamo se davvero Buck e Michelle possano essere la stessa persona, ma di due realtà alternative e parallele. Michelle ha davvero concluso il gioco e ha viaggiato fino alla dimensione di Buck o si trova addirittura in una realtà ancora diversa? Un altro grande protagonista del gruppo del Michigan è sicuramente BBA. I creatori della serie, infatti, sottolineano il peso significativo di questo personaggio con una scena onirica dove Theo, il gemello deceduto di BBA, le chiede aiuto.
Dopo aver capito che le note intonate da Rachel altro non sono che le iniziali della ex professoressa, i ragazzi si recano da BBA e le raccontano tutto. Inizia, così, un viaggio on the road per recuperare lo specchio e cercare di ricontattare, o meglio, essere ricontattati da Rachel. C’è da chiedersi se tutto questo sia legato alla stanza segreta nel laboratorio di Hap: cos’ha visto di così sconvolgente la giovane DeGrasso? E’ per questo che sta tentando di aiutare gli amici di Praire? Il viaggio dei sopravvissuti del Michigan, li porta a bussare alla porta di Aunt Lily, una medium, che si offre di assisterli dopo un lauto compenso. In un’inquietante sequenza degna del miglior film horror, lo spirito di Rachel contatta i ragazzi e comunica con loro con lo stesso metodo usato per Praire e Scott: le immagini. Sullo schermo della televisione compaiono delle scene tratte da film (si noti e si apprezzi la citazione di “The Descent”) e spot pubblicitari che rimarcano, ancora una volta, l’importanza del personaggio di BBA. Il messaggio finale, difatti, recita “Only safe for BBA to go”. La professoressa, quindi, potrebbe essere una potenziale sensitiva o un potenziale tramite per rintracciare OA e viaggiare con lei in un’altra dimensione?
Il rosso rosone della casa di Nob Hill si staglia minaccioso sullo schermo nero, come il cerchio bianco a conclusione del famoso video di The Ring e unisce anche questa storyline all’enigma principale della stagione.
Dopo aver capito che le note intonate da Rachel altro non sono che le iniziali della ex professoressa, i ragazzi si recano da BBA e le raccontano tutto. Inizia, così, un viaggio on the road per recuperare lo specchio e cercare di ricontattare, o meglio, essere ricontattati da Rachel. C’è da chiedersi se tutto questo sia legato alla stanza segreta nel laboratorio di Hap: cos’ha visto di così sconvolgente la giovane DeGrasso? E’ per questo che sta tentando di aiutare gli amici di Praire? Il viaggio dei sopravvissuti del Michigan, li porta a bussare alla porta di Aunt Lily, una medium, che si offre di assisterli dopo un lauto compenso. In un’inquietante sequenza degna del miglior film horror, lo spirito di Rachel contatta i ragazzi e comunica con loro con lo stesso metodo usato per Praire e Scott: le immagini. Sullo schermo della televisione compaiono delle scene tratte da film (si noti e si apprezzi la citazione di “The Descent”) e spot pubblicitari che rimarcano, ancora una volta, l’importanza del personaggio di BBA. Il messaggio finale, difatti, recita “Only safe for BBA to go”. La professoressa, quindi, potrebbe essere una potenziale sensitiva o un potenziale tramite per rintracciare OA e viaggiare con lei in un’altra dimensione?
Il rosso rosone della casa di Nob Hill si staglia minaccioso sullo schermo nero, come il cerchio bianco a conclusione del famoso video di The Ring e unisce anche questa storyline all’enigma principale della stagione.
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Giunti al terzo episodio della seconda stagione di The OA, capiamo quanto lo show stia superando le nostre aspettative e quanto la creatività di Brit Marling possa osare in campo seriale. In un crescendo di enigmi, misteri e colpi di scena, la serie Netflix conquista il suo pubblico e regala un’altra ottima esperienza di binge watching.
Treasure Island 2×02 | ND milioni – ND rating |
Magic Mirror 2×03 | ND milioni – ND rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.