The OA 2×01 – Angel Of DeathTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Se qualcuno mastica serie TV da una sufficiente quantità di tempo, intuirà che effettivamente c’è la possibilità che le mosse dei cinque personaggi all’interno della mensa potrebbero se non altro aver spostato il centro della narrazione da un’altra parte, per cui sarebbe effettivamente necessaria una seconda stagione.”

Così, il 28 dicembre 2016, si chiudeva la recensione del finale della prima stagione. Recensione che, con questa, aveva in comune l’autore. Recensione la cui lettura è stata necessaria per attivare definitivamente la memoria su ciò che era avvenuto, dopo averla preventivamente risvegliata con i 68 minuti di première di questa (sospirata) seconda stagione.
Effettivamente il centro della narrazione si sposta. Si sposta sia perché Prairie/Nina finisce da un’altra parte, sia perché gli autori decidono di aprire un filone completamente nuovo che presumibilmente convergerà con la narrazione principale.
Proprio da quest’ultimo occorre iniziare a parlare. Da un punto di vista extra-scenico, lo spettatore seriale quando inizia a guardare una nuova stagione deve attivare, come già detto, una serie di canali mnemonici sepolti da tante altre informazioni accumulate nel tempo. Le serie Netflix (o di piattaforme simili) danno una possibilità di rapido consumo in un tempo esiguo, facendo poi, come in questo caso, aspettare un tempo infinitamente superiore per la stagione successiva. Ecco quindi che è molto difficile (a meno di eventuali rewatch) tenere il punto degli eventi. Per questo motivo una première potrebbe risultare ostica e complicata da seguire nell’immediato. La storia del detective Karim, della nonna vietnamita, della ragazza scomparsa e dei dipendenti da videogiochi ci regala un “atterraggio morbido”. C’è tempo per ricordare ciò che è accaduto, intanto, con la stessa atmosfera che tanto aveva colpito nella prima stagione, ci si immerge in un nuovo contesto e in un nuovo mistero che piano piano andrà svelato con il passare della stagione.
Ciò che aveva sorpreso di The OA, nel lontano 2016, era la capacità di prendere in contropiede il pubblico inserendo cambi di carattere improvvisi e soprattutto non rispettando i canonici tempi scenici (esempio: i titoli di testa dopo 38 minuti, oppure nella prima stagione un episodio di 35 minuti). Anche nel caso di “Angel Of Death”, proprio quando ci si inizia ad acclimatare con la storia del detective e della ragazza scomparsa, la protagonista irrompe sullo schermo, lasciando basito lo spettatore (che improvvisamente, deve fare un rapido backup). La seconda metà di episodio rende quindi chiaro l’intento di questa seconda stagione, in cui – non è dato sapere per quanto tempo – si procederà in un binario parallelo, raddoppiando quindi (forse) la fonte di interesse per chi guarda.
La grandissima originalità di trama e di messa in scena di questo show apre quindi le porte alla celebre e affascinante trama degli universi paralleli, delle cosiddette sliding doors. Quell’altrove dove Prairie sembra essere arrivata pare essere il risultato di un evento andato diversamente quando era bambina. La piccola Nina, infatti, non aveva mai preso l’autobus in cui la sua classe aveva avuto un incidente mortale, di conseguenza non aveva mai avuto l’esperienza post-mortem, non era diventata cieca eccetera eccetera (presumibilmente vi è uno scambio con la Nina che stava al telefono nella sua prima apparizione in questo episodio e che sembra poi avere un infarto). Le varianti riguardano tanto la vita personale della donna, quanto particolari della realtà circostante. Da segnalare un Joe Biden presidente al posto di Barack Obama e la casa di Nina iper-tecnologizzata.
Le domande iniziano a fiorire spontanee: in quale dei due universi si trova Karim? A cosa fanno riferimento quelle “7 ore prima” che appaiono a inizio episodio? Homer e gli altri ricordano?
Sperando non si cada nella solita auto-celebrazione che spesso le serie di Netflix tendono ad assumere (Sense8 ne è un esempio lampante), non si può non accogliere con un fragoroso applauso questo nuovo inizio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Narrazione a doppio canale
  • Nuova dimensione
  • Tante domande che spingono a proseguire nella visione
  • Titoli di testa dopo 38 minuti
  • Una nuova storyline
  • Niente di particolare

 

Pur nella complessità dello show, l’episodio è stranamente lineare e dopo più di due anni ricompone subito i pezzi del puzzle lasciato in sospeso. Ottima introduzione per questa seconda parte (come definita su Netflix).

 

Invisible Self 1×08 ND milioni – ND rating
Angel Of Death 2×01 ND milioni – ND rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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