The Serpent 1×01 – Episode 1TEMPO DI LETTURA 4 min

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The Serpent 1x01 recensioneLa figura di Charles Sobhraj non è molto affatto conosciuta in Italia, infatti non esiste nemmeno una pagina italiana su Wikipedia. Non lo è per tanti motivi: non è italiano, erano gli anni ’80-’90 e, soprattutto, i giornalisti italiani erano, sono e probabilmente rimarranno troppo “ottusi” per condividere storie che provengono al di fuori dei confini italiani. Il tutto per mantenere un popolo nell’ignoranza. Ed un caso simile si può constatare anche con The Ripper (Lo Squartatore, in Italia).
Eppure la sua storia si estende per decadi intere e merita risalto vista la sua “bravura” nell’eludere le autorità. A sopperire a questa ignoranza italiana generalizzata circa Sobhraj arriva una nuova serie di 8 episodi prodotta da BBC One, curata da Richard Warlow (già creatore di Ripper Street) e distribuita da Netflix.
Premesso tutto questo, la serie apre con un ovvio e dovuto disclaimer, anche volto ad evitare querele:

This drama is inspired by real events. Some names and circumstances have been changed for dramatic purposes and out of respect for the victims and their families. All dialogue is imagined.

THE SERPENT


La serie parte subito a metà degli anni ’70, per la precisione nel novembre del 1975 a Bangkok ma, vuoi per la lunga storia di Sobhraj, vuoi per una mera scelta di Warlow, è solo un punto d’inizio. Lo showrunner infatti, tenendo conto dell’enorme “latitanza” di Sobhraj nelle decadi, ha molto spazio da coprire e sembra aver scelto con cura il suo modus operandi: i salti temporali.
Flashback e time-skip sono all’ordine del giorno in “Episode 1”: si parte con una breve intervista degli anni ’90 a Sobhraj per dare un “punto di arrivo” allo spettatore e poi si fa un salto indietro di 20 anni. Non ci sarebbe niente di male in tutto ciò, anzi è una tecnica usata con successo frequentemente, bisogna però ammettere che il risultato è piuttosto confusionario. Specie per via delle tre trame che vengono portate contemporaneamente avanti a distanza di un paio di mesi e, va detto, i character secondari non sono così memorabili.

THE BIKINI KILLER


Dal punto di vista del cast, per serie “storiche” come questa che vivono intorno ad un personaggio principale è necessario selezionare il protagonista con estrema cura. Il minutaggio su schermo ed il carisma che il character deve avere sono fondamentali per la riuscita del prodotto, quindi è con un certo piacere che si constata l’ottima performance di Tahar Rahim nel ruolo di Sobhraj.
Rahim, già visto di recente nell’ottima The Looming Tower, si cala perfettamente nel ruolo del truffatore di gemme e killer nel tempo libero. L’ambientazione alternativa data da Bangkok, gli anni ’70 e l’uso preponderante degli occhiali da sole ad ogni ora del giorno fanno da affresco ad un Rahim irriconoscibile che riesce a rendersi imperscrutabile, esattamente come Sobhraj. A supportarlo c’è la fidanzata Marie-Andrée Leclerc, interpretata dalla “companion” Clara Oswald Jenna Coleman, per adesso molto silenziosa e piuttosto inutile e, per questo motivo, bisogna sospendere il giudizio.

THE SPLITTING KILLER


“Episode 1” non è un capolavoro ma si lascia guardare. Pur sapendo che per la miniserie è necessario introdurre tutti i character, questa series premiere soffre proprio per la mole di personaggi che vengono introdotti e, soprattutto, per il loro “valore”. Sobhraj è un killer, non è quindi impossibile immaginare che nel corso di queste otto puntate ci saranno molte vittime, vittime che, almeno in questo pilot, occupano un discreto minutaggio che, magari, sarebbe potuto essere utilizzato in maniera più coscienziosa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ottima resa scenica (anche grazie all’uso costante degli occhiali da sole) di Tahar Rahim nel ruolo di Sobhraj
  • Ricostruzione degli anni ’70 nel sud-est asiatico
  • Rappresentazione chiara della psicologia fraudolenta (e mortale) di Sobhraj
  • Troppi salti temporali, seppur interessanti, mettono un po’ a repentaglio la comprensione dell’episodio e/o comunque non aiutano 
  • Troppi character presentati in poco tempo creano un po’ confusione
  • Jenna Coleman per ora molto superficiale

 

La nuova serie di BBC One sul serial killer Charles Sobhraj e ambientata negli anni ’70 in Asia parte in maniera un po’ confusa. La storia a disposizione è vastissima, si capisce la necessità dei vari salti temporali ma lo spettatore rischia di rimanere un po’ disorientato. Probabilmente i prossimi 7 episodi aiuteranno a ripristinare lucidità e trasparenza perchè, per ora, la qualità ed un ottimo protagonista ci sono tutti.

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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