É una sensazione di colpevole insoddisfazione quella che pervade dopo la visione di “The Breakthrough”.
Il penultimo episodio della dark comedy targata AppleTv+ regala finalmente allo spettatore la tanto agognata presa di coscienza da parte di Marty, riavvolgendo il nastro e riportando la narrazione ai primi minuti del pilot. Un momento tanto atteso che rende sicuramente orgogliosi del cambio di prospettiva dell’uomo che si allontana finalmente dai tentacoli del Dr. Ike ma, allo stesso tempo, lascia un po’ delusi per la mancanza di una reazione più forte. Da qui, quella sensazione di colpevole insoddisfazione a cui si accennava.
“For the better part of the last three decades I have dedicated my life to you. Every weekend, every holiday, everything. And you couldn’t even find time in your schedule over the course of four days to come… come visit me? To call me? To check in on me during one of the most harrowing experiences of my life?”
GODDAMN FISH MURDERER!
A posteriori, quanto mostrato nei primissimi istanti del pilot può essere considerato un po’ fuorviante da più di un punto di vista.
Innanzitutto, ben giocata è sicuramente la scelta delle dinamiche che portano alla fatidica notte del primo episodio: l’operazione chirurgica appare un ottimo escamotage per sbattere in faccia allo stesso Marty l’inesistente considerazione che il suo “amico” ha di lui. Una reazione che finalmente prende piede, favorita forse proprio dalla lontananza da Ike, che permette a Marty di riprendere a ragionare con la propria testa.
Ma il gioco parallelo tra quest’episodio e il pilot continua a svilupparsi nel corso di tutti i 40 minuti, creando una sempre più forte aspettativa per il momento della totale perdita di pazienza di Marty, soprattutto dopo che si assiste all’ennesimo raggiro di parole da parte di Ike.
Alla fine, laddove non è abbastanza la labile sicurezza di Marty o il significato di letture che smuovono coscienze sin dai tempi di Lost per spezzare l’incantesimo, è la perdita che genera finalmente una prima vera reazione da parte di Martin Markowitz. Anche in questo caso, il mezzo utilizzato sorprende per la sua particolarità: poteva sembrare quasi scontato il salvataggio da parte di una persona cara, invece la scelta ricade su qualcosa che nello stato mentale in cui Marty si trova ha molto più valore e, di conseguenza, effetto. “L’assassinio” del povero pesce è quindi la scintilla perfetta che viene altrettanto perfettamente portata in scena dal sempre ottimo Will Ferrell.
Tuttavia, è qui che inizia un po’ a traballare la soddisfazione del pubblico. Ci sono voluti 30 anni e la morte di un pesce per sbloccare una situazione di tragico stallo mentale e la felicità e l’orgoglio nel vedere Marty imporsi contro Ike prende sicuramente il sopravvento durante la visione. Allo stesso tempo, però, c’è una sorta di insoddisfazione dovuta alla modalità d’esecuzione. Il pilot forse aveva illuso troppo ma, dopo svariati episodi di sofferenza, le scene di distruzione sono apparse poco consistenti e appaganti. In pratica, quel che manca ancora è una vera e propria vendetta.
MASTER MANIPULATOR
Marty: “Wait. I’m the sidekick?”
Dr. Ike: “Yes. You’re the sidekick.”
Marty: “Thank you so much. I don’t know what to say.”
“The Breakthrough” è dunque l’episodio che si stava aspettando, ma che soddisfa solo a metà. Come penultimo appuntamento, nonostante il suo peso narrativo che lo inquadra come episodio della svolta, la puntata appare un po’ fiacca dal punto di vista dell’esecuzione. Una mancanza di verve che viene rimpiazzata come sempre dalla bravura dei suoi due protagonisti. Si è già detto dell’ottimo lavoro svolto da Will Ferrell che ha accompagnato alla perfezione Marty nel complesso viaggio psicologico, ma sembrano non bastare mai le lodi per Paul Rudd. La bravura dell’attore sta tutta nel profondo odio che continua a crescere per il suo personaggio. Anche questa volta il Dr. Ike non si è infatti risparmiato, arrivando all’apoteosi con la sua incredibile capacità di rivoltare parole e situazioni: se non fosse da odiare, sarebbe quasi da complimentare.
Tuttavia, il castello di carte dello psichiatra sembra iniziare a traballare. Dopo quanto avvenuto nello scorso episodio con Miriam e la relazione non propriamente rose e fiori con la moglie (i due dormono in letti separati) forse è proprio la stoccata finale di Marty che manca per affondare uno dei personaggi più odiosi visti in tv di recente. E per fortuna c’è tutto l’ultimo episodio per sperarci ancora.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ad un episodio dalla fine, The Shrink Next Door porta la storia al punto di svolta tanto agognato. Quel che manca adesso è un pizzico di cattiveria in più per una rivalsa sacrosanta.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.