Se The Walking Dead è il telefilm più visto in assoluto e continua a sfracellare record su record c’è un motivo, anzi due e si chiamano: zombie e qualità. Non mi dilungherò nello spiegarvi perchè gli zombie affascinano così tanto noi spettatori perchè in realtà non è di questo che parla il serial. I morti
che camminano sono solo un escamotage per raccontare la sopravvivenza di Rick e compagni in un mondo in cui non esistono più regole ad eccezione di una: sopravvivere. Se nella prima stagione ci si stava ambientando alla presenza della nuova specie dominante sulla Terra, nella seconda abbiamo assistito al tentativo di mantenere una parvenza di normalità attraverso la vita in campagna, ma tutto questo non ha funzionato e sappiamo come è andata a finire. Questa terza stagione, e chi ha letto i fumetti lo sà già, presenta finalmente un gruppo forgiato dalle perdite dei propri cari e dall’inconscia ammissione che pur di sopravvivere qualsiasi cosa si facccia va bene. La prigione non è il luogo dove avviene la mattanza di zombie, bensì uno spettatore come noi inerme di fronte a ciò che avviene al suo interno perchè Rick sà bene cosa c’è fuori e visto che ormai vige la legge del più forte e non ci sono più scrupoli morali si è pronti a tutto pur di difendere l’unico posto rimasto sicuro.
Facciamo conoscenza dei sopravvissuti, o anche meglio dei dimenticati, prigionieri del carcere rinchiusi da una decina di mesi nella mensa, e fin qui la trama è identica al fumetto. Le differenze sopraggiungono in seguito ma è anche inutile parlarne visto che il 99% di chi guarda la serie non prende in mano un fumetto da quando leggeva Topolino.
Inutile dire che i cinque detenuti sono una ventata d’aria fresca perchè con loro potrebbero nascere migliaia di situazioni diverse visto che essendo carcerati hanno sicuramente commesso omicidi/stupri/rapine e cose simili e averli intorno ai propri figli, amici e parenti non è propriamente un sogno e Rick lo sà. Quindi le possibilità sono due: li si ammazza o li si rinchiude da qualche parte nella prigione. Noi, essendo telespettatori con molte pretese non ci acconteremmo mai solo della seconda scelta, quindi ringraziamo Robert Kirkman e Glenn Mazzara per averci dato sia la seconda che la prima opzione. Tomas, il presunto leader dei carcerati nonchè vincitore della coppa “psicopatico di turno”, non prende molto bene le proposte di Rick Grimes e al primo zombie buono glielo scaglia contro, inutile dire che quella nella foto è la risposta del nostro sceriffo allo Shane 2.0. Questo più di altri è il vero momento di cambiamento tra la civiltà e quel che ne resta, perchè se perfino un ex sceriffo arriva ad uccidere un detenuto con un machete mi sembra che l’idea sia abbastanza chiara. Però non è solo questo. In quel gesto c’è tutta la sofferenza patita da un uomo che risvegliatosi dal coma si ritrova in una terra selvaggia dove la morte è all’ordine del giorno e dove per vivere devi uccidere. Consideratelo una specie di rituale mattutino perchè è questo quello che fa Rick Grimes da quando si è risvegliato e come lui anche tutti gli altri, suo figlio Carl compreso. Se ricordate quel timore reverenziale che Rick aveva nei confronti di queste nuove creature nel primo episodio non c’è più, è scomparso o meglio si è tramutato in consapevolezza. Consapevolezza che per sopravvivere devi uccidere chiunque, perchè chiunque può essere il nemico, non solo gli zombie. Ecco quindi che si arriva alle uccisioni di 3/5 dei nuovi arrivati ed i restanti 2/5 vengono sbattutti in un’ala della prigione tutta per loro, fortunati…
Venendo al resto del gruppo, ad eccezione di Andrea e Michonne che non trovano spazio in questo episodio, il riassunto generale è che Carl va in giro per la prigione da solo ad ammazzare zombie mentre Carol disseziona zombie e Hersel dà una limonata a Lori che lo rianima, oltre a questo poco altro se non un’inquietante presenza umana che osserva Carol da distante nel finale.
Il finale, questo benedetto finale che riassume in modo delicato il pensiero della totalità degli spettatori ogni volta che vede e sente parlare Lori. Il pensiero comune è un gigantesco augurio di morte il più lento e doloroso possibile, pensiero che Rick tramuta in una graziosa pacca sulla spalla e un “Ti siamo molto grati per quello che hai fatto”. Praticamente con questa frase è stato sancito il divorzio ufficiale della coppia oppressa dal peso del tradimento di Lori con Shane e dalla possibilità, che non si potrà mai confutare, che il bambino sia proprio di quest’ultimo. Oltre a questo c’è anche da dire che il suo comportamento da bitch delle scorse stagioni non ha giovato alla scelta di Rick, scelta di cui soffre anche lui in parte ma non come la (ex) moglie. A discolpa di Lori, e qui mi rivolgo all’1% di fan che ha letto il fumetto, per noi aficionados della carta stampata risulta di difficile comprensione il perchè sia stato così modificato il suo carattere. Nel fumetto non si comporta da perfetta puttana doppiogiochista ed è sicuramente un punto a suo favore visto che la sua trasposizione telefilmica è da dimenticare, e anche se la si volesse modificare come sembra si stia facendo sarebbe comunque troppo tardi per un personaggio che chiunque vorrebbe vedere morto insieme a T-Dog, quest’ultimo per la sua inutilità. Insomma, complimenti a Rick per la saggia decisione di chiudere con Lori, un po’ meno complimenti per il tatto che ha utilizzato ma che si addice in toto allo sceriffo.
- Rick VS Tomas e la sua morte
- Zombie, zombie e zombie!
- Limonata dura di Lori che risveglia il morti, o meglio Hershel
- T-Dog che impartisce lezioni di vita ai detenuti
- “Colpite alla testa, solo così si possono abbattere” e poi tutti a massacrare gli zombie a bastonate sullo stomaco.
- Niente Michonne e Andrea
Puntata che rasenta la perfezione stilistica ed i gusti di tutti. Nulla da dire o da far notare, solo tanta voglia di un nuovo episodio…
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.
concordo con tutto.
difficile leggere una recensione migliore di questa :).
E dal prossimo episodio sotto col Governatore…
Ti amo
Ottima recensione e concordo in tutto e per tutto. Questa stagione è iniziata nel migliore dei modi e mi sembra sia ad un livello superiore rispetto alla scorsa. Nella pubblicità del telefilm su sky appare la scritta: Uccidi i morti, difenditi dai vivi! Ed è proprio questa la frase che riassume ciò a cui stiamo assistendo: gli zombie uccidono, ma non ne hanno colpa…non scelgono volontariamente di uccidere, ma è la loro condizione a portarli a compiere un tale gesto. I nostri protagonisti invece scelgono consapevolmente di uccidere, per sopravvivere questo è vero, ma labile è il confine tra sopravvissuto e carnefice.