The Walking Dead 5×14 – Spend – TrascorrereTEMPO DI LETTURA 5 min

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A volte succede. A volte la serie più vista del via cavo (e non) riesce a dimostrare ciò che vale per davvero. È un evento abbastanza raro negli ultimi tempi ma è difficile non riconoscere il tenore diverso di una puntata quando si manifesta.
Per The Walking Dead si assiste spesso e volentieri sempre ad una sorta di analisi a raggi X volta a perlustrare da cima a fondo ogni aspetto dell’episodio; questo accade per lo più quando una serie diventa “alla portata di tutti”, commerciale, mainstream, insomma, avete capito. Nel momento in cui questo accade, tutti si sentono quasi costretti a guardarla per non risultare estromessi dai discorsi degli amici o anche solo per riuscire a capire il perchè si parli tanto di quella serie piuttosto che di un’altra. La potenza dei media, ma sopratutto di Internet è enorme e casi come The Walking Dead non sono unici, ma sono abbastanza rari. Se avete bisogno di altri esempi ci sono sempre Breaking Bad, Game Of Thrones o True Detective, giusto per citarne alcuni. Il problema della “celebrità” è che con essa aumentano sempre le aspettative, aspettative che molto spesso non vengono rispettate e la serie di Kirkman ne è l’emblema. Per la precisione, all’aumentare dell’audience e della celebrità è corrisposto un calo nella qualità della scrittura delle sceneggiature e del tenore delle puntate, calo che potrà non sembrare così evidente a tutti coloro che si approcciano allo show perchè “devono vederlo” ma che è palese per tutti gli altri.
È esattamente per le motivazioni espresse sopra che episodi come “Spend/Trascorrere” risplendono di una luce che in realtà non gli appartiene del tutto, perché rappresentano un picco qualitativo che in realtà dovrebbe rappresentare la norma, visto e considerato l’enorme appeal che riscuote sul pubblico generalista e non.
In realtà un episodio di questa portata era necessario quanto prevedibile per non bruciarsi già da subito ogni storyline inerente ad Alexandria. Se con  “Remember/Benvenuti” e “Forget/Dimenticare” si era dapprima introdotto il nuovo ecosistema e successivamente lo si era esplorato, con “Spend/Trascorrere” si doveva di fatto iniziare a vedere le dinamiche di vita quotidiana degli abitanti di Alexandria e infatti così è stato, almeno in parte. In parte perché la vita fuori dalle mura della cittadina in realtà è rimasta immutata così come non è cambiata l’attitudine alla gita fuori porta tendente alla catastrofe. La differenza sostanziale tuttavia risiede non tanto nella dinamica quanto nel fine ultimo della caciara orchestrata: le conseguenze. Per la prima volta dai tempi del Governatore si intravvede un sottile filo che lega le vicende dentro e fuori le mura di Alexandria, vicende, azioni e parole che servono per delineare il puzzle che si completerà per il season finale. Il filo conduttore è ovviamente il caos che è l’unica costante di un mondo ormai allo sfascio, l’unica caratteristica che può essere notata in ogni posto dove la civiltà non è rimasta.
A causa dell’enorme quantitativo di tempo passato a gironzolare nel randomico mondo zombie, Rick Grimes ed il suo gruppo hanno assorbito, volenti o nolenti, questa caratteristica e l’hanno resa propria. Chi è stato con loro per un tempo sufficiente ad ambientarsi è diventato parte di esso, viceversa chi non ha vissuto a sufficienza questo stile di vita ne è rimasto solo vittima. Padre Gabriel non è il caos ma è vittima di esso, non accetta di esserne parte e, provando a cercare un volere divino negli eventi quotidiani, cerca di estirparlo in ogni modo. “Satan disguises himself as the angel of light” è la frase cardine che permette di capire la linea che gli sceneggiatori vogliono tracciare per il finale di stagione. Uccidendo (per cause “fortuite”) il figlio di Deanne, raffigurando Rick come Satana e aizzandolo per uccidere Sam, gli sceneggiatori indicano a chiare lettere che la situazione in quel di Alexandria è destinata a destabilizzarsi a breve, in parte seguendo le orme del fumetto ed in parte no. Se da un lato si prova a fare del proprio meglio per far coesistere i due gruppi, la differenza e la diffidenza è troppa e la collisione è pressoché inevitabile.
“Spend/Trascorrere” svolge molto bene il compito di intrattenimento horror con orde di zombie, morti eccellenti e scene cruente che avranno fatto la gioia dei cultori del genere, al contempo però riesce a costruire in parallelo un percorso narrativo che guarda nel lungo periodo e questo è l’elemento che più sorprende e funziona. Per una serie che non riesce e a costruire trame orizzontali che vanno oltre l’episodio stesso, si deve ammettere che si è fatta molta attenzione al dettaglio ed ai tempi narrativi. Nulla è affrettato, tutto è scandito al dettaglio per non far sopraffare nessuna scena sulle altre, tanto che la tensione narrativa dettata dall’attacco degli zombie permane anche nelle scene ad Alexandria, seppur in diverso modo. Quando si fa un buon lavoro è giusto riconoscerlo.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Effetti scenici al solito molto ben curati
  • L’attenzione al dettaglio delle scene d’azione non è da dimenticare, soprattutto se a dirigere l’episodio c’è la figlia di David Lynch, Jennifer Lynch
  • “Satan disguises himself as the angel of light”
  • Ritmo serrato e poche sbavature
  • Inutile negare che in alcuni casi ci sia stata una forzatura negli scontri con gli zombie, nulla di eccessivo ma nemmeno da soprassedere
  • Il rammarico che episodi come questo portano con sè

 

La puntata arriva giusta a dimostrazione di come gli sceneggiatori potrebbero creare un prodotto di qualità se volessero. Episodi più che discreti assumono erroneamente le sembianze di puntate magistrali, il tutto a beneficio della serie, che mantiene vivo l’interesse, e degli spettatori, che vengono consapevolmente e felicemente sedotti e poi abbandonati. Sarebbe meglio essere solo sedotti…

 

Forget – Dimenticare 5×13 14.5 milioni – 7.3 rating
Spend – Trascorrere 5×14 13.7 milioni – 7.0 rating

 

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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