The Walking Dead è una delle serie più seguite al mondo ma sembra che qualcosa inizi a incrinarsi tra lo show e il suo pubblico; infatti la premiére di questa stagione è stata la peggiore in termine di ascolti sin da quella della terza stagione e, nel secondo episodio di questo ottavo ritorno, la serie ha perso ben 3 milioni di spettatori rispetto alla puntata precedente. Nonostante The Walking Dead rappresenti un fenomeno globale come Stranger Things e Game Of Thrones, il celebre nome che ormai la serie ha conquistato non è più sufficiente per attirare nuovi spettatori o per fidelizzare ulteriormente i vecchi. È l’inizio della fine? Forse. La sensazione è che siano finite le idee anni fa, ma l’enorme seguito della serie, soprattutto negli Stati Uniti, ha imposto a AMC di continuare con il suo prodotto di punta.
Ezekiel: “Our first victory will take us to the second and the second victory will take us to the third.”
In questo episodio, nonostante un po’ di azione e uno splendido finale, risaltano i soliti problemi della serie. Innanzitutto la trama ristagna ormai da tre episodi, sebbene siano presenti numerose scene di azione, alcuni personaggi sembrano essere veramente fuori contesto. A peggiorare la situazione, tra l’ingenuità di Jesus e la follia di Morgan, c’è la prolungata assenza del leader maximo dei Salvatori. Negan rimane, al momento, la salvezza e il punto di forza di una serie in evidente declino; la speranza di vedere un intero episodio dedicato al suo passato rimane più forte che mai. Ezekiel può essere considerato la sua perfetta controparte; per le sue peculiari caratteristiche poteva diventare uno dei personaggi forti dello show targato AMC e invece è un character caricaturale, fine a sé stesso. I dialoghi spesso ridicoli e fuori luogo di cui è protagonista, la tigre che da punto di forza è stata trasformata in un pessimo esempio di CGI, il mancato approfondimento psicologico, tutto ciò che lo riguarda è un vero e proprio disastro.
Morales: “We’re two assholes who’ll do whatever we have to just to keep going. And the only difference is I’m the one holding the gun.”
L’errore di fabbrica di Ezekiel, oltre ad essere causato da una scarsa capacità attoriale di Khary Payton, è frutto pure del pessimo lavoro dei sceneggiatori. Ora pure Rick è vittima di questa scrittura sempre meno creativa, con discorsi quasi mai all’altezza (l’ennesima ricerca della sua umanità nel discorso con Morales è terribile) ed un’incisività sempre più debole. Emblema di quanto appena scritto, tutto il dialogo con il nemico pubblico numero uno apparso nel finale dello scorso episodio. Allucinante poi la morte di quest’ultimo: che senso ha riesumare dal passato un personaggio come Morales per poi ucciderlo così in fretta e in modo così banale? Una risposta razionale non esiste.
Altro sintomo di una lacuna nella sceneggiatura è evidente quando appare Morganetor (termine coniato dall’oscuro Founder di RecenSerie), character sempre meno convincente e destabilizzante: la sua trasformazione da monaco buddista a killer senza pietà non ha precedenti e cercare di trovarne un senso è da sciocchi, così come la sua insensata reazione nei confronti di Jesus evocata solo per un mero scopo di minutaggio.
A ribadire per l’ennesima volta il concetto di problemi di sceneggiatura sono i comportamenti in generale dei personaggi. In un mondo dominato dall’anarchia e dalla violenza, dove i superstiti combattono contro gli zombie e tra di loro per accaparrarsi le ultime risorse rimaste, chiacchierare, discutere e litigare come se niente fosse ha veramente poco senso. L’unico ad averlo capito perfettamente è Daryl, esemplare nella sua freddezza nell’uccidere Morales e il giovane Savior.
Infine è quanto mai facile notare che per ogni episodio degno di questo nome ce ne sono almeno tre o quattro dove non succede niente di rilevante. Eppure gli spunti non mancherebbero, basti pensa al celebre fumetto da cui è tratto lo show. Riuscirà questa ottava serie a risollevare le sorti della serie? Per ora sembra di no, ma la speranza è l’ultima a morire. Sparare a caso non è la guerra che gli autori avevano promesso ai fan e lo show riesce a deludere perfino quando, finalmente, l’azione prende il sopravvento sui soliti dialoghi triti e ritriti. Never a joy.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Damned 8×02 | 8.9 milioni – 4.0 rating |
Monsters 8×03 | 8.5 milioni – 3.8 rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.