“Son of a bitch, Carl! Was that just a play?! I thought we were havin’ a moment, you little asshole! Bombs away!”
Il fan medio (inteso come classico e non come insulto) di The Walking Dead ormai ha ben otto anni e mezzo di vita e ne ha passate di tutti i colori. Dai suoi albori, fino alla fine della sua infanzia, ha vissuto nella fase dello stupore: anni in cui era ammaliato dal prodotto di cui si era innamorato e non poteva far altro che gioire e piangere per le morti celebri dei personaggi principali, oppure passava intere ore sotto shock per plot twist tanto cruenti quanto esaltanti. Poi crescendo, sia mentalmente che fisicamente, ha cominciato a notare un calo di qualità del prodotto, ed essendo entrato nella pubertà, ha cominciato ad avere i primi screzi con lo show di punta della AMC. Qualche insulto, qualche piccolo episodio di intermezzo saltato, ma nulla di più, il giovane è rimasto fedele alla serie. Poi è entrato nella fase attuale, quella in cui è più maturo, una fase che probabilmente non abbandonerà mai più: la fase dell’indifferenza. Ora il fan non è più un ragazzo, ha cambiato gusti e ha migliorato il suo senso critico, vede in modo chiaro i pregi e i difetti dello show. Nelle ultime due stagioni ha cominciato a guardarsi in giro e a ponderare se avesse ancora senso continuare a seguire lo show nonostante un calo sempre più vistoso della qualità.
Gli spettatori ora adulti si sono divisi in due fazioni: chi ha mollato perché non trovava più stimoli per continuare a guardarla e chi è ancora fedele ma la guarda con talmente tanta indifferenza quasi da non accorgersi di quello che passa sullo schermo. A dimostrazione di ciò si ha il vertiginoso crollo degli ascolti registrato dalla stagione attuale, ratings che sono ben minori a quelli della terza stagione e che sono molto simili a quelli della seconda. Ora, con “How It’s Gotta Be” magari gli ascolti si saranno pure alzati, tuttavia è quasi sicuro che dopo la pausa invernale la situazione ritornerà quella di prima, anche grazie ad un mid-season anonimo come pochi.
Questo ottavo episodio è in tutto e per tutto il proseguimento perfetto di quanto visto in questo 2017. Rick, Daryl, Michonne e tutti gli altri hanno perso la loro grinta e sono diventati personaggi alquanto anonimi, con spunti quasi assenti e caratterizzazioni minime. Continuare a proporre discorsi sul valore della vita, come fatto da Carl in questo episodio, ormai non frutta più alcun effetto. Questo tipo di mentalità andava bene ad inizio serie, quando il mondo era ancora sotto shock e non si avevano più certezze, però dopo tutte le morti, dopo tutta la sofferenza che hanno patito, avere pietà per certe persone e domandarsi se la guerra che stanno combattendo è giusta è da folli. La proposta fatta da Carl al padre, quella di sottomettersi a Negan per risparmiare vite innocenti è allucinante, quasi come i rimorsi deliranti di Eugene a metà episodio dopo aver liberato i nemici mortali di Rick & Co.. Questi ragionamenti e questi continui dubbi, come detto prima, hanno ormai dato noia e sembrano solo un modo per coprire eventuali buchi di sceneggiatura e per allungare il brodo.
A fare da contraltare in questa stagione a questi discorsi, è la guerra che tutti aspettavano e desideravano. Però ora è giunto il momento di tirare le somme e il giudizio su questa prima parte di guerriglia non può che essere negativo. Senza nessun vero motivo apparente per i primi episodi gli sceneggiatori hanno voluto creare una sorta di mistero per quanto riguarda il fattore temporale, tuttavia questa tecnica non ha aggiunto nulla allo show, anzi, ha aumentato solo la confusione e di conseguenza la frustrazione di chi ci credeva ancora. Pure le strategie del fantastico trio di capi non sono mai state del tutto chiare e vedere ora la situazione completamente ribaltata grazie ad una semplice intuizione di Eugene e alla c*****a di Daryl è quantomai ilare. In aggiunta la scazzottata tra i due eterni rivali sembra essere stata pensata male ed ideata peggio, Rick avrebbe avuto la possibilità di vendicare Abraham e Glenn usando l’adorata Lucille contro il suo stesso proprietario, invece l’ha colpito talmente piano che pure sua figlia Judith avrebbe inflitto più dolore al character di Jeffrey Dean Morgan.
In conclusione “How It’s Gotta Be” è un episodio che non può che creare indifferenza allo spettatore, se non per gli ultimissimi momenti di puntata quando si scopre che Carl, senza nessun apparente motivo e addirittura in off-screen, è stato morso da uno zombie. A onor del vero pure di questo ci si potrebbe lamentare, per il semplice fatto che la morte eccellente è stata rinviata per l’ennesima volta e che il coraggio di cui vantava la serie è andato a farsi del tutto benedire, però, alla fine, The Walking Dead non stupisce più nemmeno in negativo e lamentarsene non ha senso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Time For After 8×07 | 7.47 milioni – 3.3 rating |
How It’s Gotta Be 8×08 | 7.89 milioni – 3.4 rating |
Sponsored by The Walking Dead ITA, The Walking Dead Italia, Andrew Lincoln Italy
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.