The White Lotus 1×06 – DeparturesTEMPO DI LETTURA 5 min

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The-White-Lotus-1x06“Sono la vendetta sghignazzante di Jack.” (Fight Club)

Al termine di un vero e proprio rollercoaster di emozioni, The White Lotus termina con questa sesta puntata il proprio percorso narrativo.
La serie, come si diceva nella recensione del pilot, è già stata rinnovata per una seconda stagione che vedrà come sfondo un altro resort della catena White Lotus, rendendo di fatti lo show una produzione antologica. O almeno questa è l’idea dopo il grande successo (non previsto) della serie. Partendo dal cast e arrivando fino a Cristobal Tapia De Veer (già menzionato nella recensione di “Mysterious Monkeys”) ogni singolo elemento ha elevato lo show della HBO rendendolo un appuntamento al cardiopalma, introspettivo, socialmente impegnato, pieno di risvolti e colpi di scena.
“Departures” assurge agli onori rappresentando il perfetto commiato dal variegato gruppo di ospiti del resort, accompagnando lo spettatore nella scoperta dell’identità del morto con cui il primo episodio si era aperto.

POCHI PUNTI DEBOLI PER LO SHOW HBO


La puntata sfora l’ora e accoglie al suo interno tutti gli ultimi sviluppi delle varie sottotrame fin qui palesatesi all’interno dello show. La meno intrigante, di cui nemmeno si noterebbe l’assenza, è sicuramente quella riguardante Belinda e Tanya. Tant’è che pure Quinn con la sua nuova passione per le canoe e la natura riesce a risultare più interessante. Anzi, la sottotrama del ragazzo riesce a far trapelare un messaggio di fondo (l’importanza dell’allontanamento dall’imperante uso della tecnologia) decisamente più impegnato e valido rispetto al maldestro avvio di un’attività commerciale tra una ricca donna che ha recentemente perso la madre ed una manager di una spa frustrata dal non riuscire a mettersi in proprio. Un piccolo neo, sicuramente, ma che stona.
Dopo il maldestro furto del precedente episodio, Kai viene arrestato e Paula reagisce più per paura di finire nei guai che altro, terminando in una discussione con Olivia che si conclude con le due ragazze più amiche di prima. Qualche piccolo cambiamento, forse, considerate le letture dei due libri all’interno dell’aeroporto: che ci sia davvero un interesse per le tematiche e non più la necessità di un abbinamento cromatico con i vestiti? Difficile a dirsi.

IL MOTIVO PER CUI ANDARE IN VACANZA


L’intera diatriba coniugale tra Shane e Rachel era però il nocciolo centrale dell’intera storia visto e considerato che Armond, personaggio d’eccellenza quantomeno della stagione, gravitava principalmente attorno alla coppia.
Rachel espone finalmente i propri pensieri dando il là non ad un semplice litigio, ma ad una vera e propria rottura che sembra culminare in una sorta di separazione visto e considerato che Rachel l’ultima notte la passerà in una camera diversa da quella del marito. Tutto sembra ormai scritto o quasi. Ma ecco che The White Lotus mette in moto il proprio meccanismo per dar modo anche agli ultimi personaggi di cambiare il proprio punto di vista. Perché, in fin dei conti, la vacanza al resort è servita a questo, a cambiare il loro modo di vedere la vita e il come approcciarsi.
Nicole e Mark si sono riavvicinati, riscoprendosi più innamorati di prima grazie alla sciagurata rapina; Tanya si è distaccata dal mondo puramente economico e commerciale conoscendo Greg; Quinn si è completamente disintossicato dalla tecnologia. Paula e Olivia si sono avvicinate parlandosi onestamente forse per la prima volta; Shane e Rachel, in tutto ciò, ancora sembravano essere bloccati all’interno della loro personale bolla di egoismo. Ma The White Lotus vede e provvede. Galeotto fu quell’escremento.

UNA MAGICA CACATA


Caricato come una molla da una serata a base di droghe e alcool, informato del suo imminente licenziamento, Armond decide di prendersi l’ultima, definitiva, rivincita in una vita che non sembra avergli mai dato modo di essere sé stesso, costringendolo a reprimersi. Ecco, Armond nella fantomatica Pineapple Suite smette di reprimere defecando all’interno della valigia di Shane. Una scena magistralmente costruita in prospettiva, dando modo allo spettatore di osservare tutta la cattiveria che esce da Armond e si deposita sopra i capi d’abbigliamento del neo sposo. Una vendetta osservata poi quasi con ammirazione e autocompiacimento proprio da Armond che pagherà questo tergiversare con la propria vita. Proprio il manager, il sorriso falso che ha accolto tutti sulla spiaggia solo sei episodi fa, rappresenta il corpo osservato mestamente da Shane, il suo involontario carnefice.
Ma non tutto il male vien per nuocere: grazie a questo incidente, come si diceva, Shane e Rachel vedono in modo diverso la loro vita. Shane più attaccato alla moglie, non solo per la bellezza di quest’ultima, ma per il forte sentimento umano che li lega, per l’amore; Rachel dal canto suo ha avuto la nottata per riflettere sulle proprie parole, ritornando sui propri passi e dando una seconda chance a Shane.

THE WHITE LOTUS: SI TRATTA DI UN PARCO DI WESTWORLD?


Tutto è bene ciò che finisce bene, si potrebbe pensare. Ma è davvero così? Se la vacanza è effettivamente servita agli ospiti per riavvicinarsi, riscoprire il proprio amore e il loro vero io, per lo staff non è cambiato assolutamente nulla ritrovandosi nuovamente a ripetere in loop le stesse identiche cose con un diverso gruppo di ospiti. Ma con meno energia, meno passione, meno interesse. Si potrebbe quasi pensare che The White Lotus abbia qualcosa in comune con Westworld, se ci si soffermasse solo su quest’ultima affermazione. E in effetti una certa somiglianza tra l’alienazione di Armond e quella di Robert Ford (Anthony Hopkins) non è difficile da trovare. “Violent delights have violent ends”: e considerata la morte di Armond, il parallelismo continua a reggere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Armond vs Shane: atto finale
  • Rachel che finalmente si dimostra onesta fino in fondo con Shane
  • I cambiamenti personali e sociali di tutti gli ospiti
  • Per lo staff non cambia assolutamente niente invece, con somma gioia di Belinda
  • Armond e la sua “ultima cena”
  • La scena della cacata, dall’entrata in camera fino alla tragica conclusione
  • La musica, ancora una volta
  • Svelata l’identità del morto
  • Tanya e Greg
  • Tanya e Belinda
  • Tanya, in generale

 

Un finale d’alto livello nonostante qualche piccolo neo. Ma lo sguardo fisso di Armond con quel sorriso beffardo mentre si prende la sua personale rivincita su Shane basta per sublimare The White Lotus. Se venisse assegnato un Oscar per la miglior scena, probabilmente, questa vincerebbe a mani basse.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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