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The White Lotus 1×05 – The Lotus-EatersTEMPO DI LETTURA 3 min

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The White Lotus 1x05 recensioneÈ piuttosto triste da ammettere ma, ad un passo dal season finale (perché ci sono solo sei episodi in fin dei conti), Mike White compie il primo vero passo falso della serie. Un passo falso che comunque, in toto, permette lo stesso a “The Lotus-Eaters” di raggiungere una sufficienza ma è più il netto distacco che c’è con i suoi quattro predecessori ad enfatizzare delle lacune nel ritmo e nella narrazione. E ancora di più se si pensa al modo in cui “Recentering” era terminata.
Bisogna fare un passo indietro però per contestualizzare quest’affermazione. Lo stile di The White Lotus è piuttosto unico nel suo genere, vuoi per l’impostazione della serie, vuoi per il continuo peggioramento della vita dei protagonisti, vuoi per un’apparente impossibilità di migliorare situazioni tecnicamente risolvibili. Il declino è un dato di fatto che viene certificato sin dalla prima scena del pilot, lo spettatore lo aspetta con ansia ed è curioso di capire come si è arrivati ad avere un morto nel resort hawaiiano. Eppure questo declino, che si manifesta in tutta la sua pesantezza proprio in questi 59 minuti, non è proprio così interessante come si sarebbe aspettato.

Rachel:I think I’ve made a terrible mistake.

L’AGGIUNTA DEL TERZO INCOMODO


Bisogna farci caso perché, in fin dei conti, è piuttosto palese come molte trame abbiano “all’improvviso” un cambiamento che le accomuna: l‘aggiunta di un nuovo character pronto a scompigliare gli equilibri. Lo si può notare nella storyline dei due neo-sposi, Rachel e Shane, con il non piacevole arrivo della mamma di quest’ultimo nel pieno del viaggio di nozze; è piuttosto evidente anche nella stramba relazione tra Belinda e la mamma di Stifler Tanya McQuoid con l’aggiunta di Greg a cambiare le priorità di quest’ultima; in qualche modo è vivida anche nell’insana amicizia che c’è tra Paula e Olivia con l’inserimento di Kai a squilibrare il tutto.
Mike White sembra aver trovato un modo univoco per modificare le varie trame e portarle a compimento nella direzione, molto probabilmente tragica, che ci si aspetta di vedere sin dal principio. Praticamente è come se con l’aggiunta di un nuovo personaggio venissero a galla tutte le vere personalità dei protagonisti, personalità ampiamente nascoste ai propri amici/famigliari o anche volutamente non viste da quest’ultimi. Rimane comunque chiaro come questo meccanismo, banale ma efficace, sia stato la chiave di volta.

LA MAMMA DI STIFLER È UN PROBLEMA


Il vero problema di questo episodio, nonché la ragione di una sufficienza invece che di un Bless o di un Thank Them All, è da ricercarsi nella scelta di minutaggio concessa da Mike White a determinate storyline. Nello specifico, sembra piuttosto evidente un abbassamento del ritmo ed una generale mancanza di interesse in quella di Tanya che, sfortunatamente, sovrasta tutte le altre.
È molto difficile che personaggi che parlano poco e che non sono il fulcro della storia funzionino da soli sullo schermo. Questo discorso vale per il character di Jennifer Coolidge ma anche per quello di Connie Britton. È strano constatare come White abbia quindi scelto di prioritizzare l’intera storyline di Tanya per ridurre il minutaggio di altri character come Armond, Mark, Olivia o Shane che, in generale, avrebbero concesso più momenti “estremi”.
L’unica situazione interessante ed inaspettata è la scena relativa al furto da parte di Kai ai danni di Nicole, con tanto di combattimento con Mark. Ma a parte questo momento degno di nota, le varie trame si evolvono in una direzione scontata (non in senso negativo) e quindi vengono a mancare veri e propri colpi di scena che avevano vivacizzato il tutto in passato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La scena del furto
  • Shane e Armond
  • Colonna sonora, as usual
  • Troppo focus sulla storyline di Tanya McQuoid che, oggettivamente, è la più debole tra le varie
  • Minor minutaggio avrebbe giovato di più al ritmo della puntata
  • Armond non nel suo massimo splendore

 

Ad un passo dal season finale, Mike White sbaglia il focus della puntata e sforna un episodio carino ma non al livello dei precedenti. Purtroppo.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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