Con soli 31 minuti “Would You Like to Play a Game?” è l’episodio più breve della scorrevolissima seconda stagione di Them.
Iniziano a essere ormai tante le puntate al di sotto dei 40 minuti, che confermano quindi un’idea alla base, che è quella di dare ritmo a una stagione basata sulla caccia a un sovrannaturale serial killer. L’effetto, si può affermare, è quello sperato. Them non annoia mai, porta avanti le indagini interne della polizia, ma permette anche allo spettatore di portare avanti le sue personali teorie, costruendo tassello dopo tassello un mosaico orribilmente delizioso.
Tutti gli elementi stanno convergendo verso un certo ordine che potrebbe finalmente dare una soluzione al tremendo enigma. Dal ruolo di Edmund, alla vera natura di Dawn, ai segreti di Athena, passando per le visioni di Kel e del tanto misterioso uomo dai capelli rossi, tutto inizia a trovare un senso, proprio quando i protagonisti iniziano a rischiare le penne.
PRINCIPALE INDIZIATO
Sembra l’inizio di una barzelletta, ma il poliziotto responsabile dell’indagine che sta conducendo in prima persona, anche contro gli ordini dei suoi superiori e colleghi, è finito per diventare inevitabilmente e involontariamente l’unico sospettato per i vari omicidi con annesse fratture multiple. La detective Dawn Reeve è l’unica persona testimone della morte sovrannaturale del povero Benito, che è entrato nella sua auto vivo e ne è uscito morto.
“Quando hai escluso l’impossibile ciò che resta, per quanto improbabile, è la verità.” Lo affermava Sherlock Holmes, e sembra proprio essere il pensiero di Dawn durante il test del poligrafo, quando realizza che, per come si sono svolti i fatti e per le risposte date alle domande, lei è agli occhi di tutti l’unica sospettata di omicidio. Un incastro perfetto in cui sembra essere caduto il personaggio della bravissima Deborah Ayorinde, che conferma la qualità della sua recitazione dopo l’ottima performance nella prima stagione, o forse è proprio tutto come sembra.
LA BAMBOLA DAI CAPELLI ROSSI
Prende finalmente vita il misterioso uomo che stava tormentando la vita di Benito, così come quella di tutte le altre vittime del “Southside Slayer“. Tocca adesso al giovane Kel, che stuzzica sempre riguardo alla figura di un padre non poi così negativo come sembra. Anzi, a tutti gli effetti sembra proprio che Dawn sia la persona forse più preoccupante tra il cast di protagonisti nel 1991. Iniziano a diventare troppi gli aspetti nascosti del detective, che sembra averci messo il doppio del tempo per trasportare il piccolo Benito in auto, lasciando quindi sottintendere che lo spettatore non dovrebbe probabilmente fidarsi troppo delle immagini.
Anche Kel, che inizia a essere pervaso dalle visioni dell’uomo travestito da bambola Raggedy Andy dal momento in cui compare tra gli spalti sua madre, volenterosa di recuperare i rapporti, potrebbe essere un interessante indizio a tal proposito. Di certo c’è da svelare le circostanze dietro queste visioni sovrannaturali, che vedendo la prima stagione, potrebbero anche rimanere tali.
I SEGRETI DI NONNA
Dopo che è stato appurato come Edmund sia ad un certo punto andato oltre il “metodo attoriale”, finendo effettivamente per compiere almeno un omicidio, viene confermata un’altra informazione importante. Sì, Dawn e Edmund erano fratelli, e in più la protagonista è stata solo adottata dalla buona e rassicurante Athena, dopo aver vissuto per ben tre anni in casa di Ms. Mott, la problematica donna finita per essere la prima raccapricciante vittima di questa stagione.
In più, sempre Athena fornisce un indizio interessante riguardante la bambola che sottilmente sta ricevendo sempre più spazio puntata dopo puntata. In particolare, si parla della Raggedy Ann, che dirà poco al pubblico italiano, ma molto famosa tra gli statunitensi, di cui le origini sono da sempre avvolte da un misto di mito e leggenda. Non è quindi un caso che il serial killer in questione appaia proprio con questo aspetto, a cui si riconduce probabilmente qualche sopruso razzista, al pari della famosa e cult black face della prima stagione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Al più breve episodio della stagione non corrisponde nessuna sufficienza narrativa, o snodi risolti in modo sbrigativo, anzi accelera il ritmo e riesce comunque a snocciolare dettagli interessanti per le indagini degli spettatori.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.