How To Get Away With Murder 4×05 – I Love HerTEMPO DI LETTURA 4 min

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È tutta un’altra storia, è tutta un’altra serie.
Nonostante i diversi capovolgimenti di fronte che How To Get Away With Murder ha subito durante gli anni, quanto presentato in questo inizio di quarta stagione è un qualcosa di completamente diverso. Sarà la divisione del gruppo dei protagonisti, ormai ognuno con una propria, seppur misera, direzione personale (che inevitabilmente presto o tardi convergeranno nello stesso punto), sarà l’assenza dei casi legali settimanali, sarà la mancanza di un cadavere, ma quanto visto finora si può tranquillamente catalogare come una serie completamente diversa da quella del suo esordio.
Forse è un cambiamento che, dopo 4 stagioni, era anche necessario ma è innegabile come dal momento della morte di Wes, la sostanza si sia del tutto capovolta. Ciò che HTGAWM presenta adesso è una serie molto più “comune”, con leggere storyline interne riguardanti i superstiti ed un solo caso, quello della class action di Annalise, veramente importante pronto a dipanarsi nell’arco degli episodi; il tutto con un unico plus scandito da quei pochi secondi per puntata che regalano uno sguardo nel flashforward, con quest’ultimo che appare spesso come una parentesi distanziata ed estranea a qualsiasi cosa si sia vista nei 40 minuti precedenti.
“I Love Her” non si discosta dall’andazzo preso finora, seppur apra una finestra su un evento del passato ancora poco approfondito. I flashback riguardanti il primo incontro tra Annalise e Bonnie rappresentano un’interessante parentesi nel rapporto tra le due ma, forse, avevano da parte degli autori anche un secondo fine decisamente meno riuscito. Se lo scopo di un’attenzione particolare riservata a Bonnie era quella di portare il pubblico ad empatizzare con questo personaggio infatti, l’esperimento è di certo fallito. Indubbiamente potente è stato il valore di quei flashback, gli abusi e i traumi subiti dalla giovane Bonnie distruggerebbero chiunque, ma qualsiasi empatia si possa provare durante le scene nel passato, questa scompare del tutto nei confronti della Bonnie del presente. Il personaggio in questione si conferma, ancora una volta, una patetica e disturbante figura all’interno della serie e, se l’inutilità costante che da sempre l’ha contraddistinta ha finora infastidito, il suo continuo duello personale con Annalise nel caso della possibile class action dona un ulteriore livello di irritazione che nessun breakdown nello studio dello psichiatra può ammortizzare.
Ma nella lista dei personaggi “futili” quest’anno non si ritrova solo Bonnie. Constatata l’ormai caduta libera di Frank, sempre più fuori dai giochi, e la costante ed immotivata presenza di Nate, sono gli ex membri dei Keating Five a deludere maggiormente. Fatta eccezione per una Michaela che si mantiene al centro del gioco sia da un punto di vista di sviluppo personale che di centralità di trama, il resto dei ragazzi continuano a sembrare l’ombra di loro stessi. A spiccare in negativo è senza dubbio Laurel: con la morte di Wes, la gravidanza ed il coinvolgimento del padre, la Castillo sembrava doversi ritagliare un posto centrale nello sviluppo della storyline; considerando il suo ruolo nel flashforward, sembra ovvio che Laurel tornerà presto al centro della scena, tuttavia questa momentanea staticità sua e del resto dei suoi colleghi inizia a diventare tediosa. E’ indubbio che la serie continua a “conservarsi” per l’evento che dovrebbe sconvolgere tutti e avvenire presumibilmente nel midseason; i flashforward continuano a stuzzicare l’interesse a tal proposito, inserendo ad uno ad uno tutti i protagonisti sul luogo dell’accaduto (qualsiasi esso sia), ultimo in ordine di tempo Asher, altro personaggio messo spesso e volentieri nelle retrovie, tuttavia, per una stagione composta da 15 episodi, non si può procrastinare all’inverosimile e racchiudere tutto nell’arco di un paio di episodi da cliffhanger, per quanto questi mantengano viva l’attenzione e la curiosità.
In questo tripudio di attendismo, a mandare avanti la serie in maniera decisa rimane comunque sempre lei: Annalise Keating. Il caso che l’avvocatessa sta cercando di portare avanti serve non solo a riabilitare il nome della professoressa nelle aule di tribunale, ma funge anche da elemento caratteristico della serie in ambito legale. In più, non è per niente da sottovalutare il colpo ulteriore che regala, da questo punto di vista,”I Love Her”: la reazione post traumatica di Connor era durata fin troppo, lasciare il suo personaggio ai margini è sempre uno spreco e il risvolto che lo ha visto rientrare in squadra con Annalise è decisamente quello che ci voleva per dare una spalla alla Keating e rivedere Connor ai livelli visti in passato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Annalise ed il suo tentativo con la class action
  • La squadra Annalise/Connor
  • Ulteriori tasselli nel flashforward 
  • Bonnie Winterbottom
  • Laurel da papabile protagonista a semplice contorno
  • Attuale staticità in attesa del colpo di scena 

 

How To get Away With Murder ha perso la sua straordinarietà ritrovandosi a viaggiare su un sentiero molto più comune… almeno fino all’inevitabile colpo di scena che scuoterà il midseason.

 

Was She Ever Good At Her Job? 4×04 3.56 milioni – 0.9 rating
I Love Her 4×05 3.61 milioni – 0.9 rating

 

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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