“In The Name Of The Father” è una puntata totalmente calabrese, se si chiudono gli occhi si possono sentire l’odore della terra, il calore del sole e il rumore della natura. Si dimentica l’America, il padre, la madre, il nonno, il sequestro, la prigionia di Getty, l’episodio si concentra invece sulla giornata in famiglia e il volto del “cattivo” si stempera, anche se per un breve istante. Interessante è proprio il fatto che lo spettatore sa perfettamente cosa è accaduto, sa che il giovane Getty non è morto e che stanno mentendo a Don Salvatore, chi guarda segue nel verde calabrese Primo e Leonardo mentre cercano un luogo sicuro per lasciare il sequestrato, eppure resta folgorato e stupito dai festeggiamenti per la Cresima; è uno spaesamento doloroso e folkloristico ma che esplode davanti agli occhi.
Un’altra esplosione avviene quando in Chiesa tutti coloro che noi sappiamo essere colpevoli pregano, si battono il petto a suon di “Per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa”, l’occhio cinematografico non può perdere il momento, perlustra i volti, cerca anche un minimo cambiamento, un piccolo pentimento, un lieve battito di ciglia, invece i visi sono immobili, spaventosi e spaventati, tronfi e boriosi. Diverso è lo sguardo di Regina, moglie di Leonardo, che pensa e ripensa e il risultato sarà chiedere al marito di non dire nulla a Don Salvatore per passare una giornata felice. Questa è una figura femminile interessante che è protagonista di alcuni dialoghi importanti, quello con il marito, quello con la nonna di Angelo (morto per mano di Primo negli episodi precedenti), Regina è rappresentazione della condizione della donna all’interno del clan mafioso: tutte le donne subiscono le azioni degli uomini e poi devono risolvere i problemi raccogliendo i cocci.
“Che la pace sia con te”
Non c’è nessuna pace per Leonardo; di lì a poco tutto sarà diverso. Francesco guarda gli altri ma c’è uno sguardo dall’alto, silenzioso ma implacabile, che guarda tutti.
“In The Name Of The Father” si costruisce come una sorta di romanzo di formazione; bastano poche immagini per capire che Leonardo ha cresciuto un figlio per farlo diventare un brav’uomo, onesto e proprio in questa giornata Francesco viene messo alla prova (tutto sta nell’uccidere l’agnello, sacrificale o meno, tutto sta nel corpo che respira tra le mani e che poi non respira più). Il ragazzino, vestito di bianco, ormai è adulto, così gli hanno insegnato, la Cresima è una tappa importante nella vita di un giovane uomo e dopo questa cerimonia nulla sarà come prima.
Francesco: “Oggi divento uomo, giusto? Allora lasciati aiutare”
Il ragazzino sa (ciò che ha origliato), lo dice al padre davanti allo specchio, lo guarda serio perché questi sono discorsi da grandi, e lui ormai lo è. Il giovane Francesco dice lui: “Ce l’ho nel sangue, papà”; ha nel sangue la morte, il delitto, la capacità di superare tutto con la forza perché cresciuto all’ombra della Mafia. Leonardo invece lotta e ha lottato sempre per combattere contro il patrimonio genetico; il sangue è fatto solo di globuli rossi e bianchi, non c’è un’elezione naturale al male secondo Leonardo: “Sono felice perché mio figlio ha una testa da scienziato”, “Per mio figlio si aprirà una nuova strada, Francesco sarà il primo della mia famiglia ad andare all’università, però lontano, lontano da qua”.
Infatti, non è Leonardo a regalare al figlio un pugnale ma Salvatore, non è il padre biologico quello del titolo ma il Capo rigido e crudele, che non ha figli e tratta il giovane uomo come una sua creatura, leale, onesta, uno capace di sorridere a chi deve sorridere.
Francesco lascia andare il rapito, gli dice di andare via prima che arrivino suo padre e gli altri, in quel momento dà prova di chi è, fa capire che tutto ciò che ha fatto il padre ha dato i suoi frutti. “In The Name Of The Father” lavora proprio per arrivare a questo intenso finale, è tutto costruito fin dall’uccisione iniziale dell’agnello per arrivare alla scelta finale: Francesco vorrebbe liberare quel giovane ma poi c’è un grande ribaltamento ed è Getty a chiedere al ragazzino di tagliargli l’orecchio così forse la sua famiglia crederà veramente a questo rapimento. Per arrivare al sacrificio il tutto si muove lento e inesorabile; il ceppo, la lama, il volto di Getty dilaniato dalla paura e dal dolore. Due ragazzi di età diverse, due famiglie lontane e differenti; ma c’è qualcosa che tiene tutto insieme, forse la stessa maledizione da cui non si riesce a fuggire.
Tutto si chiude su quella giacca bianca sporca di sangue, su quel padre spaventato dall’immagine che ha di fronte (quella che non avrebbe mai voluto vedere), su quel pezzo di corpo che troneggia tronfio su due giovani mani.
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Kodachrome 1×07 | 0.38 milioni – 0.1 rating |
In The Name Of The Father 1×08 | 0.57 milioni – 0.1 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.
Condivido pienamente le vostre recensioni su questa serie magnifica, però attenzione che non è ambientato in Sicilia ma in Calabria.
Hai ragione Sara! Errore nostro… Grazie abbiamo corretto 🙂