Vikings: Valhalla 1×08 – The End Of The BeginningTEMPO DI LETTURA 4 min

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Vikings Valhalla 1x08 recensioneNon poteva esserci titolo migliore per indicare questo season finale. “The End Of The Beginning” chiude infatti il capitolo iniziale di Vikings: Valhalla già destinato a continuare.
Forti della serie madre alle sue spalle, e della collaborazione dello stesso creatore di Vikings Michael Hirst, nell’annunciare questo sequel Netflix aveva già ordinato un totale di 24 episodi, lasciando presagire una suddivisione in almeno tre stagioni. E infatti, a pochi giorni dal debutto e con un record di ascolti già messo in tasca, Netflix ha subito ufficializzato il ritorno della serie per una seconda e terza stagione. Stagioni che non tarderanno neanche tanto ad arrivare, dato che la produzione del secondo ciclo di episodi si è già conclusa lo scorso novembre.
Vikings: Valhalla era quindi destinato ad avere un seguito e, dopo la visione di questa prima stagione con tanto di finale aperto, l’annuncio non sorprende di certo.

PLOT TWIST INGLESE


Come detto, il titolo dell’episodio spiega già da sé in maniera esaustiva come il season finale chiuda semplicemente il capitolo iniziale della serie. Un episodio segnato in tutte le sue storyline dai plot twist. In alcuni casi ben gestiti, in altri meno, così la trama si ritrova protagonista di ripetuti sconvolgimenti di fronte.
Al primo posto svetta sicuramente la lotta al potere sul trono d’Inghilterra. Da questo punto di vista va detto che la serie svolge un ottimo lavoro nel sovvertire le aspettative, rischiando però di indebolire la trama. Per quasi tutto l’episodio, infatti, si ha una sensazione di delusione e insoddisfazione nei riguardi della storyline inglese. Lo spettatore è lì che guarda inerme la disfatta di una trama che nei primi episodi risultava ben gestita e con del buon potenziale.
L’improvvisa e totale messa da parte di Re Canute e l’apparizione di personaggi “nuovi” come la Regina Ælfgifu o Forkbeard, per quanto storicamente sensati, avevano inclinato un equilibrio narrativo appena raggiunto.
I nuovi protagonisti della scena sembravano forzati nelle dinamiche interne, eclissando il ruolo di un character dalle grandi potenzialità come Emma. Fortunatamente, sul finale la risoluzione delle dinamiche interne alla Corte inglese, con il piano ben congegnato del trio Emma, Forkbeard, Godwin emerge positivamente, risultando ben gestito e portato in scena e risollevando una storyline che nel corso dell’episodio aveva un po’ deluso.
In più, il finale con l’arrivo di Forkbeard a Kattegat porta conseguentemente ad un ulteriore plot twist che collega le due trame principali e apre a scenari futuri del tutto nuovi.

L’ENNESIMA BATTAGLIA DI KATTEGAT


Sul finale, dunque, le due trame principali vengono riunite ma nello scorrere dell’episodio le storyline ambientate a Kattegat si dipanano in maniera diversa per ogni character.
Con la battaglia a fare da sfondo, resa al meglio sia sullo schermo che da un punto di vista narrativo, il modo di agire dei vari personaggi assume contorni differenti.
A partire da Freydis. Finora la sua storyline è sembrata quella meno incisiva, con uno sviluppo fin troppo celere e approssimativo, quasi a sfociare in eventi “forzati”. Tuttavia, il finale ben si amalgama con il percorso intrapreso dalla donna che, come ad inizio serie, ottiene la vendetta personale e si prepara a seguire il suo destino.
Ma tra le storyline dei personaggi presenti a Kattegat è quella di Leif che si propone come la più interessante. Nel corso degli episodi Leif è forse stato quello un po’ più approfondito (per quanto possibile dal minutaggio riservato ad ognuno), con un’attenzione particolare riservata alla voglia di allontanarsi dalla reputazione del padre e alla sete di battaglia ancora dormiente. Il sopravvento del “lato oscuro” che occorre dopo la morte di Liv apre così ad un percorso ancora più complesso per un personaggio sfaccettato da più punti di vista.
A deludere proprio sul finale, invece, è la figura di Harald. Apparso sin da subito con un forte carattere carismatico e intuitivo su più fronti, il suo piano di spionaggio contro Olaf gli si rivolta contro in un modo abbastanza ingenuo, mettendo un freno momentaneo all’intraprendenza del personaggio.
Ma ci sarà sicuramente modo per rimediare nelle prossime stagioni, intanto la più che fugace vittoria di Olaf e l’arrivo di Forkbeard, come già detto, preparano il terreno per episodi futuri ancor più voltati all’azione. E con il progetto inziale già basato su 24 episodi, si può forse già dare un po’ più di fiducia agli autori.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Plot twist finale: dal piano Emma-Godwin-Forkbeard in Inghilterra all’arrivo di quest’ultimo a Kattegat
  • La trasformazione di Leif
  • L’ennesima battaglia a Kattegat che alza sempre il ritmo narrativo 
  • L’effimera vittoria di Olaf: tutto ancora in gioco
  • Finale un po’ deludente per il personaggio di Harald 
  • Il personaggio di Ælfgifu non ha tanto colpito nel segno

 

In definitiva, Vikings: Valhalla si porta a casa una facile promozione per una stagione che, tra pregi e difetti, si pone appena come prologo.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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