Siamo consci che molto spesso le citazioni in inglese non vengono lette ma sono importanti per capire parte delle recensioni e/o essere un collegamento diretto con quanto si sta commentando. Quella che seguirà a breve è una lunga citazione di una lettera aperta ai fan che Damon Lindelof ha scritto ai fan il 22 Maggio 2018, una citazione che è molto importante per capire il complicato mondo di Watchmen e il complicatissimo mondo di Lindelof, ritrovatosi subito odiato da mezzo mondo per aver preso in carico il compito di portare l’opera di Alan Moore e Dave Gibbons sul piccolo schermo.
“We have no desire to ‘adapt’ the twelve issues Mr. Moore and Mr. Gibbons created thirty years ago. Those issues are sacred ground and they will not be retread nor recreated nor reproduced nor rebooted.
They will, however, be remixed. Because the bass lines in those familiar tracks are just too good and we’d be fools not to sample them. Those original twelve issues are our Old Testament. When the New Testament came along it did not erase what came before it. Creation. The Garden of Eden. Abraham and Isaac. The Flood. It all happened. And so it will be with Watchmen. The Comedian died. Dan and Laurie fell in love. Ozymandias saved the world and Dr. Manhattan left it just after blowing Rorschach to pieces in the bitter cold of Antarctica.
To be clear Watchmen is canon.”
Lindelof è ovviamente abituato alle critiche ma è ancora più abituato a stupire e questa lettera ne è la prova. La trasposizione tanto agognata su cui HBO lavora da oltre quattro anni arriva ed è diversa da ciò che ci si aspettava dopo il film di Zack Snyder, sia nei toni che nel finale, ed è importante sottolineare proprio questi ultimi due elementi. Idealmente chiunque potrebbe infatti approcciarsi a questa season premiere senza aver mai letto l’opera di Moore e Gibbons e comunque riuscirebbe ad apprezzarne la regia, la recitazione e la qualità dello script, ricchissimo di attualità e basata su fatti realmente accaduti (Il Massacro Di Tulsa). Tuttavia quel “remixed” scritto da Lindelof è solo un modo per non dire la parola “sequel“. Un sequel ambientato 34 anni dopo la fine del fumetto, a Tulsa, Oklahoma.
“It’s Summer And We’re Running Out Of Ice” non è un classico pilot ma è una series premiere ricca di storia che potrebbe essere anche non conosciuta ma che, chiaramente, aiuta la comprensione e l’apprezzamento della puntata. Facciamo un po’ di chiarezza partendo dalle parole dello stesso Lindelof e da quanto ha lasciato intendere questo pilot:
- Il Dr. Manhattan vive ancora su Marte dal 1985;
- Nixon ha vinto la guerra del Vietnam, non c’è mai stato il famigerato Watergate e ha abolito il limite di mandati presidenziali;
- Robert Redford è il Presidente Degli Stati Uniti D’America da oltre 30 anni e ha attuato una politica di accettazione che non è ben vista in generale (“Thirty years of Redford and what’ve we got to show for it? More land we can’t live on, more animals we can’t kill, and a six-month wait to get a gun for our own protection.“) tanto da accusare le persone di essere “redfordians”; nel 1992 ha creato una riforma che prevede un rimborso economico (chiamato “Redford-ations”) per le vittime di ingiustizie razziali;
- Il diario di Rorschach è stato tramandato, condiviso e preso come “Bibbia” da parte del gruppo di suprematisti bianchi noto come Seventh Kavalry;
- A causa di continui attacchi contro la polizia e i propri familiari da parte di membri della Seventh Kavalry, ora tutti i membri della polizia hanno l’obbligo di indossare una maschera per proteggere la propria identità.
Come si può leggere, c’è tanta storia dietro questa serie, quasi troppa, ma è anche un dovere se si guarda alla necessità di Lindelof di non fare né un reboot, né una mera trasposizione del fumetto, bensì un sequel contemporaneo. Tante tematiche sono infatti più che mai attuali e la creazione di un universo ricco di domande e misteri è una prerogativa dello sceneggiatore, quindi bisogna avere pazienza sin dal principio perché molte domande rimarranno irrisolte per molto tempo.
Con nove puntate e una seconda stagione che non è ancora stata confermata – ma che non tarderà ad arrivare – “It’s Summer And We’re Running Out Of Ice” ha veramente un arduo compito che però svolge più che egregiamente, merito di una sceneggiatura molto curata ma non interessata ad attirare spettatori, anche perché il nome della serie basta ed avanza in questo senso. Il resto lo fa il cast (in cui risaltano subito Regina King, Don Johnson ed un Jeremy Irons che sembra ricoprire i panni di un Ozymandias in pensione) che dà prova di un’ottima capacità recitativa, e una regia che mantiene un ritmo elevato ma non eccessivo per tutta l’ora di visione.
Lindelof ha chiaramente capito che tasti toccare per stimolare la visione senza che nessun fan di vecchia data si senta offeso per quanto visto, anzi il tutto sembra susseguirsi in maniera piuttosto naturale, vuoi per le varie decadi che sono passate tra le “due” storie, vuoi per i personaggi che sono totalmente diversi. Rimane comunque vivida la sensazione che questa serie non sia fatta per tutti, specie alla luce della vasta mitologia che si dovrebbe conoscere per cogliere esattamente tutte le sfumature di questo pilot.
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It’s Summer And We’re Running Out Of Ice 1×01 | 0.79 milioni – 0.3 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.
Ma in sostanza non è proprio possibile seguirla e capirci qualcosa anche se non si sa nulla di nulla del fumetto?
In realtà si può benissimo ma sarebbe meglio avere un’infarinatura generale…