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The Blacklist 5×07 – The Kilgannon Corporation (No. 48)TEMPO DI LETTURA 4 min

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Dembé didn’t stay with me because he saw me as his savior. He stayed with me because he saw me for the man I really was… a man surrounded by darkness. No friends who could be trusted, no faith that loyalty or love could ever truly exist. (…) Dembé connected his life to mine to show me, that day and every day, that the world is not what I fear it to be. He is the light in the darkness, living proof that there is another way, that life can be good, that people can be kind, that a man like me might one daydream of becoming a man like him“.

Non esistono parole migliori di quelle di Red per rendere giustizia e onore a Dembé, il quale, una volta di più, si è dimostrato eccezionale. Oltre alle ben note doti fisiche, stavolta dimostra anche grandezza d’animo, preoccupandosi di una ragazzina. Chapeau. Occorre davvero un faro, una luce nel buio per orientarsi in questa puntata che inizia in modo decisamente disturbante e lascia nello spettatore un certo senso di perplessità anche dopo la sua conclusione.
Le sotto trame, rispetto agli episodi precedenti, si riducono da tre a due: quella di giornata propone un tema di stretta attualità come quello dei migranti e di chi specula sulle loro vite. Le scene strazianti non mancano, per fortuna alla regia c’è Jean de Ségonzac, abituato a ritrarre gli aspetti peggiori dell’umanità grazie all’esperienza maturata con l’universo di Law And Order.
Su questo fronte, nessuno si aspettava che il capo dei contrabbandieri di carne umana fosse una bella persona. Colin Kilgannon, però, ci aggiunge il carico da undici quando si dimostra pronto a fare eliminare sua madre senza batter ciglio. Lei però, è un’adepta della vecchia scuola: “Io ti ho fatto, io ti disfo”. Quando ci vuole, ci vuole e qui ci voleva. Mamma Kilgannon va così a completare un’ideale trilogia di madri degna di Dario Argento, dopo la siriana pronta a tutto pur di salvare il figlio, vista in The Endling e la donna a lutto per la tragica morte delle figliolette, vista nello scorso episodio.
La stessa filosofia di Red sul dover offrire un servizio “di qualità” ai migranti clandestini, perché hanno pagato, ha un sottofondo piuttosto ambiguo. Sembra di sentir parlare Denzel Washington nel film American Gangster, dove interpreta il signore della droga di New York negli anni ’70. Per fortuna tutto si risolve bene, intenerendo pure la Task Force.
Nel frattempo, procede anche la trama orizzontale, quella della valigia di ossa. Solo un attimo per mostrare, una volta di più, la differenza abissale tra quello che i coniugi Keen pensano sia il loro rapporto e la realtà, poi si riparte a tutto ritmo, in questo arco narrativo interessante e piuttosto ben svolto, almeno finora.
Pete e Lena soccombono alla dura legge dell’arco narrativo in tre episodi, ma entra in scena un ometto che sembra una via di mezzo fra Glenn della Motorizzazione e il Dr. Evil, impersonato da Mike Myers nei film di Austin Powers. Dovrebbe essere lo Ian Garvey a cui sarà intitolata la prossima puntata, ultima del 2017. Questo sarebbe già un indizio della sua notevole importanza, così come il suo numero (13) se sarà confermato. Ora ha lui la valigia ed è pronto a sedersi al tavolo delle trattative con i molti che, a quanto pare, sono pronti a fare di tutto, in diversi punti del pianeta, per impossessarsene.
Tom sembra pronto a trattare con lui, ma si troverà in pericolo, come visto nel promo del prossimo episodio. A questo proposito, se non proprio un’eliminazione di Mr. Keen, si potrebbe pronosticare una sua sparizione temporanea dalla scena, perché voci di corridoio vogliono Ryan Eggold coinvolto nel remake di Magnum P.I. Siccome poi, a tempo perso, Tom è Christopher Hargrave, con alle spalle diversi miliardi, l’organizzazione Halcyon Aegis e un computer quantistico, potrebbe essere un ottimo escamotage per rimettere in gioco e concludere degnamente alcune trame dello spin off Redemption.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Mamma Kilgannon
  • Entrata in scena di un personaggio chiave per la trama orizzontale (probabilmente Ian Garvey) 
  • Dembé, perché è coraggioso
  • Dembé, perché ha un gran cuore
  • Dembé, perché se non ci fosse bisognerebbe inventarlo
  • Colin Kilgannon, bruttissima persona
  • Dispiace per Pete e Lena 
  • Tom e Lizzie, sempre insopportabili quando fanno gli adolescentelli al primo amore 

 

Una puntata ad alto tasso di coinvolgimento emotivo, da seguire in modo quasi viscerale, prepara la strada al fall finale. Fin qui, si diceva, l’indagine per capire di chi sia il cadavere in valigia si è svolta in modo interessante e con un buon ritmo. Difficilmente il mistero sarà pienamente svelato nel prossimo episodio, è più probabile che il pubblico venga lasciato con un sapiente cliffhanger sino all’anno nuovo, anche perché nel gennaio 2018 è previsto il 100° episodio: concludere questo arco narrativo potrebbe essere un modo per festeggiarlo. L’unico vero timore, per ora, è che alla fine ci sia una spiegazione troppo banale.

 

The Travel Agency 5×06 5.25 milioni – 0.9 rating
The Kilgannon Corporation 5×07 5.04 milioni – 0.9 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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