Alfredino – Una Storia Italiana 1×02 – Seconda PuntataTEMPO DI LETTURA 4 min

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Alfredino Una Storia Italiana 1x02La storia della morte di Alfredo Rampi è una delle vicende più tristi avvenute in Italia negli ultimi anni. Non solo per le dinamiche dell’incidente e per le lunghe ore di agonia che sia il bambino che i familiari hanno vissuto, ma anche perché rappresenta uno spaccato realistico che ha portato a galla tutta la disorganizzazione e la pressione psicologica sui soccorritori.
Inoltre, è anche il primo tragico evento vissuto in diretta televisiva. Nel bene e nel male, i media hanno una grossa fetta di responsabilità per la divulgazione degli avvenimenti di quei tre giorni.
Da un lato, ci sono le numerose persone che hanno assistito alle dirette tanto che adesso, quarant’anni dopo, è raro incontrare qualcuno che non abbia mai sentito il nome di Alfredo. Dall’altra, in molti non si sono limitati a guardare la diretta dal salotto della propria abitazione, ma si sono mobilitati in massa per andare a Vermicino.
La seconda puntata di Alfredino mette in luce tutto questo, con uno stile realistico che punta a raccontare le ore successive al ritrovamento di Alfredo nel pozzo e i primi problemi a cui i soccorritori sono andati incontro.

OGNI SFUMATURA DELLA STORIA


La miniserie di Sky, molto criticata ancor prima dell’uscita per la scelta di creare una serie tv sulla vicenda, sceglie di non romanzare nulla, ma di rappresentare la storia fedelmente con un taglio documentaristico.
C’è una linea sottile tra preoccupazione e sciacallaggio che il regista Marco Pontecorvo sceglie di mostrare ma non di mettere in atto.
Alfredo, infatti, è comparso finora solo nel pilot e prima di cadere nel pozzo.
La scelta di non mostrare il bambino incastrato è conforme al voler ricreare e mostrare solo il tentato salvataggio e tutto quello che gli è girato attorno. Infatti la voce del bambino che parla con la madre tramite un microfono calato nel pozzo si sente solo quando viene registrata dal primo giornalista arrivato sul posto.
Lo sciacallaggio dei giornalisti è ben rappresentato proprio da Pierluigi Pini, giornalista alle prime armi che vuole andare in diretta con un proprio pezzo. Indifferente alle pressioni morali del suo operatore, nelle vesti di un grillo parlante che insinua domande sulla correttezza delle loro azioni.
Nuovamente un senso di correttezza da parte degli autori e di Pontecorvo, che decidono di narrare senza prendere posizioni. Sia i soccorritori che il telegiornale e lo stesso Pini, inizialmente, speravano che un lieto fine potesse essere utile in un momento di forte crisi di governo.
La larga diffusione della notizia ha portato innumerevoli persone sul luogo, persone che sono state rappresentate più come una manica di curiosi che spinte dalla volontà di aiutare. Man mano nel corso della puntata, il cantiere diventa sempre più popolato da persone con macchine fotografiche, ingorghi stradali e carretti con cibo e bevande in lontananza.

FRANCA RAMPI


Altra vittima dei media e di coloro che hanno visto (e commentato) le lunghe dirette è Franca Rampi, la mamma di Alfredo. Pontecorvo e i due sceneggiatori (Barbara Petronio e Francesco Belletta) tentano di scardinarla dall’immagine che le è stata dipinta addosso.
In questa seconda puntata c’è una grande cura attorno al suo personaggio, una volontà di dare una dignità a Franca Rampi anche in vista agli avvenimenti successivi alla morte del figlio, con l’istituzione della Protezione Civile e la creazione di un centro a nome di Alfredo.
L’ottima performance di Anna Foglietta riesce perfettamente nell’intento del regista regalando assieme a Luca Angeletti, l’attore che interpreta Ferdinando Rampi, le prove attoriali migliori.
I personaggi secondari, sebbene molti siano interpretati da volti conosciuti, non riescono ad essere all’altezza dei due protagonisti. Nell’insieme la recitazione non è da bocciare, ma alcuni degli attori “di contorno” potevano brillare maggiormente.
Un’ulteriore nota di merito riguarda il non cadere nel melodramma italiano, né nella serialità di bassa lega anche grazie ad una fotografia pulita, unita all’utilizzo di una macchina da presa vintage per le scene di repertorio ricreate, per riportare sullo schermo i colori di un’Italia di inizi anni ’80.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Stile documentaristico
  • Scelta di mostrare tutte le sfumature della vicenda
  • La prova attoriale di Anna Foglietta
  • La recitazione dei personaggi secondari non riesce ad essere all’altezza dei due protagonisti

 

Una buona seconda puntata che porta alla luce tutte le sfumature di una ferita ancora aperta, con il giusto realismo e senza melodrammi.

 

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