American Horror Story: Apocalypse 8×04 – Could It Be… Satan?TEMPO DI LETTURA 4 min

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Cominciando dalla fine, è innegabile che, in chiusura di episodio, si provi una qualche forma di soddisfazione. Questa non è dovuta solo alla particolare qualità dell’episodio stesso,che si mantiene su un buon livello e ritmo.La soddisfazione nasce anche nel sentirsi parte di un discorso più ampio; quel tipo di esperienza che si può provare nell’universo cinematografico espanso della Marvel, senza dover andare a scomodare la stessa continuity dei fumetti da cui si ispira.
Per la prima volta, tolti i riferimenti e gli easter egg fatti finora nelle passate stagioni, in questo episodio si può tornare indietro nel tempo e/o viaggiare in parallelo in situazioni che già sono famigliari allo spettatore assiduo di questa serie antologica. Se il riferimento a “Coven” era scontata fin dall’inizio e largamente annunciato, la parte riservata ad “Hotel”, col recupero di Queenie, non lo era affatto e non risulta neanche fuori contesto ma, anzi, perfettamente contestualizzata con la trama in essere. Insomma, cresce quel senso di godimento che la serie offre quando solletica lo spettatore tramite le connessioni da fare tra i vari personaggi ricorrenti in più stagioni e, allo stesso tempo, quando riesce a celebrare la serie stessa, rendendo così l’esperienza coinvolgente.
A questo punto però sorge una domanda: quale è la trama di questa stagione? Banalmente, si potrebbe riassumere riconducendola alla solita lotta tra bene e male, miscelando l’aspetto religioso e quello più pagano. Nulla di particolarmente nuovo in generale e neanche per questa serie ma, si sa, per Murphy e Falchuk la trama è una scusa per parlare di altro; l’idea è sempre quella di legare gli avvenimenti alla nostra contemporaneità e alle sue contraddizioni. Focalizzandosi su questo aspetto, cominciano ad emergere più chiaramente quali possano essere quelli di questa stagione. L’introduzione della parte maschile della congrega, fatta di stregoni, in cui cresce il protagonista di questa stagione, il sempre più malvagio Michael Langdon, permette di esplorare il rapporto col potere tra uomini e donne, anche riferito agli stereotipi ad esso connessi. In questo caso, la magia è sempre stata appannaggio delle donne, almeno nella percezione comune e nella storia stessa. Non è un caso che i sabba e le persecuzioni che le hanno viste protagoniste siano principalmente femminili mentre gli stregoni, seppure presenti, non hanno mai suscitato grande impatto sociale riferito al concetto di magia, se non nelle saghe letterarie.
Pertanto stavolta si vedono le donne a detenere il potere e decisamente restie a lasciarlo in mano agli uomini. Questo è evidente nello squilibrio visivo tra le due parte durante la riunione straordinaria convocata dagli stregoni; bastano tre streghe per contrastare quattro stregoni, ripetutamente sbeffeggiati da una Myrtle in forma smagliante. Ovviamente su Cordelia, fin dalla fine di Coven, grava una grande responsabilità che fatica ad accettare l’idea che possa ripetersi una nuova lotta per eleggere la nuova Suprema, in questo caso addirittura trasferire questo potere e questa leadership ad un uomo, dopo secoli di prerogativa femminile. Una situazione interessante da esplorare e sulla quale sembrerebbe volersi muovere questa stagione.
L’altra connessione intra-stagionale, stavolta con la Murder House incarnata nelle origini di Michael, probabilmente permetterà anche di indagare sull’origine del male che permea molte situazioni di questi episodi e anche nelle altre stagioni. Non è un caso che l’hotel Cortez venga qui indicato come la porta dell’Inferno e il personaggio della Bates venga così strettamente legato al  culto demoniaco di Satana. Che si voglia indicare un origine comune a tutte le situazioni viste finora in AHS? Non sarà facile mantenere un discorso coerente e allo stesso tempo appassionante se, come in passato, si cadrà nella faciloneria. Da segnalare un momento di sana soddisfazione sadica. Quello che vede l’odiosa Montgomery intrappolata in una particolare forma di inferno personale: quella di un enorme negozio pieno di clienti lamentosi e nessuna forma di soddisfazioni. Emma Roberts e i suoi personaggi si sanno sempre far amare con odio dagli spettatori. E anche dagli autori, si direbbe.
 
THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Kathy Bates regala sempre splendide performance
  • Il senso di universo allargato regala un certo coinvolgimento allo spettatore
  • Ottimo ritmo
  • La congrega degli stregoni finora non va oltre ai soliti clichè maschili usati spesso da Murphy. Servirebbe più spessore

 

AHS: Apocalypse comincia ad ingranare e a darsi una struttura organica, dando qualche soddisfazione allo spettatore. Questo non può che far bene per il proseguo per una stagione che promette avanzamenti interessanti per la mega trama orizzontale della serie.

Forbidden Fruit 8×03 1.94 milioni – 0.9 rating
Could It Be… Satan? 8×04 2.02 milioni – 1.0 rating

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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