Com’era già stato ampiamente predetto, anche questa decima stagione di American Horror Story si conclude con un finale debole, approssimativo e sbrigativo. Assunto che, tra l’altro, assume un valore ancor più significativo se si pensa che stavolta l’accoppiata Murphy/Falchuk è riuscita nella mirabile impresa di deludere il suo pubblico due volte nello stesso arco stagionale: prima fallendo con “Red Tide”, e ora mandando a vuoto anche la seconda parte, “Death Valley”, confermando nettamente il trend negativo che vede i due co-ideatori della serie incapaci di concludere dignitosamente almeno una delle loro storie.
UN POTPOURRI DI COSPIRAZIONI
Nel tentativo di mantenere toni pacati ed oggettivi, evitando più che altro di sparare sulla Croce Rossa, si può quantomeno apprezzare la capacità di Murphy e Falchuk di creare una storia (di sole 4 puntate) grosso modo coerente e con una sorta di filo logico che probabilmente avrebbe trovato più fortuna se distribuita su un intero arco stagionale. Seppur utilizzando cospirazioni già ampiamente rappresentate in numerosi film di genere, quindi nulla di effettivamente innovativo, il duo è riuscito a creare un legame sensato tra i vari alieni, rettiliani, ibridi mutati, uomini gravidi, teste che esplodono e Richard Nixon, mettendo su, in meno di quattro ore di girato, una storia che quantomeno genera un po’ di interesse nello spettatore.
Interesse che, naturalmente, è dato solo ed unicamente dalla presenza del sopracitato potpourri di cospirazioni e che quindi si rivela, non appena ci si rende conto dell’impossibilità materiale di sviluppare decentemente le numerose trame e sottotrame, soltanto illusorio. In quaranta minuti succede di tutto: si viene a sapere dell’esistenza dei rettiliani, Mrs. Eisenhower si schiera con gli alieni in cambio della promessa di una vita immortale e scalza Mark Felt dal ruolo di Gola Profonda nello scandalo Watergate, un sacco di gente viene ammazzata nell’area 51 e, tra vari doppi e tripli giochi, finalmente il primo ibrido umano-alieno sano viene alla luce. In tutto ciò, la giovane Kendall, uscendo di scena, diventa anche un robot-utero con una strana sfera di metallo al posto della testa, nella sua grottesca comicità forse uno degli elementi più interessanti di questo episodio (e questo la dice lunga sul resto).
ELISABETTA II, ZUCKERBERG, LADY GAGA ED ALTRI RETTILIANI
In barba al poco tempo a disposizione, ecco quindi giungere, proprio sul finale, i rettiliani, umanoidi mutaforma (si dice grazie ad un’avanzata tecnologia olografica) al centro di una delle teorie cospirazioniste più celebri di sempre. Sotto le sembianze di normali esseri umani, questi uomini-rettile hanno cominciato ad insinuarsi ai piani alti, fino a prendere il posto perfino del Segretario di Stato Henry Kissinger.
Sarebbe stato onestamente interessante vedere sviluppato qualcosa di più in merito, invece che limitare il loro arrivo sulla Terra ad un paio di sguardi da rettile ogni tanto e un accordo off-screen con Thor e compagni per prendere il controllo della Terra come alleati, in un accordo di convivenza pacifica che, naturalmente, non prevede la presenza degli esseri umani sul pianeta. Purtroppo però, il problema è sempre lo stesso: non c’è tempo. E allora via di corsa verso il finale a suon di decapitazioni, esecuzioni ed esplosioni cerebrali, concludendo nell’unico modo che il duo di sceneggiatori probabilmente conosce: sacrificare uno ad uno tutti i suoi character nei modi più disparati nella speranza che il pubblico non si accorga della pochezza e dell’inconcludenza della trama.
Sotto questo punto di vista, quantomeno, la stagione può definirsi un successo.
AH, MA FINISCE COSÌ?
Praticamente ogni singolo spettatore, nel momento finale, avrà pensato più o meno la stessa cosa: “ah, ma finisce così?”. L’ibrida Theta si rallegra per un altro esemplare perfetto uscito da UteroBot4000, primo piano sul bambino, schermo nero e tanti saluti fino alla prossima stagione. Un finale che, obiettivamente, non poteva essere altrimenti – visto che tutti quanti i protagonisti sono morti uno dopo l’altro – ma che nel suo voler essere sbrigativo risulta in ultima analisi anche privo di qualsivoglia sentimento – se non la delusione per aver perso 40 minuti di vita.
L’ingenuità di Mrs. Eisenhower, prima con la fiducia riposta nei confronti di Thor (ricordiamo, un alieno conquistatore apparentemente privo di emozioni con cui la first lady ha condiviso il letto per anni) e poi con la presunzione di poter essere un passo avanti ad un’ibrida aliena che può comunicare con le persone telepaticamente, è qualcosa di oggettivamente imbarazzante. Un altro tentativo sbrigativo di sbarazzarsi di un personaggio per chiudere tutto, ma anche la conferma che, senza una buona scrittura, anche le grandi attrici come Sarah Paulson non possono fare molto per salvare personaggi insulsi e privi di qualsiasi spessore.
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Mamma mia che monnezza. Forse addirittura peggio di Coven, e questo la dice lunga sulla qualità della stagione.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.