“You pulled that heartstrings con job on me? You piece of shit! […] Asshole! No wonder Rebecca left you. What took her so long? There it is! Here we go. Here we go. Here we go. Oh. Is this it? Is this it? Is this it? For this, you destroyed our family? You happy now? For what? For nothing! Is that all there is, Chuck? It’s all the– All there is? Or did you make copies? Huh, Chuck? You tell me, or I’ll burn this whole goddamn house to the ground.”
Tra i primissimi argomenti che si studiano nella storia del cinema, i Fratelli Lumière sono decisamente un passaggio fondamentale per comprendere appieno il grande successo che ha avuto il cinema nella fine dell’ottocento. I due fratelli francesi, oltre ad aver perfezionato la tecnologia del cinematografo, divennero famosi per aver ripreso “Lo Straordinario Dell’Ordinario”. I loro “film” duravano circa 50 secondi e riprendevano cose del tutto normali, per esempio: degli operai che uscivano da una fabbrica, un treno in arrivo, un giardiniere e altre cose simili. Filmati semplici, ma che sconvolsero profondamente i primi spettatori dell’epoca che rimasero ammaliati dal cinematografo e dalla sua potenzialità.
Con questa digressione non si vuole certo paragonare il genio illuminante dei Lumière con la brillante mente di Vince Gilligan (qui ancora nella veste di regista), ma una certa somiglianza è evidente. Better Call Saul sta vivendo nel periodo d’oro delle serie tv, un periodo unico e forse irripetibile. Lo spin-off di Breaking Bad non è sicuramente LA serie del momento, tuttavia da tre anni a questa parte riesce a tenere incollati diversi milioni di telespettatori davanti allo schermo. Quel comune denominatore tra le pellicole dei fratelli francesi ed il prodotto di Gilligan è quella straordinarietà dell’ordinario di cui si è parlato prima. BTS non ha effetti speciali di nessun tipo, non vede attori pluripremiati nel suo cast e la trama è molto semplice. La sua magia è quella preziosa linearità del plot: per quanto esso sia semplice, quasi ogni cosa va sempre per il verso giusto, senza mai un passo falso. Nel guardare Saul & Co. si ha quella favolosa sensazione di inserire, ad esempio, una scatola in un riquadro della sua misura.
Questa 3×02 moltiplica la precedente sensazione per quattro, riuscendo a portare lo spettatore ad un “orgasmo” televisivo, lasciandolo esausto alla fine dei cinquanta minuti. A differenza dello scorso episodio, è successo tutto quello che doveva succedere. Ogni character ha adempiuto alla sua funzione in modo a dir poco perfetto, lasciando agli hater di turno l’impossibile compito di trovare un qualsivoglia difetto.
Jimmy, nell’episodio odierno, cade nell’astuta trappola tesagli dal fratello, un inganno preparato ad hoc apposta per un personaggio del suo fervore. L’uomo senza dignità manderà con tutta probabilità il proprio fratello in carcere, aiutandolo, indirettamente, nella sua trasformazione in Saul Goodman. Se Chuck è stato sempre un passo avanti a Jimmy, lo stesso ormai si può dire anche per il redivivo Gus Fring nella sua battaglia personale con il vero co-protagonista della serie. Mike, nonostante sia dotato di un’invidiabile esperienza sul campo, non riesce a trovare l’uomo del “Don’t“. L’asso giocato mandando Saul non è stato proprio il massimo. A causa dell’inesperienza e sbadataggine dell’avvocato imbroglione, che più che essere stealth come una faina è sembrato ingombrante come un tricheco spiaggiato, il padrone di “Los Pollo Hermanos” ha guadagnato ulteriori punti di vantaggio prendendo una certa distanza. Il cellulare lasciato nel bel mezzo del nulla è un chiaro segnale di vittoria del character di Giancarlo Esposito.
Oltre al perfetto proseguimento delle varie storyline, anche il resto sembra essere esente da difetti. “Witness” vede una regia sublime, diretta dal ritrovato Vince Gilligan, la quale oltre ad essere uno spettacolo per gli occhi è pure un perfetto esercizio di individuazione per il regista provetto. L’autore della serie si sbizzarrisce e utilizza tecniche registiche sfavillanti a tutto spiano. Oltre a questa pregevole virtù, la puntata scritta dall’abile Thomas Schnauz riesce sia a dare un senso alla presenza di Kimmy ed Ernie che a spiazzare lo spettatore con il monologo elettrificante di Jimmy postato ad inizio recensione.
Le sorti dei due protagonisti della serie sembrano ormai segnate ma, come ribadito fino ad ora, il bello di Better Call Saul è la realizzazione del tutto. Una realizzazione pressoché esemplare da far invidia a qualsiasi serie andata in onda sia in passato che nel presente. Sulla scia, o forse a questo punto affiancata alla serie madre, BTS continua ad insegnare: questa si chiama classe.
“Yeah.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Mabel 3×01 | 1.81 milioni – 0.7 rating |
Witness 3×02 | 1.47 milioni – 0.5 rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.