Better Call Saul 5×03 – The Guy For ThisTEMPO DI LETTURA 3 min

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Se si dovesse scegliere un episodio esemplificativo su cosa tratta Better Call Saul, questo sarebbe uno da consigliare. Non tanto per la qualità, comunque sempre alta, ma per il forte senso di tristezza e ineluttabilità che lascia allo spettatore.
Praticamente tutti i personaggi attraversano momenti molto intensi dai quali escono tristemente sconfitti. Si badi: non in termini di risultati ottenuti (buoni se non ottimi) ma in termini di integrità (sbriciolata) e consapevolezza (tremenda).
Già dalla cold opening a base di fameliche formiche rosse, si capisce come anche la cosa più buona, dolce e desiderabile come un gelato (sorvolando sull’orribile gusto menta), viene predata, mangiata e distrutta da un sistema affamato e bulimico, esso stesso inconsapevole della propria voracità.
Allora vedere Saul (ormai chi si ricorda più che si chiama Jimmy) iniziare seriamente nella sua carriera para-criminale diventando l’avvocato “strano” dei Salamanca, suscita tristezza ed empatia nonostante per 4 stagioni non abbia fatto altro che andare in quella direzione. Soprattutto considerando come riesca a far emergere comunque la parte ancora benigna dalla sua anima, salvando praticamente la vita di Domingo da morte certa.

Due sono le frasi emblematiche dove trovare i significati più profondi delle motivazione e delle situazioni in cui si trovano tutti, indistintamente.

La prima è di Nacho, quando in maniera lapidaria esemplifica la nuova situazione di Saul (e la sua del resto): quando si è dietro, si è dentro. Non importa cosa si vuole.

It’s not about what you want. When you’re in, you’re in.

La seconda le fa da contraltare è detta a Kim dal signor Acker, nell’ultimo incontro tra i due: Kim sarebbe pronta a dire qualsiasi cosa più di ottenere quello che vuole.

You’ll say anything to get what you want, won’t you?

Sorge quindi la domanda collegata a queste due frasi terribilmente crudeli ma realiste: cosa vogliono i personaggi? A questo punto della storia probabilmente non lo sanno neanche loro visto che sono fortemente combattuti tra quello che sono e quello che vorrebbero essere. Tutti vittime di storie precedenti più grandi di loro che inevitabilmente li hanno sovrastati e quindi condizionati.
Questo non vuol dire che nelle loro scelte siano esenti da responsabilità, anzi. La grande potenza di questa serie, molto di più rispetto a Breaking Bad, sta nell’essersi permessa di raccontare le motivazioni che lentamente fanno evolvere le persone, portandole a volte in situazioni senza più via d’uscita se non compromettendo la propria integrità. Abbracciando una tristezza di fondo che non permette più neanche di essere espressa a parole.
Mike, nell’affogare i suoi sensi di colpa nell’alcol, sa solo esprimersi attraverso la violenza fisica ma non tollerare una stupida cartolina appesa in un bar.
Nacho, nonostante cerchi di salvare almeno suo padre, non riesce a dirgli neanche che sta facendo quello che fa perché gli vuole ancora troppo bene e vorrebbe non averlo deluso.
In minima parte lo stesso Gus deve rinunciare a qualcosa pur di continuare coi suoi piani.
Inutile dire che la caduta di Kim in questo episodio è tanto eclatante quanto poco urlata. Una resa perfetta del personaggio, uno spaccato di tremenda ipocrisia che nasconde un animo dilaniato dal capire chi si è realmente. La rivelazione, vera o falsa che sia, delle sua infanzia senza punti fermi, completa un ritratto di un personaggio che non è altri che un Jimmy che non ha mai accettato di esserlo.
È quindi essenziale come la consapevolezza della sua reale natura faccia apparire Saul un personaggio meno ipocrita nonostante le sue bugie.
Trasformate recentemente in verità parziali, con una classe notevole, restituendoci un personaggio molto più in linea col suo essere più profondo.
A completamento di un episodio molto bello, va segnalato il ritorno di Hank (e di Steven) perfettamente giustificato ed in linea con la serie, sottolineando come Gould e Gilligan siano due autori dalla vista tremendamente lungimirante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto e tutti
  • Certi schiaffi in faccia sono difficili da digerire

 

Tutto bello, come sempre. Non si potrebbe concepire un motivo per non continuare a vedere questa serie. In realtà ce ne sarebbero ma non sono adatti per questa sede.

 

50% Off 5×02 1.06 milioni – 0.3 rating
The Guy For This 5×03 1.18 milioni – 0.3 rating

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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