Ci addentriamo anche questa settimana nel sottobosco dell’animo umano rappresentato dai cittadini di Broadchurch, luogo in cui la tragedia ha scosso le fondamenta di un’apparente perfezione che fino ad ora si è nutrita di convenzioni, tradimenti, finti sorrisi ma che come una cancrena è pronta ad infettare tutto ciò che ha attorno, senza più temporeggiare.
L’episodio si divide in tre grandi momenti che si intrecciano e che ci accompagnano verso il finale di questa triste storia.
Il primo riguarda la famiglia Latimer: Beth e Mark cercano un nuovo modo per stare insieme, per raccogliere i pezzi non solo del loro amore ma anche e soprattutto di quella famiglia a cui all’improvviso tutto è venuto a mancare. Non sanno ancora se terranno o meno il bambino che nascerà ma il confronto dal Reverendo Coates e l’emozione davanti al monitor durante l’ecografia, rivelano quanto il dolore, lacerante e insopportabile, possa essere stato occasione per tirare fuori i propri scheletri dall’armadio, perdonare le debolezze dell’altro ed essere così pronti ad accogliere una (ri)nascita simbolo di speranza. Lo scambio fra i due genitori è così crudo nella sua verità che per la prima volta siamo vicini non solo a Beth ma anche a Mark, un uomo che ha sbagliato ma che vuole fare ammenda per sua moglie, i suoi figli, Danny.
Vederli insieme, mentre non riescono a trattenere le lacrime davanti alla fotografia del nascituro è un’immagine totalmente diversa rispetto all’inizio della serie; i coniugi hanno fatto un lungo percorso, difficile e talvolta alienante ma sono cambiati, più uniti, spaventati ma coraggiosi, insicuri ma determinati.
Da una famiglia passiamo ad un’altra e al secondo momento forte dell’episodio: scopriamo il passato della sospettata principale, Susan Wright. La donna è stata accusata di aver taciuto alla polizia le molestie sessuali da parte del marito verso le figlie che hanno portato alla morte di una di loro; mentre accadeva tutto questo Susan aspettava un bambino poi affidato ai servizi sociali e che soltanto molti anni dopo è riuscita a rintracciare: è Nige, collega e migliore amico di Mark. Avevamo notato quanto strano e conflittuale fosse la natura del rapporto tra i due ma non immaginavamo fino a questo punto. C’è chiaramente un parallelismo con la situazione di Beth Latimer: entrambe le donne, seppur in modo diverso, perdono un figlio e nello stesso momento scoprono di aspettarne un altro, perdita e nascita, eros e thanatos, vita e morte; anche qui una famiglia distrutta che però è stata schiacciata sotto il peso di un male troppo forte da combattere.
Siamo scossi dalla rivelazione della Wright soprattutto alla luce della sua confessione: una magistrale Ellie è riuscita a farle dire tutto ciò a cui ha assistito nella notte dell’omicidio e la donna dice di aver distintamente riconosciuto in Nige la figura che dalla barca ha trascinato Danny sulla spiaggia.
Tutta la scena dell’interrogatorio è stata girata con attenzione maniacale ad ogni dettaglio: luci, parole, anche la minima espressione è stata studiata per tenerci incollati allo schermo. Agghiacciante il confronto finale tra il figlio ritrovato e la madre: c’è qualcosa di inquietante in quel ragazzo e Susan gli dice che in lui vivrà sempre il “male” appartenuto al padre.
Il risvolto di questa situazione è interessante: molti dei comportamenti dei due personaggi ci vengono così spiegati, il coinvolgimento di Nige nella vicenda diventa praticamente certo anche quando Mark e Beth scoprono che passava tempo con Danny a loro insaputa. Perchè?
Terza parte dell’episodio è dedicata all’ uomo che non si ferma davanti a nulla, che ci conduce nei meandri degli avvenimenti: Alec Hardy, colto da un attacco di cuore durante l’inseguimento del presunto killer, ci spiega attraverso un’esclusiva al giornale locale, cosa successe a Sandbrook. L’uomo si è preso la colpa di una negligenza di un collega che ha compromesso le indagini lasciando l’assassino a piede libero.
Ancora famiglia e rapporti: Alec protegge la figlia dal tradimento della madre, la detective responsabile della mancata risoluzione del caso e per lei si addossa una fardello enorme che lo porta ad ammalarsi e rischiare la vita. Hardy è un uomo onesto, razionale ma anche profondamente emotivo e tutte queste caratteristiche sono alla base dei suoi comportamenti e della forza con cui affronta tutto quello che la vita gli pone. Un David Tennant splendido, tridimensionale nel suo personaggio di cui conosciamo molto ma che non smette di stupire.
Ormai siamo sempre più vicini a scoprire la verità, verità che potrebbe coinvolgere Tom, il figlio di Ellie e il suo computer ma anche Paul, il parroco. Perchè Tom e Danny litigavano ma tutti credevano fossero molto amici? Perchè Coates dice di aver riferito la cosa ai rispettivi genitori ma scopriamo che non è così?
E ancora, cosa diceva al figlio di Ellie dopo il funerale di Jack Marshall?
Una sola puntata ci divide dal sapere cosa è realmente accaduto, Alec a fine episodio ci è arrivato, a noi manca poco e sapremo “chi ha ucciso Danny Latimer?”.
PRO:
- L’avvicinamento tra Mark e Beth
- Le rivelazioni di Susan Wright
- Il coinvolgimento di Nige nell’omicidio
- Ellie e Alec, entrambi perfetti
- La ricomparsa del sensitivo
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.