Chapelwaite è l’ennesimo scritto di Stephen King che trova spazio in una trasposizione tv: Under The Dome, 11.22.63, Mr. Mercedes, Castle Rock, The Stand, Lisey’s Story, The Outsider, The Mist. I risultati sono stati dei più diversificati possibili riuscendo a racchiudere al proprio interno ogni singolo spettro valutativo che si potrebbe immaginare, passando dallo scempio al capolavoro in brevissimo tempo e a volte all’interno dello stesso prodotto televisivo.
La serie Epix si basa sul racconto breve Jerusalem’s Lot e può contare come protagonista principale Adrien Brody, un nome assente sul piccolo schermo dal 2017, dall’anno in cui scomparve (narrativamente parlando) Luca Changretta in Peaky Blinders. Questo aspetto è significativo riguardo la meticolosa attenzione nella scelta dei ruoli e dei lavori televisivi da parte di Brody, sintomatico forse di un possibile ottimo riscontro per Chapelwaite. Ma il percorso è lungo e le dieci puntate di cui si compone la stagione potrebbero rivelare diverse insidie, nonostante questa partenza lasci ben sperare, riuscendo a gettare fin da subito fumo negli occhi dello spettatore lasciandolo confuso ed inebetito senza apparente ragione.
DI COSA TRATTA?
La serie segue le vicende di Charles Boone, un ricco capitano che dopo la tragica scomparsa della moglie decide di smettere con il proprio lavoro in mare e di trovare un posto dove poter mettere definitivamente le proprie radici insieme ai figli (Honor, Loa, Tane). Un posto, la villa che dà il titolo alla serie, che viene vista dagli altri abitanti della piccola cittadina del Maine (ovviamente, si tratta pur sempre di King) Preacher’s Corners, come la causa di ogni male e luogo scatenante della piaga che starebbe colpendo alcuni degli abitanti costretti alla quarantena.
La puntata è per lo più interlocutoria dando modo al pubblico di addentrarsi prima all’interno delle relazioni famigliari e al forte rapporto tra Charles con i propri figli, salvo poi riservare diverso spazio all’esplorazione della casa e ai suoi tipici elementi creepy: il ripostiglio buio da cui arrivano rumori molesti e sinistri; spifferi che fanno spegnere candele e rumore all’interno delle mura. Chapelwaite non è quindi esente dalla presenza dei tipici cliché horror che ci si potrebbero aspettare da racconti di questo tipo, ma non per questo la narrazione risulta meno coinvolgente o telefonata.
HORROR O FANTASY?
L’elemento soprannaturale, assente per oltre cinquanta minuti (sui sessanta dell’episodio), si manifesta in conclusione di puntata quando un uomo, disperato a causa della malattia (di cui viene incolpata la famiglia Boone) contratta dalla figlia, cerca di recarsi a Chapelwaite per dare tutto alle fiamme e risolvere la situazione. Ad attenderlo c’è però un oscuro figuro che armato di mazza stende prima il cavallo e poi l’uomo a cui recide la gola raccogliendone il sangue in un secchio per poi darlo in pasto alle fiamme.
Una sequenza cruda, violenta e che non può che risultare una promessa di sangue che la serie dovrà riuscire a mantenere: se questo è ciò che viene mostrato, questo è quello che lo spettatore dovrà aspettarsi dai prossimi episodi, a meno che tutto non si riduca ad un effimero fuoco di paglia.
Anche l’opening, a modo suo, aveva ripromesso sangue e violenza successivamente accatastate e lasciate riposare dietro quel brusco flashforward di 35 anni. Eppure Charles è stato battezzato col sangue fin da piccolo, salvato dalla madre da una violenta e dolorosa morte, intervenuta uccidendo il padre di Charles. Sarà interessante vedere come nei prossimi episodi si ripercuoterà l’effetto della casa sui membri della famiglia Boone, in particolare su Charles (che già inizia a manifestare diverse visioni alternate della realtà) e sul rapporto con i figli, fino ad ora gioviale, amichevole e dolce. Cartina al tornasole ed elemento utile da questo punto di vista sarà sicuramente Rebecca Morgan (Emily Hampshire), la governante estranea alla famiglia, che non mancherà di far notare vari cambiamenti emozionali da parte di Charles.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La sola presenza di Adrien Brody potrebbe bastare a convincere diverse persone a seguire questo show. Ed il rischio che Chapelwaite diventi una delle più accattivanti trasposizioni delle opere di Stephen King è credibile. Ma dieci episodi sono tanti ed il rischio fallimento potrebbe essere dietro l’angolo.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.