“Good-bye, Will Bowman. I hope I never see you or your family again.”
Riguardo Colony noi di RecenSerie ne abbiamo dette di ogni: giudizi spregiudicati e valutazioni (positive o negative che fossero) dirette e senza troppi fronzoli. Soprattutto riguardo quella seconda stagione che ha rappresentato un tramite narrativo di dubbio gusto ed utilità e che poco altro ha fatto se non sottrarre del tempo prezioso al proprio spettatore.
Questa terza stagione si conclude dimostrando ancora una volta di essere l’agglomerato di puntate migliore andato in onda fino ad ora per la serie di USA Network. La cancellazione non era dettata dal fatto di voler concludere il lavoro nel suo momento più alto, bensì gli ascolti costantemente in calo hanno portato a questa drastica decisione: proprio per tale motivo “What Goes Around” rappresenta un finale oltremodo aperto su tutti i fronti, utile a rimescolare le carte sul tavolo da gioco e calando i singoli personaggi in scena in una diversa realtà (quella della guerra interplanetaria) che sarebbe stato piacevole approfondire. Specialmente ora che il dubbio di aver scelto il “lato” giusto iniziava a serpeggiare tra Resistenza e Collaborazionisti.
Proprio questo dissapore viene portato in scena da uno dei personaggi simbolo e meglio costruito dell’intera serie: Alan Snyder. L’ex proxy decaduto ed ormai reinserito nelle grazie del nuovo governo interplanetario si mostra titubante, poco convinto di ciò che lui stesso rappresenta per gli altri, ma forse semplicemente incerto del proprio futuro con la paura che per la prima volta potesse effettivamente perdere il controllo della situazione. Ma come gli viene presto ricordato, ormai è troppo tardi per tornare in gioco ed abbandonare la squadra a cui si era unito.
Un cambiamento, in senso opposto, che invece è stato deciso di far compiere a Bram, il personaggio forse più inutile all’interno della serie ma che poteva ritornare in gioco, in caso di rinnovo, visto e considerato la sua volontà di aderire alla causa collaborazionista. Per questo riscoperto amore per le autorità di Bram c’è da andare a ricercare la motivazioni in due distinti fatti del passato: il tentato omicidio di Alan Snyder ad opera di Will e la morte di Charlie ad inizio stagione.
La morte del fratello ha sollevato nell’animo di Bram un lapalissiano istinto di autoconservazione e di protezione della propria famiglia (circoscritta alla sorella Grace): l’essere maturato così velocemente, quindi, non risulta tanto essere una decisione volontaria quanto imposta da una serie di fattori esterni (l’ambiente nocivo e tetro della colonia).
Il faccia a faccia tra Will e Snyder aveva finito per tirare in mezzo anche Bram, desideroso di vendicarsi ed espiare le proprie colpe uccidendo l’ex proxy. Proprio il fatto di essere allontanato dalla scena porta Bram ad autoescludersi da quella che è la vita famigliare ancora di più rispetto a quanto avesse già fatto in precedenza.
In questo episodio conclusivo, tutti i nodi vengono al pettine ed in maniera sconsiderata e rabbiosa Bram giustifica le proprie azioni in nome di un senso di conservazione che a parer suo Katie e Will non hanno mai avuto. Punto, set, partita per lui.
Ed in effetti Katie pare avere davvero la memoria corta dal momento che, ai tempi di Los Angeles, era stata lei ad incasinare la vita di tutta la propria famiglia decidendo di entrare a far parte della resistenza cercando di carpire informazioni dal marito senza informarlo di nulla. Certo, la situazione sociale nel blocco di Los Angeles risultava essere tesa e compromessa da tempo, tuttavia un minimo di senso di protezione (specialmente per i propri figli) avrebbe potuto evitare tante problematiche che i Bowman hanno dovuto affrontare.
Will, ormai abbandonato a sé stesso dalla morte di Charlie, decide di sacrificarsi per poter salvaguardare la propria famiglia. O almeno così a grandi linee risulta interpretabile la sua azione, ma sottilmente Will era da tempo ormai spinto da un desiderio di rivalsa che credeva e sperava di ottenere compiendo un estremo sacrificio (la morte). Finendo in una camera criogenica questo sacrificio gli è uscito a metà, quindi.
Una terza stagione di alto livello, specialmente se comparata alla seconda, ed un finale di serie che lascia spaesato ed abbandonato a sé lo spettatore. Il dispiacere è molto per l’abbandono di un prodotto che stava finalmente iniziando a camminare sulle proprie gambe e costruendo quella che poteva essere tranquillamente definita mitologia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Bonzo 3×12 | 0.60 milioni – 0.2 rating |
What Goes Around 3×13 | 0.59 milioni – 0.2 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.
giuro che a volta non capisco le scelte dei network….
Ho appena finito la terza stagione e sono rimasto di sasso. Potevano continuare con una guerra planetaria stile Oblivion e invece nulla..
mah.. e pensare che altre serie come The Expanse, che anni fa avevo scartato quando avevo sentito della cancellazione dopo la terza stagione (e il finale poteva anche starci) poi sono passate in mano altri, hanno fatto la quarta stagione e addirittura si attende (confermata) la quinta. Ma se dovessero considerare sempre le visioni, allora GoT dovevano finirla alla quinta dopo lo schifo fatto dalla sesta all’ottava… 😅