Nel caso ci fosse il bisogno di sottolinearlo: Colony sta schiacciando sull’acceleratore in vista del season (forse series visti gli ascolti sempre più bassi) finale. Ma a differenza degli altri anni questa volta la qualità non viene compromessa e, al contrario, sembra essere direttamente correlata alla rapidità con cui si verificano gli eventi. Da quando si è arrivati a Seattle le cose sono diventate esponenzialmente più interessanti sotto diversi punti di vista ed il merito non è solo della città “liberata”, ma anche delle dinamiche relative ai singoli personaggi. In particolare il focus su Will.
Dopo quanto appreso in “The Big Empty” dal sempresialodato Alan Snyder e averlo elaborato in “Sea Spray” andando a contattare un altro outlier, il consolidato trio interracial Will-Broussard-Katie prosegue nella sua personale crociata che però diventa improvvisamente parte di una situazione ben più grande di quanto si potesse immaginare. Colony quindi decide di abbandonare quella visione intimista decantata in “Lazarus” e garantita dalla storyline dei Bowman per fondere i due mondi ed andare oltre, in una direzione più macroscopica pur mantenendo comunque un focus umano.
“If you are here, that means you are an Outlier, which means the Morks selected you to be part of their slave army some sacrificial first wave to be thrown against their enemies. We should all be in pods right now, waiting for our chance to die. But Mr. Kynes put himself at risk and concealed us all from the IGA.
Now, a war is coming, and our planet is gonna be the battlefield. The loser will fall, the winner will go back home, and the collaborators in the Global Authority think that they will inherit the Earth. Mr. Kynes has a different vision.
The past 18 months, he’s been converting this Colony into a kind of ark. He’s carefully selected the population for the best and brightest scientists, engineers, doctors, educators, soldiers. So, when this war is over, Seattle is gonna be ground zero for the reboot of human civilization.
This is the beginning of the real Resistance the human Resistance.”
Con queste parole di fatto si può considerare chiusa una parte di Colony e intravvedere l’inizio di un nuovo capitolo fatto presumibilmente di svolte ben più rilevanti dal punto di vista globale. La Resistenza, così come la conoscevamo fino ad ora, è destinata a compiere un salto di qualità ed evolversi in qualcosa di più strutturato e meglio organizzato. Ed è una scelta in parte naturale se si guarda al lungo periodo, ma sicuramente anche ben preparata se si pensa al modo in cui è stata presentata. Kynes è infatti passato da deus ex machina della colonia indipendente di Seattle a mastermind della Resistenza nel giro di un episodio, il tutto anche permettendosi di insultare serenamente Snyder ed Helena come se niente fosse.
All’improvviso quindi la prospettiva e l’idea stessa di Seattle, vista attraverso gli occhi dei Bowman, cambia radicalmente passando da “colonia ostile da debellare” a “centro legale della resistenza umana contro i RAP”. E ci vuole una certa qualità nella scrittura per riuscire a modificare così efficacemente ed in brevissimo periodo la situazione, qualità che per una volta si può riconoscere allo show e più in generale a questa 3° stagione.
Si diceva prima che “Disposable Heroes” guarda avanti al season/series finale, e lo fa anche mettendo Alan Snyder al posto di Kynes in un ruolo scomodissimo e difficile da gestire. Ed è questo probabilmente l’unico lato opinabile dell’episodio (oltre a una generica inutilità di Bram) in quanto appare abbastanza forzata questa imposizione di potere della IGA sulla “libera Seattle”. A livello di trama si può serenamente già pronosticare una rivolta gestita dagli Outliers per spodestare Snyder e rimettere Kynes al suo posto (verosimilmente nel season finale), ma oltre a questa motivazione si può un po’ storcere il naso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sea Spray 3×10 | 0.76 milioni – 0.2 rating |
Disposable Heroes 3×11 | 0.66 milioni – 0.2 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.