“Blueprint” può essere tradotto in italiano come “bozza”, “progetto”, proprio come quello al centro di uno dei due colpi di scena finali. Gli sceneggiatori hanno infatti deciso, salomonicamente, di concludere l’episodio con un cliffhanger per ciascuna delle due sotto trame principali, cioè quella del presidente e quella delle indagini di Maggie Q. Investigazioni, oltretutto, rese più urgenti e ansiogene dal fatto di essere legate alla sopravvivenza del vice direttore dell’ F.B.I., minacciato attraverso il suo bambino e attualmente in carcere.
Il percorso che porta ai momenti fatidici è segnato da artifici della trama molto classici e ben rodati. Abbiamo una nuova telefonata anonima, con annesso gioco di parole (viene quasi la curiosità di vedere come verrà gestito nella traduzione italiana) e un buco nel fronte compatto delle testimonianze a favore del “Vero Eroe Americano” MacLeish, costituito dalla morte di un membro della sua squadra, il quale però ha lasciato una cassetta di ricordi con lettere e fotografie molto interessanti. Forse l’unico guizzo è l’hard disk fatto uscire dalla sede della Sicurezza Nazionale in una monetina da un quarto di dollaro, appositamente tagliata e svuotata. Anche questo trucco, però, ha un simpatico retrogusto artigianale. Non si sa se questo restare assolutamente su strade ben battute sia un desiderio di adeguarsi alla paludata serietà dell’ambiente dell’alta politica o ai gusti presunti dello spettatore medio della rete ABC. Certamente, momenti piacevoli in cui lo spettatore si sente intelligente perché può facilmente seguire e prevedere cosa accadrà, si alternano a pizzichi di noia.
Intanto, si procede anche con lo sviluppo dei personaggi. Su questo fronte, sorprende in positivo l’evoluzione di Aaron Shore: dev’essere l’allontanamento del generale Cochrane, coi suoi pruriti guerrafondai, ma sembra proprio diventato un fedele sostenitore del presidente e aver abbandonato le ambigue posizioni iniziali. A lui tocca pure l’intuizione, da una parola detta per caso (altro artificio ben noto) del perché Gabriel Thompson abbia rubato le informazioni alla Sicurezza Nazionale e le abbia diffuse su WikiLeaks (concessione alla modernità). La senatrice Hookstraten, invece, procede imperterrita con la sua scalata al potere e si fa il giro di tutti i talk show possibili, giocando sulla sua abilità nel gestirsi mediaticamente, mentre gareggia in eleganza con la First Lady: meritano una citazione tanto i gioielli (spilla e collana) dell’una, quanto la giacca bianca a disegni neri dell’altra.
Il Commander in Chief Kirkman, dal canto suo, si toglie la soddisfazione di mettere al suo posto un potentissimo senatore che odia le donne e di difendere la fidata collaboratrice Emily. Decisioni di ben altro peso dovrà prendere nella prossima puntata. Ora ha le prove che qualcuno stava da anni tramando nell’ombra e progettando l’attentato al Campidoglio. Si nota comunque la decisione degli sceneggiatori di concedergli più o meno una piccola gioia in ogni episodio, per bilanciare il continuo accavallarsi di problemi su problemi, accavallarsi che rischia di sfuggire al controllo dei personaggi ma, anche, al controllo di chi li ha inventati.
Sull’altro fronte, invece, si è aperta la corsa a chi arriverà prima, tra l’agente Hannah Wells con le prove da lei scoperte o The Manchurian Candidate MacLeish, in lizza per il posto di vice presidente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Results 1×08 | 5.45 milioni – 1.3 rating |
The Blueprint 1×09 | 5.18 milioni – 1.1 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).