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Dexter: Resurrection 1×04 – 1×05 – Call Me Red – Murder HornyTEMPO DI LETTURA 6 min

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Dexter: Resurrection 1x04 - 1x05 RecensioneI segnali positivi delle prime puntate sono stati confermati e – in un certo senso – anche superati. Questo, in estrema sintesi, il giudizio sul quarto e quinto episodio di Dexter: Resurrection.
Una vera e propria boccata di aria fresca per i fan dello show, che possono tornare a godersi un prodotto di tutto rispetto a più di un decennio di distanza dall’ultima volta.
Oltre al deludente Dexter: New Blood e all’incommentabile Dexter: Original Sin, infatti, non va dimenticato che anche l’ottava e ultima stagione della serie originale era partita male e finita peggio. La mente, dunque, deve tornare addirittura alla settima stagione che – seppure non tra le migliori in assoluto – si era difesa più che degnamente. L’anno era il 2012, Barack Obama e Mitt Romney si contendevano l’elezione alla Casa Bianca, in Italia il governo Monti si era insediato di recente, la Juventus guidata da Antonio Conte aveva da poco vinto il primo di 9 scudetti consecutivi, la Ferrari non aveva vinto il mondiale (a testimonianza del fatto che molte cose cambiano, ma non tutte).
In altre parole, è passata una vita dall’ultima volta in cui un prodotto televisivo con protagonista Dexter Morgan fosse effettivamente piacevole da guardare. A questo punto, l’unica speranza è che non si tratti di un’illusione effimera, ma di una vera e propria resurrezione (pun intended).

IL GRAN GALÀ DEGLI ASSASSINI


Il focus del quarto episodio si ricollega a quanto appreso al termine del terzo, ossia che il fu serial killer noto come Dark Passenger aveva ricevuto l’invito per una cena esclusiva con persone che condividono le stesse passioni e gli stessi interessi. Vale a dire uccidere della gente. Questa scelta può rappresentare un salto di qualità per la narrazione.
Storicamente, infatti, Dexter ha affrontato un serial killer principale in ogni stagione. In questo caso, invece, la situazione è abbastanza diversa. Il villain di riferimento è senza dubbio Leon Prater (Peter Dinklage), famoso e ricco imprenditore, nonché appassionato di assassini seriali e mecenate della cena e degli altri eventi a essa collegati. Prima di arrivare a lui, però, il protagonista dovrà affrontare una comunità di 4 serial killer, nonché l’assistente personale di Prater.
La cena si rivela distopica sin dal primo momento. Prater ha collezionato i cimeli di tutti i principali serial killer americani. Ciò include sia quelli veri, come Ted Bundy, sia quelli relativi all’universo narrativo dello show, come Trinity. Il padrone di casa è un convinto voyeurista, tanto che chiede a tutti i suoi ospiti di realizzare presentazioni in cui mostrino il loro modus operandi, le loro ultime vittime e i target futuri. Un po’ come le convention aziendali in cui i vari team devono mostrare i risultati sulle vendite e raccontare un po’ di storie per mostrare di essere il fiore all’occhiello della compagnia.

SCELTE NARRATIVE E CARNE AL FUOCO


Oltre che un’opportunità, dunque, questa conformazione porta anche a dei rischi. Il primo è di natura temporale, in quanto 5 puntate sono già passate e – sebbene Dexter si sia già liberato di 2 killer – la narrazione potrebbe comprimere troppo alcuni eventi al fine di arrivare allo scontro finale contro Prater.
Similmente, il secondo rischio è collegato al primo e riguarda le scelte narrative. Il grande cambiamento rispetto al passato è rappresentato non solo dalla presenza di Harrison nella vita del padre, ma anche dal fatto che Angel Batista sia oramai convinto di aver smascherato il suo ex migliore amico.
Di conseguenza, sovraccaricare Dexter di nemici da affrontare potrebbe portare a una gestione non ottimale e non equilibrata delle varie storyline che compongono questa stagione. Angel è un personaggio storico che ricollega le nuove vicende a ciò che il figlio di Harry Morgan è stato per 8 stagioni. Dare una chiusura narrativa degna alla ricerca – mai sopita, da James Doakes a Maria LaGuerta e infine ad Angel – del Macellaio di Bay Harbor è un imperativo assoluto.
Se la sottotrama di Angel rappresenta la chiusura con il passato, quella di Harrison è il ponte verso il futuro. Il rapporto padre-figlio deve diventare un cardine narrativo (e in queste puntate il lavoro svolto è apprezzabile), soprattutto se si considera un aspetto fondamentale. Harrison non è (del tutto) come Dexter.

IMPULSI E RIMORSI

Dexter: Resurrection 1x05 Recensione


Sin dal loro primo incontro nella baita intestata a James Lindsay, Dexter ha pensato che suo figlio avesse ereditato la presenza dell’oscuro passeggero nella propria vita. Per questo motivo, aveva provato a insegnarli il codice e aveva fornito i rudimenti del mestiere per uccidere e cancellare le tracce. In breve, aveva provato – con i risultati che si sono visti – a essere il suo mentore, come Harry lo era stato per lui.
La prima differenza è che Harry era dilaniato interiormente dal fatto che stesse insegnando a suo figlio a essere un serial killer. In molteplici momenti, invece, Dexter ne era alquanto soddisfatto. Quando ha coperto le sue tracce in albergo, infatti, era contento del buon lavoro svolto da Harrison. All’inizio della quinta puntata, per di più, parla con il sorriso e con tono gioioso del sollievo che provò dopo il suo primo omicidio.
Questo aspetto porta alla seconda, grande differenza. Harrison ha degli impulsi oscuri ed è – in generale – un giovane uomo molto arrabbiato con il mondo, ma non è come suo padre. Quando uccide, Harrison non prova sollievo, non ne trae giovamento. Al contrario, è pieno di rimorso, di preoccupazioni, non riesce a dormire.
Dexter – che in fatto di rapporti umani non è mai stato particolarmente ferrato – non aveva colto finora questa sostanziale divergenza tra sé e il suo erede. Ora che l’omicidio dell’albergo sembra essere (almeno all’apparenza) acqua passata, sarà interessante vedere in che modo la repulsione di Harrison verso gli omicidi si inserirà all’interno della narrazione.

I SERIAL KILLER


Alla cena organizzata da Leon Prater, Dexter non si è presentato come il Macellaio di Bay Harbor, bensì come Ronald Schmidt, aka Dark Passenger. Non una persona che – almeno in teoria – uccide solo persone malvagie seguendo un codice, bensì un assassino con una predilezione per chi guida le UrCar (ossia appartenenti alla classe lavoratrice newyorkese).
Agli occhi degli altri personaggi, Dexter è dunque esattamente come loro. Ciò vale anche per Lady Vengeance (Krysten Ritter), che si presenta come una paladina che uccide solo predatori sessuali, ma che in realtà ha semplicemente voglia di uccidere qualcuno, colpevole o innocente che sia.
In questo frangente, è stato possibile ritrovare un vecchio topos narrativo del mondo di Dexter, ossia l’incapacità del protagonista di giudicare correttamente persone come Trinity, Miguel Prado o, per l’appunto, Mia LaPierre.
Dopo aver incastrato Mia per l’omicidio commesso da Harrison e aver ucciso il collezionista di tattoo (Neil Patrick Harris), la prossima cena di Leon Prater vedrà solo la presenza di soli 3 serial killer. Una situazione alquanto insolita, che probabilmente porterà a una reazione da parte del villain principale di questa stagione.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • La cena dei serial killer
  • Dexter di nuovo all’opera quasi in ogni puntata
  • Il finale del quarto episodio
  • Lo sfogo di Harrison contro Dexter
  • La scelta di incastrare Lady Vengeance
  • La differenza tra Dexter e Harrison
  • Dexter si presenta come Red Schmidt. Dunque, dal momento che a Lady Vengeance piaceva, era ovvio che la donna non avesse davvero un codice
  • La famiglia di Blessing continua ad aver minutaggio anche dopo la morte di Red, ma per il momento non ha trovato una nuova funzione narrativa

 

Sono passati circa 13 anni dall’ultima volta in cui una stagione di Dexter aveva avuto 5 episodi consecutivi di questo livello. Nella speranza che la striscia positiva si prolunghi fino alla conclusione.

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