Todd: “I’m not a… square boy? I’m a house boy. I’m… I’m not a house boy. I came through the house! The bed in the house is where I came through. In M… Montana? We’re all… we’re all… it’s… it’s all chill man!”
Si è molto parlato dell’unicità narrativa di Dirk Gently’s Holistic Detective Agency. Si è parlato del caos e livello di casualità verso cui si delineano le storie. Arrivano, però, i momenti in cui la linearità e la chiarezza sono d’obbligo.
Questo non è assolutamente il caso di “This Is Not Miami”.
I precedenti episodi dimostravano un certo grado di follia soprattutto quando il focus si spostava a Wendimoor, delirante regno con spade a forma di forbice, con gente dai capelli rosa, con una ridicola luna, con treni volanti, per non parlare dell’outfit degli abitanti. Cosa succede se un intero episodio, con protagonisti annessi, è ambientato proprio in questo mondo?
Occorre chiarire subito una questione. Il flashback iniziale sembra indirizzare la storia verso una precisa deriva “sovrannaturale”. Come lo scorso anno ci fu un particolare momento in cui si comprese che in qualche modo c’erano di mezzo i viaggi nel tempo, questa volta viene smentita la possibilità di viaggi inter-dimensionali, per lasciare spazio alla dimensione onirica. La deduzione finale di Dirk – verso cui gli spettatori vengono lasciati in sospeso – raggiunge ciò che allo spettatore è già lasciato intuire ad inizio episodio, durante il flashback nel 1966 in Montana. Certo, vedere altri disegni riguardanti i paesaggi del Montana, all’interno della grotta della fantastica nuova fidanzata di Dirk, portano anche a dei possibili dubbi su quale sia veramente il mondo originato dal sonno. “Who’s the dreamer?” è stato detto in altra sede.
Volendo essere un po’ puntigliosi nei confronti della gestione della scrittura di questa fantastica serie, si può individuare il proverbiale pelo nell’uovo proprio nel personaggio di Dirk. Due questioni lasciano un po’ perplessi. Una indirizzata al lettore dell’opera di Adams, una al semplice spettatore. Chi ha letto i due romanzi del compianto Douglas, non può non ricordare la descrizione che si fa del protagonista. Un uomo di mezza età, grande fisicamente, serioso e riservato, quasi in imbarazzo nel rivelare i suoi metodi di indagine (almeno questo è il ricordo che conserva chi scrive, riguardo la descrizione del personaggio). La caratterizzazione del bravissimo Samuel Barnett sembra giocare facilmente sulla comoda e sicura figura del personaggio esuberante e giovanile come il recente Dottore in Doctor Who, oppure lo Sherlock di Moffat. Infatti, nell’episodio preso in esame, così come nel recente passato della serie, si può notare come gran parte delle situazioni “imbarazzanti”, manifesto del caos proposto dalla storia, vengano portate in scena dal Todd di Elijah Wood, più che dallo stesso Dirk. Così accade anche in questa puntata.
Ma forse a chi non ha letto questi libri – non certo dei best seller – tutto ciò può interessare relativamente. Forse interesserà un po’ più a tutti quanti, invece, come in questa seconda stagione il protagonista sia relegato in una sorta di crisi interiore che magari avrebbe funzionato meglio in una quarta-quinta stagione. Per questo l’illuminazione finale viene accolta con un gran sollievo verso la chiusura di questa triste incertezza della figura più importante per lo show, incertezza che ha caratterizzato buona parte di questa seconda stagione.
Todd: “How did you get here?”
Amanda: “Where is Dirk?”
Todd: “Seriously? Seriously? Where is Dirk?!”
Amanda: “There’s no way you came to fairy land without him, so…”
Todd: “How are you here?”
Amanda: “How are you here?”
Todd: “I felt through a bed.”
Amanda: “I felt through a bathtub.”
Todd: “A what?”
Amanda: “A bathtub! Wait, did you just say ‘bed’?”
Todd: “A literal bathtub?”
Amanda: “Where is Dirk?”
Todd: “He’s here, somewhere. Who’s those people?”
Amanda: “You lost Dirk?”
Sintesi della caciara di Dirk Gently sono questi favolosi momenti in cui in rapidissimi dialoghi vengono ricapitolati e razionalizzati gli eventi che hanno portato i personaggi in un determinato punto. Il dialogo che avviene tra i ritrovati Todd e Amanda è una meravigliosa ripresa del tema di una memorabile sequenza della prima stagione (anche in quel caso venne riportato il dialogo per intero). Ma, in generale, la sequenza del ponte può forse apparire come sintesi perfetta dell’anima della serie. Le coincidenze, il caso e l’universo portano improvvisamente tutti quanti ad unirsi e a chiarire gli equivoci portati avanti nei precedenti sei episodi. Poi interviene un anti-deus ex machina e muoiono praticamente tutti in un’apoteosi di spari, di mazzefionda, di buchi in testa, di ponti barcollanti, di urla, insulti e tutto quello che si stava sistemando salta per aria.
E poi arriva Suzie migliorando di molto il suo look.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Girl Power 2×06 | 0.26 milioni – 0.1 rating |
This Is Not Miami 2×07 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.