Già dal promo della precedente settimana, l’impressione era quella di trovarsi di fronte ad una frenata improvvisa. Come se il salto indietro nel tempo, con la proposta di un vero e proprio serial, da serie classica, avesse ad un certo punto lasciato spazio alla tentazione di una pura e semplice verticalità.
La trama orizzontale invece prosegue imperterrita, pure con un episodio esclusivamente nel passato, pure con un cambio di focus, con una lente di ingrandimento sulle temibili statue con fattezze di angeli.
WEEPING ANGELS, OVVERO COME CHIBNALL OMAGGIA IL RECENTE PASSATO
Steven Moffat, nell’ormai lontana terza stagione, aveva creato una piccola perla all’interno del regno di Russell T Davies. “Blink” aveva definitivamente rotto il continuum narrativo e aveva inserito ulteriori viaggi nel tempo e paradossi temporali all’interno di uno show che già parlava di viaggi nel tempo e paradossi temporali. Il tutto fu riassunto con un’espressione alquanto fortunata: Wibbley wobbley, timey wimey stuff.
Quando poi Steven Moffat prese le redini dello show, non poté certo esimersi dallo sfruttare queste sue geniali e brillanti creature. Ed ecco che quindi quei villain che avevano rappresentato un unicum all’interno della serie, improvvisamente diventarono presenza frequente, fino all’apice con una minacciosissima Statua della Libertà ad incombere sui poveri Amy e Rory.
Da creature misteriose a creature capaci di generarsi da un granello di polvere, o meglio, dalla riproduzione di una singola immagine. Creature quantiche, per l’appunto.
Chibnall omaggia i suoi predecessori e sforna un episodio in cui c’è tutto: i paradossi e la discontinuità di “Blink” (Peggy che incontra se stessa, il già avvenuto incontro con Claire); gli Angeli che si generano da singole immagini (come nel doppio episodio della quinta stagione “The Time Of Angels” e “Flesh And Stone”); fino all’ulteriore evoluzione caratterizzata dalla capacità psichica di possedere chi è capace di generare al suo interno l’immagine stessa dei weeping angels.
“WHEN I SAY BLINK, BLINK”
La capacità quindi di omaggiare il recente passato (con una struttura narrativa che omaggia invece un passato più remoto) riesce a contenere al suo interno un andamento spedito verso tutta un’intera serie di rivelazioni che continuano a stravolgere la mitologia quasi sessantenne.
Il Dottore che alla fine diventa un Angelo è solo l’apice del nuovo disegno che si sta tratteggiando nei confronti della protagonista.
Acquisisce ulteriore spessore la Division, elemento insondabile e indefinibile del passato del Dottore, o di chiunque egli/ella fosse prima, così come cresce la correlazione tra Angeli e Time Lords. Il mistero sul Flux sembra quasi essere messo da parte di fronte alla spasmodica ricerca di risposte da parte della Tredicesima, così come da parte del pubblico.
Tutto ciò è perfettamente condito da atmosfere che oscillano tra il claustrofobico, l’oscuro, il pessimista, lo spettrale. Atmosfere impensabili, ricordando la prima stagione interpretata da Jodie Whittaker. Ulteriore ciliegina sulla torta, personaggi secondari degni di nota, tranquillamente catalogabili come companion mancati.
ALTROVE
C’è anche tempo per rivolgere lo sguardo altrove, come raramente accade, continuando il focus su Vinder e Bel. L’importanza attribuita alla loro storia, tanto da lasciare i protagonisti da parte, non fa altro che accrescere le speculazioni già riportate nella precedente recensione. Due innamorati che si cercano, un nascituro, stravolgimenti e squarci temporali: come non pensare a rivelazioni e colpi di scena apocalittici?
Con la consapevolezza della brutta figura che può arrivare, si guarda avanti, attendendo il prossimo episodio in cui pare ci sia anche un Ood.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio altamente positivo che accresce la curiosità per il prosieguo, di conseguenza anche la buona riuscita di questa nuova/vecchia struttura narrativa. A questo punto le aspettative crescono, e non di poco.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.