“I only believe in heroin.”
A ridosso del finale, lo show targato Hulu si ritrova finalmente a tirare le fila tra le varie sottotrame riuscendo a ricollegare presente e passato in una lotta per la giustizia che lascia alle proprie spalle una lunga fila di morte e desolazione.
La FDA sta finalmente prendendo in considerazione la possibilità di cambiare la dicitura riportata sull’etichetta dell’Oxycontin, grazie alla pressione della DEA e della estenuante pressione mediatica; diverse cause legali vengono presentate negli USA per le problematiche sociali causate dal medicinale; il dr. Finnix ha preso consapevolezza del suo problema e, grazie ad una incredibile forza di volontà, sta combattendo contro i propri demoni; Betsy viene inghiottita per l’ultima volta da un male più grande di lei. Queste, in maniera molto rapida, sono le progressioni all’interno dell’episodio che Dopesick presenta al proprio pubblico. Ma c’è molta carne al fuoco da analizzare.
BLACK BOX WARNING
La FDA, che aveva inizialmente concesso ampio spazio alla Purdue Pharma, sembra cercare di rimettersi in carreggiata disponendo l’aggiunta di una “black box warning” (da qui il titolo dell’episodio) sulle confezioni di Oxycontin oltre a rivedere la frase riguardante la rarità della dipendenza causata dal medicinale.
Richard Sackler riesce in qualche modo a gestire il tutto ribaltando la situazione a proprio favore: per accontentare la FDA dispone la non messa in vendita dell’Oxycontin da 160 mg e acconsente per la modifica della frase relativa la dipendenza; tuttavia riesce ad ottenere l’ok per far appuntare sulla confezione che il medicinale può essere utilizzato per prolungato periodo di tempo. Una specifica che garantirebbe a Purdue Pharma una triplicazione dei guadagni in soli due anni, stando ai dati di Richard. Una sconfitta che si traduce in una vittoria a tutto campo e nell’incapacità della FDA di porre fine alla crisi medica più grave della recente storia americana.
LA TRAGICA STORIA DI BETSY
E come spesso accade per le tragedie, a rendere ancora più vivido e reale il racconto sono i volti delle persone più che i numeri ed i dati correttamente esposti. Ecco quindi che la sottotrama riguardante Betsy Mallum assume i tratti di un vero e proprio monito. Una giovane ragazza con l’intera vita davanti a sé, con un futuro roseo e con il desiderio di fuggire da una piccola cittadina che le tarpava le ali. Betsy aveva imparato a far coincidere i propri sentimenti per Grace con quelli per la propria famiglia. Poi un maldestro incidente l’ha costretta ad assumere dell’Oxycontin e da lì è iniziata la sua discesa nel baratro più buio e tetro dell’uomo: quello della dipendenza. Betsy ha venduto ad un rigattiere i beni della famiglia per potersi permettere delle dosi in più arrivando a concedere il suo corpo pur di ottenere qualche dollaro in più. Poi, interdetta dalla possibilità di acquistare dell’Oxycontin, si è ritrovata a comprare qualcosa di meno caro e più fruibile: l’eroina. Proprio a causa di una overdose la giovane ragazza muore lasciando al pubblico l’amaro in bocca e la terribile sensazione che la storia di Betsy non è quella del classico “drogato” che un film potrebbe raccontare. No, la ragazza ha avuto la semplice sfortuna di vedersi prescritte delle medicine che tutti dicevano essere sicure. Tutti.
LA REDENZIONE DI FINNIX
Parallelamente alla storia di Betsy, Dopesick racconta anche la storia di redenzione del dottor Finnix che, sotto metadone e in lenta ma costante ripresa, sta cercando di rimediare ai danni causati dalle sue (inconsapevoli) bugie. La possibilità di tornare a fare il medico è minima in quanto la licenza non gli verrà mai restituita finché non smetterà di assumere medicinali (metadone e Suboxone compresi), tuttavia gli effetti dell’Oxycontin sul suo corpo potrebbero essere perpetui costringendolo ad una vita costantemente sotto oppioidi (per quanto siano parte di una terapia sostitutiva per la dipendenza da stupefacenti). La sua redenzione si sposa quindi con il tentativo di salvaguardare Betsy cercando di convincerla a seguire un trial medico a cui sta prendendo parte anche lui. Un progetto di cui la ragazza si convince ma a cui non parteciperà mai, morendo la sera precedente il suo primo incontro.
PREGI E DIFETTI
Per quanto strettamente collegata al racconto, oltre ad essere sequenze che mostrano il lavoro “dall’interno” della Purdue Pharma, la sottotrama riguardante Billy Cutler continua ad apparire il pesce fuor d’acque della serie. È facile immaginare che i VHS sottratti verranno utilizzati da Mountcastle e compagni per fortificare il proprio caso contro Purdue Pharma, ma dopo sette episodi sembra essere davvero poca roba.
Un plauso, infine, va invece fatto ai tre mastini presenti nello show: Michael Keaton, Peter Sarsgaard e Michael Stuhlbarg. L’interpretazione dei loro tre personaggi risulta essere agghiacciante (Sackler), avvincente (Mountcastle) e coinvolgente (Finnix) in un connubio che fa perdere la cognizione del tempo durante la visione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sarebbe interessante se l’episodio conclusivo raccogliere dati più recenti sull’oxycontin e sulla lotta agli oppiacei in America, così da rendere edotto lo spettatore del percorso fino ai giorni nostri. Ma c’è speranza che un prodotto di questa caratura abbia pensato un po’ a tutto, soprattutto considerato quanto di buono messo in mostra fino ad ora.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.