Escape At Dannemora 1×05 – Part 5TEMPO DI LETTURA 5 min

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Il punto focale di uno show come Escape At Dannemora (che narra la storia di due carcerati evasi di prigione), non poteva che essere, tautologicamente, il momento dell’evasione di Richard Matt e David Sweat. Nel ribadire questo concetto abbastanza ovvio, bisogna inoltre sottolineare come il prodotto di Showtime si stia prendendo un rischio decisamente significativo: in totale, infatti, la serie consta di sette episodi. Avendo già assistito al momento topico, le prossime due puntate dovranno affrontare la fuga dei due protagonisti e le varie ripercussioni della vicenda.
Dopo aver stupito il pubblico con una narrazione essenziale, ma al tempo stesso significativa, delle vicende all’interno del carcere e dell’evoluzione del piano di fuga, sarà interessante vedere se la regia di Ben Stiller e la sceneggiatura di Brett Johnson e Michael Tolkin saranno in grado di tenere alta la tensione anche nella descrizione della caccia all’uomo e della sua conclusione. Di solito, prodotti che hanno come tema centrale un’evasione decidono di collocare questo momento nel penultimo episodio (o nella parte finale del film, in caso non si tratti di una serie tv). In questo caso si è optato per una scelta diversa, sicuramente coraggiosa, e si spera che essa si riveli azzeccata, in modo da consacrare definitivamente lo show come uno dei migliori di questa annata televisiva.

You know, I read that the letters on the, uh, Chinese restaurant don’t necessarily mean the same thing in Chinese as the English name of the restaurant.? Like those letters don’t necessarily mean “King’s Wok. Could mean, uh, “happy, lucky place”. That’s what I heard.

Oltre ai due protagonisti, il ruolo più significativo è sicuramente stato quello di Tilly (e non poteva essere altrimenti, d’altronde). La donna, sin da subito, è stata caratterizzata come molto insoddisfatta della sua vita piatta e decisamente non stimolante. Per questo, prima la relazione con Sweat e poi la sua collaborazione al piano di fuga, con tanto di obiettivo di andare a vivere in Messico con i due evasi, hanno rappresentato per lei un modo per fuggire dalla realtà e sognare un futuro lontano pieno di avventura e brivido. Il problema, però, è sorto quando si è scoperto che questo futuro sarebbe stato molto più vicino di quanto inizialmente prefissato. Ciò l’ha costretta a guardare in faccia la realtà, e piano piano si è resa conto di come non fosse pronta a portare a termine il suo piano.
L’esitazione sui sonniferi da somministrare a Lyle si era già notata in modo evidente alla fine di Part 4, ed era naturale che in questa puntata sarebbero esplose tutte le contraddizioni che marchiano l’incolmabile differenza tra una bella fantasia e un progetto da realizzare nel concreto, con tanto di conseguenze permanenti sulla vita di varie persone. Come risvegliata da un sonno profondo, Joyce inizia a provare uno stato d’ansia sempre maggiore, fino a rischiare l’infarto; durante il tragitto in ospedale e il dialogo con la dottoressa, è evidente la sua sensazione di profondo disagio per aver abbandonato Matt e (soprattutto Sweat), ma ormai la decisione è stata presa: non andrà in Messico con loro.
Un’altra ipotesi plausibile del suo stato di shock in ospedale può essere rappresentato dalla sua consapevolezza che non si potrà tornare indietro a vivere la propria vita, perché delle indagini saranno avviate necessariamente, e il suo nome sarà sin da subito il più rilevante.

We got to go west into the mountains. They’re not gonna find us there. We lay low for a few weeks, let everything calm down, and when we get to Route 11, then we get a car. Then we go wherever the fuck we want. We did it, bro. Look. We’re fucking free! We’re like fucking Neil Armstrong and Buzz Aldrin or whatever. Nobody’s done this shit in 86 years. I looked it up. Now we got five hours till anyone knows we’re gone. I’m gonna smoke a cigarette, and I’m gonna walk down the street.

Al di là delle vicende dei Mitchell, il vero fulcro non può che essere l’evasione. A questo proposito, è interessante notare come il momento più spettacolare, anche dal punto di vista della regia (Ben Stiller è la vera sorpresa di questa miniserie), non è rappresentato dalla fuga vera e propria, bensì dalla simulazione effettuata da David la sera precedente. Questa scelta si rivela azzeccata per due motivi: innanzitutto, la lunga scena (non un piano sequenza, ma comunque d’impatto) dell’evasione viene molto meglio se il soggetto è uno solo; inoltre, stando a quanto mostrato sin dall’inizio, Matt è decisamente più anziano e meno atletico di Sweat. La sua presenza, quindi, avrebbe reso il tutto molto meno dinamico, dovendo i due andare ad un ritmo decisamente meno sostenuto. Infine, è stata una buona mossa inframmezzare la fuga dei due con l’attacco di panico di Tilly, a simboleggiare come il piano di evasione stesse simultaneamente procedendo come previsto e andando in fumo per sempre.
È interessante notare, inoltre, come i rapporti della coppia si siano ribaltati non appena usciti dal tombino. Matt, infatti, è passato dall’essere la mente brillante che aveva ideato il tutto al comportarsi in modo inutilmente testardo per seguire a tutti i costi un piano ormai irrimediabilmente compromesso. Sweat, il quale era il più dubbioso alla vigilia, si è mostrato sin da subito decisamente risoluto e pronto a prendere in mano la situazione. Sarà interessante vedere se questo cambiamento si rivelerà essere solo temporaneo, o se invece sarà particolarmente duraturo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La scena iniziale
  • Il crollo di Tilly
  • L’evasione
  • L’ultimo giorno in carcere
  • Paul Dano
  • Benicio Del Toro
  • Patricia Arquette
  • La regia
  • Nulla

 

Dopo una puntata di transizione, Escape At Dannemora torna ad esprimere il suo pieno potenziale nel miglior momento possibile, ossia quello dell’evasione di Sweat e Matt. Senza ulteriori indugi, decidiamo di benedire lo show di Johnson e Tolkin

 

Part Four 1×04 0.54 milioni – 0.1 rating
Part Five 1×05 0.66 milioni – 0.1 rating

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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