Escape At Dannemora 1×06 – Part 6TEMPO DI LETTURA 4 min

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Dopo la fuga della puntata precedente ci si aspettava sicuramente qualcosa di diverso, ma senza dubbio lo show targato Showtime ha sorpreso tutti gli spettatori con un’ora dedicata esclusivamente ad approfondire la vita dei personaggi principali prima del loro ingresso in carcere, come detenuti o lavoratori nel caso di Tilly e Lyle. Un’operazione di questo tipo di solito viene utilizzata a inizio serie per approfondire e caratterizzare i diversi characters, ma a un solo episodio dal termine, la scelta di ignorare completamente la fuga di Sweat e Matt è veramente peculiare.
Nel primo quarto d’ora sembra essere di fronte a un altro show, fino a quando il personaggio di Paul Dano nell’Indipendence Day del 2002 decide bene di sparare ed investire un poliziotto, fatto che lo porterà poi in carcere.  Gli altri due flashback invece sono ambientati nel 1993 e riguardano Tilly e Richard, per due menti poco brillanti, che cercano di sopravvivere tramite sotterfugi e inganni.

 

“All those inmates. Isn’t he scared? Honestly, I think he’s looking forward to beating the shit out of them. But it’s a union job with benefits. Can’t think selfish anymore with a little one on the way. All those men together. What do they do for sex? I bet gay men are better in bed with their men than our men are with us. Gay men have sex anonymously. They don’t even know each other. Well, sex is supposed to be fun. You know, in France, married people, they all have affairs. They have lovers. Even women. So what? Just ‘cause I’m working manual labor in the middle of nowhere, I ain’t supposed to bust a nut?”

 

È interessante notare come Tilly, ancor prima di lavorare a Dannemora, fosse già abituata a determinate dinamiche.
I tradimenti, gli inganni, il piano con cui estromette il marito e padre del figlio dalla sua vita, facendo diventare Lyle suo nuovo compagno e padre di Kenny Jr, pardon ormai solo Kenny.
La scena in cui il personaggio della Arquette entra nel laboratorio sorridendo, sulle splendide note di Ini Kamoze con “Here Comes The Hotstepper” è densa di significati, andando a richiamare quanto visto nei primi cinque episodi, dove Tilly in un luogo simile dentro al penitenziario non farà altro che comportarsi come aveva fatto in passato, per un character che negli anni non sembra essere evoluto, anzi casomai il contrario.
Menzione e parte merita Eric Lange, oscurato da interpretazioni sublimi di Benicio Del Toro e Patricia Arquette, ma che riesce, nonostante il pochissimo screentime a disposizione, a brillare di luce propria, rendendo ogni scena in cui è coinvolto semplicemente perfetta.
Dopo intere puntate ambientate nel carcere di Dannemora e caratterizzate da una regia particolare, con inquadrature strette e a tratti claustrofobiche, risulta quasi strano per lo spettatore vedere un episodio girato all’esterno e per di più ambientato nel passato. Resta da capire ora, a un solo episodio dal termine, in che modo verrà gestita la fuga dei detenuti, visto che si è di fronte a un miniserie antologica e non è prevista una seconda stagione, salvo ripensamenti dell’ultimo momento.
La vera chicca di questa puntata però rimane Richard Matt che sega il corpo di Rickerson, sulle note dei Bad Company con l’omonima canzone, pochi minuti sì ma degni di nota, per una colonna sonora spaziale come sempre tra Wu-Tang Clan, Fatboy Slim, Cypress Hill e Bad Company. Semplicemente perfetta.

 

“Honey, you’re not gonna be Kenny Jr. anymore. You’re gonna be Kenny. Kenny and nothing else. Okay? You understand? And Lyle, he’s gonna be your father, and you’re gonna call him Dad. Well, I just talked to that dad, and, honey, he decided he don’t wanna be your dad anymore. He said that? Yeah. But it’s okay, honey, ‘cause you know what? Lyle’s gonna be your father now, and he’s gonna be your new dad. So that’s what you’re gonna call him.
You’re not gonna call him Lyle or Uncle Lyle. You’re gonna call him Dad.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ancora una volta Benicio del Toro e Patricia Arquette regalano interpretazioni sublimi
  • Non è da meno Eric Lange, poche scene ma perfette
  • Una colonna sonora di altissimo livello
  • Richard che taglia a pezzi il cadavere sulle note dei Bad Company.
  • Ignorare completamente la fuga è un colpo basso

 

Un bellissimo episodio per Escape At Dannemora, diametralmente opposto rispetto a quanto visto fin ora. La colonna sonora, le interpretazioni degli attori, è tutto perfetto salvo la questione dell’evasione. Dopo un piano di fuga ideato e realizzato per ben cinque episodi, era lecito aspettarsi un’evoluzione in tal senso, è pur sempre il fulcro della trama dello show. L’aver completamente tralasciato questo aspetto forse è stato troppo, per una puntata che ottiene una valutazione molto alta ma non il massimo dei voti.

 

Part Five 1×05 0.66 milioni – 0.1 rating
Part Six 1×06 0.58 milioni – 0.1 rating

 

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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