“Un feto umano di 14 settimane”. Questo è il “responso” dell’ecografia fatta da Molly, in uno studio veterinario, grazie all’aiuto dell’amica medico Sam Barton (Camryn Manheim). La domanda che la gravida si fa è sempre la stessa: “come è possibile?” E la risposta è stancamente e noiosamente sempre la stessa: “tredici mesi in solitaria nello spazio, da sola, non è possibile […] e
per di più non posso avere figli”. Una famosa pubblicità diceva: “Impossible is nothing” e per Molly è proprio vero, qualcosa in lei sta crescendo, qualcosa in lei si sta muovendo, qualcosa di sconosciuto e forse pericoloso, tanto che il piccolo Ethan la trova, priva di sensi, svenuta in cucina – noi sappiamo a causa di forti dolori. In lei una certezza, l’Isea, l’Istituto per il quale lavora, le ha fatto qualcosa, i suoi stessi amici, la sua stessa “famiglia” hanno tramato contro di lei (“Tu dovevi proteggermi”, dice la donna a uno dei suoi superiori). Molly inizia a credere a Harmon Kryger, un altro astronauta che pensava morto, anche a lui è successo qualcosa durante un’eruzione solare, anche lui ha avuto le stesse visioni (nel suo caso la madre). “Non fidarti di nessuno” le aveva detto nel pilot e continua a dirglielo ancora e ancora, e Molly inizia a credergli, e allora fugge, si ribella all’Istituto.
In questo secondo episodio di Extant, intitolato “Extinct”, in realtà succede poco, e ciò che accade sembra solo una variazione sul tema di ciò che è avvenuto nel primo: madre e figlio vanno al museo, mentre nel primo andavano al parco; John, il marito di Molly, qui lavora al suo progetto, quello cioè di creare degli androidi, nella Yasumoto Tower, mentre nel primo lavorava in casa; i flashback inerenti al concepimento della creatura di Molly lasciano spazio a quelli di Kryger.
La puntata che dura 45 minuti potrebbe benissimo durarne solamente 5, come 120, perché se da una parte i fatti potrebbero essere sintetizzati in poche battute, dall’altra però potrebbero dilatarsi se raccontati con maggior profondità. Il rapporto madre-figlio, copia e metafora di quello che Molly avrà con il nascituro, è liquidato con poche parole che rendono schematico un legame molto più complesso: durante i giochi del mattino la donna confida a Ethan che è proprio quello il posto dove vuole stare, con lui e con il marito, non nello spazio, e il “tecnologico” Pinocchio, robot con sentimenti e emozioni umane, esclama: “Papà dice che bisogna essere pazienti”. Privo di spessore è anche il rapporto con il marito, più interessato al suo lavoro che alla moglie, i due sembrano in più di un’occasione incontrarsi quasi per caso tra le mura domestiche, e la relazione si snoda tra un “stai bene?” e un “sì”. Se l’uomo ha paura del passato sentimentale della moglie (Marcus), la donna dall’altra parte teme che il marito scopra la gravidanza, perché “tutto cambierà”. Interessante sono comunque la prova di Halle Berry che tenta di dare il massimo nella sua interpretazione di Molly, lo strisciante filone complottista (gli astronauti credono di fare esperimenti, invece sono loro stessi gli esperimenti) e quello altrettanto affascinante di un’ipotetica rivolta degli androidi.
PRO:
- Halle Berry e la sua interpretazione
- La giornata al museo
- Il dialogo tra Molly e Kryger
- Vige una sorta di coazione a ripetere
- Poco approfondito il rapporto tra i personaggi: madre-figlio, John-Molly
Re-Entry 1×01 | 9.42 milioni – 1.7 rating |
Extinct 1×02 | 7.96 milioni – 1.5 rating |
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.