Con “Ascension” finalmente è finita la prima (e forse ultima) stagione della serie in cui si erano riposte molte aspettative: Extant. Cast, produzione facevano sperare in qualcosa di più, infatti la sorte di Extant è in bilico: ci sarà o no la seconda stagione? Ciò che ha maggiormente stancato lo spettatore sono le montagne russe a cui ci ha abituato: alcune buone idee seguite poi rigorosamente da cadute di stile. Pensiamo alla figura di Molly, in alcuni momenti in stato di grazia mentre in altri in completa atarassia, ai personaggi che compaiono e scompaiono senza lasciare – più o meno – traccia (Yasumoto e Odin ad esempio), alle ripetizioni su ripetizioni, usate quasi come memorandum per lo spettatore. Il risultato invece è un’asfittica fidelizzazione.
Guardando “Ascension” c’è un po’ di rimpianto per ciò che sarebbe potuto essere Extant, infatti come è avvenuto con “Before The Blood“, anche in questo episodio lo spettatore è immerso nel mondo seriale, avvinto dal ritmo incalzante, dal pathos e dalla forza espressiva. Si intrecciano nuovamente due mondi, uniti indissolubilmente: terra e cielo. Mentre Molly è sulla navicella e tenta di salvare il mondo dalla catastrofe, John fa lo stesso con Ethan, che sta per implodere/esplodere. Molly nella veste di guerriera che l’ha contraddistinta lungo tutta questa prima stagione, si mostra combattente dolente e “agente” della sua fortuna e di quella “umana”; le sue scene sono tra le più forti della puntata e dell’intera stagione.
In parallelo si combatte un’altra battaglia, quella di John ed Ethan e finalmente il personaggio del padre risulta a fuoco, fino ad ora infatti il suo ruolo è stato piatto e poco convincente. Attivo ma disperato, è al fianco di quello che è suo figlio, dimostrando con ogni gesto, con ogni parola che quello è il suo posto. Ethan dà dimostrazione ancora una volta della sua centralità all’interno della serie e di essere il motore dell’azione, una sorta di deus ex machina, è lui infatti che salva tutto riportando l’ordine delle cose. Il robot-bambino è il personaggio più incisivo, nulla di ciò che fa e di ciò che dice è sbagliato, sempre logicamente e discorsivamente perfetto, coerente con sè stesso. Con “Ascension” il personaggio dell’umanoide chiude il cerchio: voleva trovare il suo scopo e lo trova, voleva dimostrare il suo valore e lo dimostra, mettendo in scena una sorta di “miracolo”, come dice Molly. Il suo ruolo da una parte ci riporta alle fiabe, si pensi a “Pinocchio” – come il bambino di legno è diventato un bambino vero, così Ethan “sale di livello” e veglia sulla sua famiglia -, dall’altra a vari film di genere fantascientifico – si pensi ad “A.I. – Intelligenza Artificiale”.
Coinvolgente è la rincorsa/fuga di/tra Ethan e la Progenie che ha il suo apice quando i due “fratelli” si trovano l’uno di fronte all’altro e si attua in tal modo il classico scontro tra Bene (Ethan) e Male (la Progenie): il primo vuole salvare sua madre, mettendo in pericolo sè stesso, l’altro vuole distruggere il mondo; si crea così una sorta di triangolo emotivo ed energetico che implode con il trittico Molly-Ethan-Progenie.
“Ascension” lavora su questi personaggi in un climax ascendente che li porta a diventare metafora di qualcosa di più grande: il Sacrifico (Ethan), la Maternità (Molly) e il Male (la Progenie). Non si può chiedere di più.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Before The Blood 1×12 | 4.2 milioni – 0.7 rating |
Ascension 1×13 | 5.4 milioni – 1.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.