Fargo 2×02 – Before The LawTEMPO DI LETTURA 5 min

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È difficile riuscire a fare di una serie antologica un successo. Questo perché, rispetto a quelle tradizionali, è necessario non solo trovare per ogni stagione un’idea che abbia uno sviluppo accattivante e coerente ma, ripartendo di fatto da zero con personaggi e storie nuove, è importante dare agli spettatori dei punti di riferimento che li portino a familiarizzare subito con il nuovo palcoscenico, stagione dopo stagione.
In Fargo questo legame con il pubblico è dato non solo dai luoghi fisici, dalla neve e dal freddo che attanagliano la serie fin dall’esordio, ma soprattutto da una cifra stilistica precisa, peculiare dei fratelli Coen e dei loro lavori, qui ben riproposta dallo sceneggiatore Noah Hawley: si tratta della narrazione precisa, di dettagli disseminati durante tutto il racconto, di situazioni grottesche e personaggi particolari. Tutto questo già era evidente in “Waiting For Dutch” e trova conferma in “Before The Law”.
Da qualunque angolazione la si guardi, questa puntata parla del caos che regna sulla società, della sua decadenza e di un ordine sociale che va via via estinguendosi, nonostante gli strenui tentativi di mantenere o ripristinare lo status quo.
La famiglia Gerhardt, da sempre abituata ad essere all’apice di questa scala sociale, deve affrontare la minaccia rappresentata dalla banda di Kansas City; nel loro mondo criminale molto sta cambiando e come dice Floyd durante la riunione di famiglia: “il mondo sta diventando sempre più aziendale e, in questo nuovo mondo, non c’è spazio per le imprese familiari“. Dodd dimostra di non essere assolutamente all’altezza per guidare i Gerhardt in questa battaglia, è soltanto un bambino capriccioso che pretende di avere il potere in quanto figlio maggiore; Floyd, l’unica davvero consapevole, saggia e furba abbastanza da tenere testa alla guerra che sta arrivando, lo mette a tacere facendolo sentire esattamente quello che è: un ragazzino. La donna ha dalla sua un carisma intenso e particolare, che viene fuori perfettamente durante la discussione al tavolo con Dodd: non si annunciano tempi facili per Joe Bulo, che erroneamente sottovaluta Floyd in quanto essere umano di sesso femminile e quindi, forse, più malleabile. Niente di più sbagliato.
Chi è stato suo malgrado travolto dal caos degli eventi è Ed Blomquist che cerca di tornare alla sua vita quotidiana. L’uomo rappresenta l’ordinario che viene stravolto all’improvviso. Il tentativo da parte del macellaio di cancellare ciò che è accaduto, per tornare alla prevedibilità della vita, cade nel momento in cui diventa cosciente che è impossibile guardarsi indietro e che le conseguenze delle sue azioni arriveranno, in un modo o nell’altro.
Questa consapevolezza arriva durante l’ultimo tentativo di risolvere e archiviare l’incidente che ha intaccato la sua tranquillità; l’agente Solverson bussa alla porta della macelleria dove Ed sta letteralmente eliminando tutte le tracce del corpo di Rye Gerhardt e, senza saperlo, è ad un passo dallo scoprire cosa nasconde l’impacciato macellaio.
Blomquist ormai è caduto in una spirale distruttiva e i valori a cui era tanto legato potrebbero non tornare più. Per lui la vita domestica  non era solo apparenza, egli si attaccava ad essa e ai suoi valori fortemente, perché gli infondevano certezza sulla propria personalità. Peggy invece è una donna che da troppo tempo si trascina in una routine lenta e uguale ogni giorno e, nonostante la paura che ciò che è accaduto possa portare lei e suo marito a percorrere un sentiero terribile, una volta provata l’adrenalina e il brivido della novità, vorrà tornare a quei valori così importanti per Ed?
Due sono i momenti della puntata in cui si riconferma ancora una volta la qualità che contraddistingue Fargo da altri prodotti seriali: uno è il fermo di Mike da parte dello sceriffo Larsson e tutto il dialogo che ne consegue. Milligan, maestro nell’arte della parola e dell’adulazione, minaccia velatamente Ted e la costruzione della scena induce nello spettatore ansia per quello che potrebbe accadere. Come sappiamo Mike non ha paura di usare le maniere forti, accompagnate dalle smielate parole che giustificano le proprie azioni (come accaduto dal venditore di macchine da scrivere) ed è ironico che sia proprio lui a sottolineare la violenta follia del mondo circostante, identificandosi come uomo tranquillo e razionale.
L’altro momento interessante avviene a fine episodio, con la citazione de “La Guerra Dei Mondi” che rimanda alla presenza dell’UFO della scorsa settimana: la voce fuoricampo, la telecamera che si allontana dalla macelleria e che riprende dall’alto, altro non è che l’occhio dello spettatore che osserva gli avvenimenti da un punto di vista privilegiato. Che sia anche parte attiva, in qualche modo, degli eventi che hanno scosso la cittadina? Che non sia una presenza super partes?
Fargo sembrerebbe voler condire il tutto con una tematica sci-fi – descrizione della concezione dell’ignoto dell’epoca – e si rivelerà molto intrigante scoprire come questa si intreccerà al resto degli avvenimenti. Al momento è una piacevole sorpresa che si integra perfettamente con la narrazione e questo non fa che aumentare la voglia di scoprire sempre di più cosa riserverà la serie nelle prossime puntate.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La matriarca della famiglia Gerhardt
  • Il dialogo tra lo sceriffo Larsson e Milligan
  • Ed in macelleria e la quasi scoperta da parte di Solverson (parallelo con la scorsa stagione)
  • Il finale di episodio
  • Gli attori e i dialoghi 
  • La musica che sottolinea alla perfezione ogni momento
  • L’immaturità stupida di Dodd

 

La seconda puntata conferma Fargo un prodotto ottimo da seguire e da cui farsi affascinare. Il marchio Coen è presente più che mai, lode alla bravura di Hawley nel sapersi destreggiare tra dialoghi interessanti e scelte narrative accattivanti. 58 minuti letteralmente volati, bravi.

 

Waiting For Dutch 2×01 1.58 milioni – 0.6 rating
Before The Law 2×02 0.96 milioni – 0.3 rating

 

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