Fargo 4×04 – The Pretend WarTEMPO DI LETTURA 3 min

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Nell’enorme varietà di epoche, scenari, personaggi e trame che si sono avvicendati nelle quattro stagioni di Fargo, inevitabilmente si trovano una serie di marchi comuni e tratti distintivi che caratterizzano lo scheletro di una singola stagione.
In “The Pretend War” non è che succeda granché, a dirla tutta, se non il fatto che effettivamente si delinea perfettamente lo scenario che determina gli equilibri della stagione.
La famiglia Fadda ha dalla sua un chiaro vuoto di potere che rende evidente anche la difficile personalità del neo-boss. Emerge una dinamica sempre più in stile The Soprano, dove in colui che dovrebbe dirigere operazioni malavitose mette in campo tutte le sue fragilità e debolezze interiori. Josto sembra quasi ignorare infastidito le alzate di capo del fratello, prende sì provvedimenti con minacce e quant’altro, però non sembra essere realmente consapevole del pericolo rappresentato dal personaggio interpretato da Salvatore Esposito. Nel momento in cui il massimo interesse è quello di far fuori il direttore di un ospedale, con tanto di distrazione disfunzionale con l’infermiera assassina/spacciatrice, inevitabilmente ci si rende conto che non si possono più di tanto tenere le redini di una famiglia criminale in primis, e senz’altro non si possono gestire le bizze di un fratello psicopatico e violento.
Per quanto riguarda la famiglia Cannon l’impressione è quella di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, cosa anche comprensibile se si considera l’attentato al figlio maggiore di Loy. La cosca afroamericana sarebbe quella con il “diritto di successione”, se si volesse seguire il percorso tra famiglie che è stato tracciato nel primo episodio della stagione. Facile aspettarsi come la più strutturata organizzazione in fase di crescita possa imporsi verso la decadente e disordinata famiglia Fadda.
Come detto ad inizio recensione, Fargo ha dalla sua alcuni tratti distintivi che fanno spiccare il prodotto per originalità ed efficacia dell’intreccio. In mezzo ad elefanti, ci sono in mezzo sempre uno o più topolini che si muovono provocando effetti a catena imprevedibili ed è proprio la caratterizzazione di questi che pone la ciliegina sulla torta nel meraviglioso scorrere degli eventi.
Insieme alle già citate famiglie criminali (elefanti), si osservano le vicissitudini della famiglia Smutny, della sorella malvivente con la compagna, oltre alle forze dell’ordine (altra costante in Fargo). Nel piccolo, nel quotidiano scorrono delle vite che si intrecciano alle grandi vicende colossali e apocalittiche del mondo criminale. Si viene a sapere qui, per esempio, che il signor Smutny aveva un debito con Loy Cannon, così come la rapina stessa della sorella di Dibrell crea comunque una variante all’interno delle dinamiche tra le due famiglie. La stessa Etherilda (figura evidentemente chiave con cui si è aperta la stagione) entra direttamente nella vita della bizzarra e ambigua Oraetta Mayflower venendo a conoscenza dei suoi oscuri segreti. Di conseguenza la stessa Mayflower, come già detto, è direttamente connessa con Josto Fadda. Ed ecco esattamente come “si delinea perfettamente lo scenario che determina gli equilibri della stagione”, come detto precedentemente. Da adesso ognuno è veramente ai posti di partenza per un effettivo sviluppo degli eventi.
Una nota a parte va riservata per alcune figure particolarmente efficaci di questa annata. Rabbi Milligan già dal principio nasce come personaggio assolutamente degno di attenzione. Un irlandese, vestito da ebreo in una famiglia italiana, con la sua particolare storia, non può non avere una profondità fuori dal comune, ma allo stesso tempo enormi fragilità. La sua confessione a Josto rivela tutta la sua ambiguità, tra il saper essere fedele fino alla fine ma capace di prendere iniziative da lupo solitario (la disobbedienza a Gaetano e il sabotaggio dell’attentato perpetrato da Calamita).
Più macchietta ma estremamente godibile il comparto delle forze dell’ordine. Odis Weff, grazie all’interpretazione di Jack Huston, dona una gran quantità di colore al comparto personaggi per il suo insieme grottesco di compulsioni, per la sua ambiguità morale e grazie anche all’alchimia con l’altrettanto interessante personaggio di Dick Wickware.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Equilibri che si delineano
  • La famiglia Smutny che si inserisce nella trama
  • Le fragilità di Josto e Rabbi
  • Le sequenze con i poliziotti
  • Episodio comunque di transizione

 

Assistere ad un episodio di Fargo è sempre un’esperienza positiva, anche quando rappresenta esclusivamente un momento utile per creare aspettative più che per mostrare effettivi eventi.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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