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Sembra come se una volta presentati i personaggi, fatte intravedere allo spettatore le potenzialità delle varie dinamiche, si fosse deciso di annacquare il tutto, sospendere nel nulla i momenti significativi (perché ce ne sono), attorniandoli da momenti morti, reiterazioni di descrizioni di personaggi ed un crogiolarsi sulla bizzarria di alcune figure già abbondantemente comprese.
“Lay Away” continua (sfortunatamente) sulla falsa riga dei precedenti episodi, impostando la reazione a determinati fatti cruciali con semplici minacce di reazioni, ma senza mai realmente affondare il colpo. La morte di Doctor Senator era stato un fulmine a ciel sereno (dal pathos discutibile, ma quello è un altro discorso), il salvataggio in extremis del figlio di Cannon aveva già fatto uscire la serie da quel girone di crudeltà che ha spesso caratterizzato Fargo, girando quindi intorno a quella guerra senza esclusioni di colpi che era lecito aspettarsi. La morte di figure secondarie è un puro palliativo per chi dallo show di Noah Hawley era diversamente abituato. Uno dei momenti più alti della 4×07 è quello rappresentato dal giro di parole che compie Josto per prendere due piccioni con una fava: pulire la sua immagine e preservare una parvenza di pace con i Cannon, togliendosi dalle scatole l’ingombrante fratello.
Assolutamente logico per un boss acuto come Loy fiutare il tranello, anche considerando lo sguardo perplessodi Samurai del braccio destro di Josto. Logico, di conseguenza, a livello narrativo che si scelga di risparmiare un personaggio tanto prestigioso quanto dall’alto potenziale.
Un po’ di recensioni fa si sarebbe potuto scrivere che si stavano mettendo in fila le carte per qualche grande evento, che ci si trovava di fronte ad un eventuale episodio di transizione. Ora forse l’intenzione è un po’ più chiara: il ritmo è volutamente contenuto, l’andamento è lento, il tutto per tessere delle trame che dovranno portare non ad un grande evento inaspettato nel mezzo di un qualsiasi episodio, quanto ad uno stravolgimento delle armonie di partenza, verso un nuovo equilibrio, non per forza con un aumento dell’adrenalina.
La faida tra le due famiglie fa di conseguenza passare in secondo piano chi in altre stagioni era addirittura protagonista. Ed è forse questo il vero peccato.
Se si ripensa alla 4×01, Etherilda sembrava quasi una figura cardine, salvo poi, per ora, essere relegata a personaggio di quart’ordine. Oraetta cattura sempre lo schermo ma anche lei, da qualche episodio a questa parte, sembra confinata all’interno della caratterizzazione che le è stata cucita addosso. Continua ad avvelenare gente, benissimo, ma così come si era avvicinata a Josto e ad altri protagonisti, ha ora fatto un po’ di passi indietro, muovendosi come variante impazzita che, si spera, prima o poi renderà nota la sua utilità all’interno della trama.
Menzione speciale la merita il poliziotto Odis che più di tutti aggiunge elementi “Fargo” all’interno della stagione. Con le sue eccentricità non incarna nemmeno la figura di uomo di giustizia tutto d’un pezzo (come magari poteva essere per altre figure in altre stagioni), tuttavia il suo passato misterioso e, appunto, la sua ambiguità rendono le sequenze con lui presente le più stimolanti. Senza considerare che, lui sì, è inserito degnamente all’interno delle trame principali, dando risalto e tridimensionalità al suo personaggio.
“Lay Away” continua (sfortunatamente) sulla falsa riga dei precedenti episodi, impostando la reazione a determinati fatti cruciali con semplici minacce di reazioni, ma senza mai realmente affondare il colpo. La morte di Doctor Senator era stato un fulmine a ciel sereno (dal pathos discutibile, ma quello è un altro discorso), il salvataggio in extremis del figlio di Cannon aveva già fatto uscire la serie da quel girone di crudeltà che ha spesso caratterizzato Fargo, girando quindi intorno a quella guerra senza esclusioni di colpi che era lecito aspettarsi. La morte di figure secondarie è un puro palliativo per chi dallo show di Noah Hawley era diversamente abituato. Uno dei momenti più alti della 4×07 è quello rappresentato dal giro di parole che compie Josto per prendere due piccioni con una fava: pulire la sua immagine e preservare una parvenza di pace con i Cannon, togliendosi dalle scatole l’ingombrante fratello.
Assolutamente logico per un boss acuto come Loy fiutare il tranello, anche considerando lo sguardo perplesso
Un po’ di recensioni fa si sarebbe potuto scrivere che si stavano mettendo in fila le carte per qualche grande evento, che ci si trovava di fronte ad un eventuale episodio di transizione. Ora forse l’intenzione è un po’ più chiara: il ritmo è volutamente contenuto, l’andamento è lento, il tutto per tessere delle trame che dovranno portare non ad un grande evento inaspettato nel mezzo di un qualsiasi episodio, quanto ad uno stravolgimento delle armonie di partenza, verso un nuovo equilibrio, non per forza con un aumento dell’adrenalina.
La faida tra le due famiglie fa di conseguenza passare in secondo piano chi in altre stagioni era addirittura protagonista. Ed è forse questo il vero peccato.
Se si ripensa alla 4×01, Etherilda sembrava quasi una figura cardine, salvo poi, per ora, essere relegata a personaggio di quart’ordine. Oraetta cattura sempre lo schermo ma anche lei, da qualche episodio a questa parte, sembra confinata all’interno della caratterizzazione che le è stata cucita addosso. Continua ad avvelenare gente, benissimo, ma così come si era avvicinata a Josto e ad altri protagonisti, ha ora fatto un po’ di passi indietro, muovendosi come variante impazzita che, si spera, prima o poi renderà nota la sua utilità all’interno della trama.
Menzione speciale la merita il poliziotto Odis che più di tutti aggiunge elementi “Fargo” all’interno della stagione. Con le sue eccentricità non incarna nemmeno la figura di uomo di giustizia tutto d’un pezzo (come magari poteva essere per altre figure in altre stagioni), tuttavia il suo passato misterioso e, appunto, la sua ambiguità rendono le sequenze con lui presente le più stimolanti. Senza considerare che, lui sì, è inserito degnamente all’interno delle trame principali, dando risalto e tridimensionalità al suo personaggio.
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Inevitabilmente ciò che è più straniante è il diverso andamento di questa stagione rispetto alle precedenti. Dove ci si era abituati ad assistere a capovolgimenti di fronte improvvisi, a personaggi importanti fatti fuori a tradimento, in questo caso si è scesi molto più sul classico con una guerra tra famiglie malavitose che poco aggiunge a tante altre narrazioni di genere.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.