Il nuovo episodio della seconda stagione di Feud, giunto a un passo dalla conclusione, è un evidente punto di svolta cruciale per Capote vs. The Swans, sicuramente il capitolo cardine e centrale di questo secondo avvento del prodotto antologico di FX. Con una trama discretamente intrecciata e interpretazioni di alto livello, la serie ha dimostrato di essere senza dubbio ben realizzata.
Tuttavia, nonostante la qualità evidente, non è mai riuscita ad emergere nei cuori degli spettatori, mancando di quell’elemento che avrebbe potuto renderla uno dei migliori appuntamenti invernali del piccolo schermo del 2024. Un peccato, ma non si può di certo ritenersi insoddisfatti per una stagione che non ha mai commesso alcun reale passo falso e che è riuscita ad interessare i fan ad una “rivalità” tutt’altro che di spicco.
“Perfection was, for me, a kind of eternity I thought I could own. If every detail was in its place, I thought the world might just come to a stop and stay that way forever. But you cannot have eternity nor can you own perfection. You merely borrow it with interest. I’m packing now for a trip. Laid out on the bed are all these items that make up my life. I can see how useless many of them are. Status, gloves, scarves, cashmere, perfection, all piled up. […] A few moments that are almost perfect. Hardly enough to fill a thimble with.”
LA MORTE DI BABE
Con la morte di Babe, il percorso dei cigni sembra giungere ad una inevitabile conclusione, visto, soprattutto, quanto successo al funerale con le amiche rimaste che “teaserano” un allontanamento dopo la morte della loro compagna. Il canto finale del cigno più bello e amato da Truman, sebbene anticipato e pronosticabile che sarebbe avvenuto proprio in questo penultimo appuntamento, ha mantenuto l’atmosfera di dramma e di delicatezza che si aspettava, svelando nuove sfaccettature del personaggio interpretato in modo magistrale da Naomi Watts. L’episodio ha offerto una conclusione soddisfacente al character, regalando anche un commovente momento onirico in cui i due amici (Babe e Truman) si sono ritrovati una penultima volta.
LA MORTE DI TRUMAN
La morte di Truman Capote, prevista dai libri di storia e preventivabile dal comportamento dell’artista, ha colpito come un fulmine a ciel sereno in quanto arrivato a meno un episodio dal finale, aggiungendo un elemento di imprevedibilità alla trama. Nonostante questa scomparsa, come appena accennato, risulti essere posizionata in un momento della serie inaspettato, ha mancato di un impatto emotivo forte, causato dal continuo mettere in bilico il personaggio tra vita e morte per quasi l’intera durata della stagione.
Questo problema di sceneggiatura ha tolto potenziale al momento clou, finendo quasi per arrivare troppo tardi visti gli estenuanti alti e bassi della vita del protagonista dello show. In ogni caso, quest’evento, solleva dubbi sulle direzioni future della trama, soprattutto considerando la scomparsa dei due interpreti principali. Con il culmine della storia, il pubblico si trova ora ad aspettare la conclusione finale con la paura di trovarsi a guardare un episodio superfluo e con nulla di importante da raccontare. C’è fiducia, ma le aspettative non sono di certo elevate.
Truman: “I’m not alive, am I? I’m dead.”
Babe: “You have been for a very long time, Tru. Just… Just close your eyes. It’ll all be over soon. And believe me, it’s so much better when you let go.”
Truman: “It’s so cold. I’m so cold. How could this be California?”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Arrivare ad un passo dal termine con i personaggi principali fuori dai giochi è una scelta molto coraggiosa da parte degli sceneggiatori. Un rischio che si spera possa valerne la pena in modo da non intaccare un percorso che, nel bene e nel meno bene, è riuscito ad essere sempre meritare i 45/60 minuti di puntata dedicatogli.
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.