Feud: Capote Vs. The Swans 2×05 – The Secret Inner Lives Of SwansTEMPO DI LETTURA 5 min

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Feud: Capote Vs. The Swans 2x05 Recensione“Close your eyes, just for a second, until you see a glimmer of your great gargantuan, enormous worth and gifts which you have criminally lost sight of in your sickness. In your disease, which you reek of. Yes, you threw away the ten years since you published In Cold Blood, you jettisoned your unparalleled ability to paint hell […] The moment you are born, Mr. Capote, the process of our dying begins. Ticktock, ticktock. And as the years go on, the dying accelerates until the final breath, and then silence. That is the order of the universe. This life, Truman, is vicious and dark, and you and me, we are angels sent here to light it on fire, and illuminate”.

All’interno di una stagione piena di personaggi che hanno segnato un’epoca nella città di New York, il quinto episodio decide di giocarsi l’asso nella manica da questo punto di vista. Questa puntata vede infatti l’arrivo di James Baldwin, celebre autore e attivista per i diritti civili.
Prima di proseguire, occorre precisare che, nel 1975, non c’è stato nessun incontro tra Baldwin e un decadente Truman Capote, completamente svuotato e giù di corda a seguito della pubblicazione del suo controverso articolo pubblicato su Esquire. Nel finale, viene infatti rivelato che si tratta di un semplice sogno. Questa scelta narrativa rappresenta una significativa deviazione rispetto all’opera da cui la serie è tratta in cui non si parla di alcuna interazione – onirica o reale – tra i due intellettuali. Ciò non rappresenta necessariamente un aspetto negativo, in quanto le differenze tra televisione e romanzo possono essere giuste ed efficaci. Tuttavia, l’episodio Baldwin-centrico non è del tutto convincente, se lo si analizza nel contesto della disposizione temporale delle vicende.

JAMES BALDWIN IS COMING TO TOWN


New York, 1975. Truman Capote ha appena pubblicato un lungo racconto sulla rivista Esquire dove racconta – senza sforzarsi troppo per celare le vere identità dei protagonisti – gli scandali di un gruppo di famiglie appartenenti all’élite di Manhattan. In seguito a ciò, Capote viene estromesso dalle donne che pranzavano con lui nel ristorante ‘La Côte Basque’.
In una situazione di solitudine, abbandono e abuso di alcol, una figura appare – quasi magicamente – a New York per salvare lo scrittore da sé stesso. Si tratta di James Baldwin, celebre autore afroamericano. I motivi per cui Baldwin si sente in dovere di intervenire sono molteplici, dalla solidarietà tra componenti della comunità LGBTQ all’importanza che Capote e la sua penna rivestono all’interno della società.
Al di là delle motivazioni, l’intera puntata è dunque incentrata sui tentativi di Baldwin di rimettere Capote in carreggiata, alternando carota (visita al MoMA, aperitivo con 2 cocktail in un bar) e bastone (un monologo molto intenso in cui lo rimette alle sue responsabilità di intellettuale).
Nel complesso, la visione è piacevole ma – come si spiegherà nell’ultima sezione dell’articolo – ci sono dubbi sull’impatto di questo episodio all’interno della stagione.

ANATOMIA DI UN CIGNO


Nel corso della giornata trascorsa insieme, Baldwin spinge Truman Capote a parlare dei cigni e di quello che lui ha raccontato. Il quadro che emerge delle donne del suo gruppo è ancora meno lusinghiero delle descrizioni contenute nell’articolo su Esquire.
L’intenzione di Truman, stando a quanto detto da lui, era quella di colpire gli uomini come Bill Paley, non le donne. Parlando con Baldwin, però, descrive le sue ex-amiche come persone classiste razziste, sebbene cerchino di nascondere questa loro natura.
Inoltre, i cigni vengono raccontati come donne a cui nulla interessa davvero, se si scava al di sotto della semplice volontà di possedere sempre di più e di mostrare agli altri i propri possedimenti e il proprio status. Sono persone ben poco curiose, che non sanno nulla dell’andamento del mondo al di fuori di Manhattan, e a cui non interessa affatto saperlo. Per di più, sono anche pessime madri. 
L’elemento più rilevante, in questo discorso, riguarda i tradimenti. I loro mariti sono sfacciatamente infedeli e se ne lamentano con Truman. Tuttavia, loro hanno avuto molti amanti nel corso degli anni, spesso coinvolgendo lo stesso Truman nella preparazione di questi eventi.
Quello che emerge, dunque, è un evidente disprezzo di Capote nei confronti dei cigni, persone a cui stava accanto soltanto per via dello status, per colmare il suo senso di insicurezza e per raccogliere informazioni.

LA PROSPETTIVA TEMPORALE


La scelta di introdurre un autore e un personaggio influente e significativo come James Baldwin richiede necessariamente che la sua partecipazione lasci un marchio indelebile nella stagione. Nel contesto dell’episodio, Baldwin è indubbiamente il protagonista, in quanto tutte le vicende sono determinate da un suo input. Inoltre, il suo monologo finale nell’appartamento di Capote è efficace e di sicuro impatto.
Tuttavia, se si sposta il focus dell’analisi sulla stagione nel suo complesso, emergono maggiori perplessità. Bisogna considerare, infatti, il momento in cui questo sogno accade, ossia nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione dell’articolo su Esequire. Nel corso del secondo e del quarto episodio, di conseguenza, sono state già mostrate vicende accadute successivamente. Lo spettatore, dunque, già sa che le parole di Baldwin non hanno sortito alcun effetto su Capote, ricaduto ben presto nel solito vortice autodistruttivo di alcol, pillole John O’Shea. 
Per quale motivo, dunque, si è scomodato un pilastro del secondo Novecento americano? Per inserirlo all’interno di un momento onirico che ha l’effetto di rendere Truman Capote dedito alla sua attività di scrittore per qualche giorno? La sensazione è che l’intero episodio sia stato un semplice filler, seppur pregevole e di alto livello, ma con un impatto molto limitato sulla narrazione degli episodi che restano.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Molto convincente l’interpretazione di Chris Chalk nei panni di James Baldwin
  • La puntata è nel complesso piacevole
  • L’analisi dei cigni umani e di quelli animali
  • Il monologo finale di Baldwin
  • Essendo la puntata ambientata prima del secondo e del quarto episodio, l’impatto narrativo della visita di Baldwin è alquanto limitato

 

Nonostante la buona realizzazione della puntata, la sensazione è di essere davanti a un’occasione persa.

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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